Moon è stato una delle sorprese cinematografiche del 2009. Concepito e girato dal giovane Duncan Jones, figlio primogenito del grande David Bowie, come esplicito omaggio alle atmosfere della fantascienza anni settanta e cucito sulle capacità interpretative del bravissimo Sam Rockwell (Guida galattica per gli autostoppisti, il prossimo Iron Man 2), il film ha ottenuto ovunque critiche positive e citazioni in varie manifestazioni internazionali, a partire dal noto Sundance Film Festival. In una recente intervista rilasciata al magazine SFX, e ripresa dal sito specializzato SFF Media, Jones ha parlato dei suoi progetti futuri; per la precisione di un nuovo film che ha intenzione di ambientare nello stesso universo narrativo del primo.

Mute Witness, o più brevemente Mute. Questo sarà il titolo del film, di fatto una sorta di sequel di Moon. "Si svolgerà nella sua stessa linea temporale - ha dichiarato Jones - infatti il personaggio di Sam Rockwell apparirà in un cameo. Ho già chiesto a Sam di riprendere la parte e lui si è dimostrato felicissimo." Come è noto, Moon racconta le vicende di Sam Bell, unico astronauta da tre anni in missione mineraria sulla luna che, in seguito a un incidente, si trova ad aver a che fare con il proprio "doppio" e con il computer centrale della base che gli nasconde parecchie cose (e la cui voce nel doppiaggio originale era di Kevin Spacey). "Il sequel mostrerà anche l'epilogo delle vicende capitate a Sam Bell," ha continuato Jones. "Come Moon, si tratterà di una storia molto umana, ed è uno dei principali motivi per cui mi piace la fantascienza: ciò che ti permette di fare offrendo al tempo stesso un momento di evasione dalla realtà." In effetti in Moon si sono esplorati temi quali la manipolazione genetica, la clonazione, l'etica delle grandi corporazioni e gli effetti psicologici dell'isolamento, il tutto in un'atmosfera di grande impatto emotivo.

Tornando al sequel, Jones lo ha definito "una lettera d'amore a Blade Runner. Come il film di Ridley Scott, anche Mute ha un'atmosfera da thriller ed è ambientato nel futuro, anche se il mio film si svolge a Berlino." Una dichiarazione di intenti piuttosto impegnativa, che conferma la volontà del regista di stare ancora lontano dal modo hollywoodiano di concepire la fantascienza. "Quando le major si buttano nella fantascienza di solito investono un mucchio di soldi - ha detto ancora Jones - e quindi devono assicurarsi il maggior consenso possibile da parte del pubblico; per questo motivo normalmente il progetto viene adeguato verso il basso. Ciò significa che tutto quello che piace ai veri appassionati di sci-fi non si fa più. Un film come Blade Runner oggi probabilmente non verrebbe realizzato. Ma una delle cose più interessanti che sta succedendo è che tutti questi effetti speciali colpiscono sempre di meno, per cui penso che in futuro si vedranno più produzioni indipendenti disposte a osare con film intelligenti e coinvolgenti. Penso che si prospetti un buon periodo per il cinema fantastico, e mi auguro che Mute lo potrà dimostrare."

Attualmente Jones è impegnato su un altro progetto fantascientifico, Source Code, incentrato sulle vicende di un soldato che si risveglia nel corpo di un pendolare ed è costretto a rivivere un'attentato a un treno più e più volte. Protagonista del film sarà Jake Gyllenhall (Donnie Darko, Brokeback Mountain), insieme a Vera Farmiga (Tra le nuvole) e Michelle Monaghan (Mission: Impossible III). Anche da queste scelte confermano la volontà del giovane regista britannico di tentare un approccio alla fantascienza lontano dai canoni ultraspettacolari, per puntare all'essenza stessa, ovvero la capacità speculativa che ha fatto la fortuna del genere.