Crediamo di vivere nella migliore delle epoche possibili, di far parte della società dell’informazione. Crediamo di essere liberi. Ma lo siamo davvero? È la domanda alla base di Criptocrazia, romanzo d'esordio di Paolo Ferrari pubblicato da Leone Editore.
È la storia di cinque studenti universitari che stringono amicizia grazie a una comunione di vedute: si ritrovano d’accordo sul fatto che viviamo nella società del controllo. Nessuno sfugge all’occhio dei "criptocrati": sanno dove siamo, dove andiamo, con chi ci confidiamo, chi o cosa amiamo, cosa compriamo, cosa sogniamo. Si può sfuggire ai loro occhi? I protagonisti del romanzo ci provano creando un gruppo di resistenza. E diventano i "prestigiatori". Niente e-mail, niente cellulari, niente carte di credito, niente iscrizioni a chat line e social network, nessun acquisto su Internet. La parola d’ordine è scomparire. Ma è davvero possibile nascondersi al controllo dei criptocrati?
Criptocrazia è al contempo una riflessione sul concetto di libertà ai tempi di Internet e un romanzo che, valendosi dei collaudati meccanismi del thriller, rappresenta un'impietosa e documentata analisi sulle tecnologie che ci circondano, di cui facciamo uso nella vita quotidiana quasi dandole per scontate.
L'autore. Paolo Ferrari (Livorno, 1966), odontoiatra, vive e lavora a Piombino. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati sul sito internet dei Quindici, sulla rivista letteraria Tabula Rasa e nell’antologia del premio Tutto in una notte (2007), che lo ha visto primo classificato. Altri suoi racconti sono inseriti nelle antologie Ti racconto Dax (Purple Press, 2009) e Creative Commons in Noir (Stampa Alternativa, 2008). Criptocrazia, pubblicato da Leone Editore, è il suo primo romanzo.
La quarta di copertina. Una calda giornata d'estate sulla spiaggia di Cala Speranza. Diego, Holdie, Turing, Mata e Wendy organizzano una festa ferragostana per diffondere un "gioco". Il loro è un messaggio di libertà, rivolto a tutti i giovani che credono che il mondo si possa cambiare cominciando da piccole abitudini e gesti quotidiani: comunicare faccia a faccia o via lettera, pagare in contanti, abbassare la testa se si passa sotto una telecamera e mille altri accorgimenti che consentono di sfuggire all'occhio dei "criptocrati", entità tanto misteriose quanto presenti e in grado di condizionare la vita di tutti. Alcuni credono si tratti di un banale gioco creato da giovani idealisti, destinato a interrompersi con il loro ingresso nel mondo del lavoro e la costruzione di vincoli familiari. Ma per i criptocrati è un affronto, un pericolo, una minaccia. Da interrompere. Da estirpare. A qualunque costo.
Paolo Ferrari, Criptocrazia (2010)
Leone Editore, collana Misteria, pagg. 456, euro 17,50
3 commenti
Aggiungi un commentoCi trovo diversi punti di contatto con la trama di "X" di Cory Doctorow: il controllo sociale informatico, i giovani ribelli, la festa organizzata per diffondere il verbo della rivolta...
Sarà interessante capire se siamo di fronte alla trama di un libro che cavalca solo l'onda delle paure da cospirazione oppure se argomenta una denuncia che richiama per l'ennesima volta quel "1984" di Orwell di cui dibattiamo da oltre sessant'anni.
Insomma, che dice di nuovo?
Non ho letto "X", ma se la tematica è questa, m'interessa molto. In ogni caso, la trama di "Criptocrazia" m'interessa, quindi penso proprio che lo comprerò.
Non ho letto Criptocrazia, ma ho letto Little Brother (quello che in italia è stato rinominato X).
A giudicare dalla breve descrizione di Criptocrazia nell'articolo, Little Brother è molto più realistico, specialmente perchè descrive bene l'approccio (non le tecnologie, l'approccio, la forma mentis vengono per prime) da seguire se si vuole davvero scomparire (anche se mancano alcuni accorgimenti ed alcune tecniche per fortuna non sono approfondite a sufficienza).
Quello che mi lascia più perplesso è questo:
"Alcuni credono si tratti di un banale gioco creato da giovani idealisti, destinato a interrompersi con il loro ingresso nel mondo del lavoro e la costruzione di vincoli familiari. Ma per i criptocrati è un affronto, un pericolo, una minaccia. Da interrompere. Da estirpare. A qualunque costo."
Azz! 'sti criptocrati devono essere morti di aneurisma da un pezzo al pensiero di quanti veri "invisibili" ci sono qui in Italia (es: criminalità organizzata ed immigrazione illegale) e di quante risorse bisogna investire per beccarne uno di particolarmente "pregiato" tipo un capomafia.
Davvero, i sistemi di sorveglianza hanno molte più falle e punti ciechi di quanto si possa sospettare e non si tratta solo di problemi "tecnici" ma anche di veri e propri difetti strutturali.
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