Chi ha visto quel piccolo gioiellino che era Moon, che il film che ha lanciato il talento di Duncan Jones, ricorderà il personaggio di Sam Bell, impiegato solitario in una stazione lunare, che tanto ci teneva a tornare a casa sulla terra. Senza spoilerare sul suo destino, Duncan Jones aveva promesso di riprendere il personaggio e lo ritroviamo in Mute, sulla Terra appunto, personaggio secondario in un film che vede protagonista il barista Leo (Alexander Skarsgård, lo ricorderete come il vampiro Eric di True Blood). Nel cast anche Paul Rudd (Ant-Man), Justin Theroux (The Leftovers) e Noel Clarke (il Micky di Doctor Who).
Ambientato in una Berlino del 2050, Mute ha un deciso sapore cyberpunk con una trama noir.
Il film è disponibile da oggi su Netflix, anche in Italia (in italiano o in lingua originale). Chi non fosse abbonato può fare un abbonamento gratuito di prova per un mese partendo da www.netflix.com.
Sinossi
Un uomo muto dal passato violento deve vedersela con la malavita di una Berlino del prossimo futuro, mentre cerca la sua ragazza scomparsa.

Mute
Regia di Duncan Jones
Con Alexander Skarsgård, Justin Theroux, Paul Rudd, Sam Rockwell, Florence Kasumba, Noel Clarke, Livia Matthes, Daniel Fathers, Kirsten Block, Gilbert Owuor
Scritto da Michael Robert Johnson, Duncan Jones, Damon Peoples
10 commenti
Aggiungi un commentoBoh, non mi pare che due taxi volanti e qualche protesi robotica siano sufficienti a far fantascienza. La trama [no spoiler] non è per nulla fantascientifica: lui ama lei, lei sparisce, lui la cerca. Il tutto in mezzo a uno zoo umano grottesco e a tratti ridicolo, con alcuni personaggi che (letteralmente) non hanno alcuna funzione narrativa, e sembrano messi lì solo per scandalizzare il pubblico (senza rendersi conto che il pubblico ormai non si scandalizza più per nulla, e di certo non per queste macchiette).
Morale: se lo stesso identico film si fosse svolto a Berlino ai giorni nostri, non sarebbe cambiato assolutamente niente.
Ho l'impressione che si tratti di un'altra operazione alla JJ: prendi un film che ha una dignità sua e poi martellalo fino a farlo entrare in una saga che non c'entra nulla, così da sfruttarne la scia e fidelizzare gli spettatori (ossia, provarci).
Nel caso di questo "Mute" la saga era fantascientifica; perciò, da B-movie noir che era, hanno dovuto trasformarlo in C-movie sf.
Perché? Boh.
ma il riferimento a moon e' perche ha avuto successo quindi, un nome una garanzia?...mah
Visto, niente di che come trama, alla fine dalla dedica si capisce l'idea di fare qualcosa che abbia a che fare con il significato di essere genitore, ma non mi ha convinto come storia.
Visto adesso. A me è piaciuto.
E' vero che la storia avrebbe potuto svolgersi in qualsiasi città al giorno d'oggi, ma l'averla ambientata in una Berlino di un futuro prossimo secondo me ha aggiunto qualcosa. Anche perché la tecnologia che si vede tutto sommato è credibile.
Per quanto riguarda i "freak" secondo me l'intento non era di scandalizzare, ma piuttosto di descrivere una civiltà sempre più allo sbando.
Se non erro Duncan Jones aveva detto di voler realizzare un film speculare a Moon già un bel po' di anni fa, se non ricordo male ancor prima che uscisse Source Code. Mi sembrava avesse detto di voler descrivere la stessa solitudine che si avverte in Moon in una location parallela. Secondo me ci è riuscito. Io i riferimenti a Moon li ho apprezzati.
Film carino ma francamente non mi è sembrato niente di speciale, al contrario di moon già archiviato e dimenticato.
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