Tra gli interventi più strampalati del seminario, ci sono quello secondo cui il Grand Canyon si

Una scena di <i>Jurassic Park III</i>, al momento ultimo capitolo della serie, realizzato nel 2001.
Una scena di Jurassic Park III, al momento ultimo capitolo della serie, realizzato nel 2001.
sarebbe formato in un anno grazie al diluvio universale, e un altro secondo cui i dinosauri si sarebbero estinti al massimo ventimila anni fa, con buona pace degli ultracollaudati metodi di datazione dei fossili. Il pensiero va subito ad sir Arthur Conan Doyle, autore di Il mondo perduto, storia di dinosauri viventi trovati in una sperduta isola e da cui la BBC trasse un film televisivo nel 2001. Questo racconto, come il Jurassic Park targato Micheal Crichton, al di là delle inevitabili semplificazioni e del dubbio etico espresso sull’uso distorto degli strumenti scientifici, manifesta per intero la concezione acquisita di un modello evolutivo posto a tema centrale della narrazione. Dal canto suo Douglas Adams, autore del ciclo della Guida Galattica per gli autostoppisti, nel suo ateismo razionale ha seguito con competenza e passione la crescita del darwinismo, che come tutte le teorie si è evoluta e perfezionata con gli anni e con il miglioramento delle tecniche. Adams diventò molto poi amico di Dawkins tanto che quest’ultimo ha scritto la prefazione del suo ultimo libro uscito postumo. In molte storie Isaac Asimov ha fatto trapelare la sua convinta aderenza al mondo scientifico, ma è soprattutto nel suo lavoro di divulgatore e saggista che ha posto con chiarezza la questione della ricerca scientifica, che deve essere libera di esprimersi in ogni direzione senza soggiacere a vincoli dogmatici religiosi, e rispondendo soltanto alle prove sperimentali. In linea generale, è l’intera fantascienza come genere “oltre i generi” a fornire un modello in cui ricerca e immaginazione si uniscono per sfondare confini e barriere, e soprattutto preconcetti e superstizioni, dimostrando con i suoi racconti, più o meno riusciti sul piano letterario, i pericoli di una deriva antiscientifica della società. Quanti sono i romanzi, i film, nei quali viene descritto il crollo di una civiltà con conseguente ritorno di tirannie pseudomistiche? Non sono invenzioni degli autori ma semplici deduzioni che arrivano dall’analisi della realtà, cosa in cui la fantascienza, come la scienza, forse un po’ di cose da dire le ha. In un’epoca in cui tutti parlano di tutto, e spesso a sproposito, sorprende la disinvoltura con la quale De Mattei si è impadronito di una materia della quale non si può definire un esperto, al solo scopo di fornire universalità e fondatezza alle proprie convinzioni religiose. In ciò favorito dall’atteggiamento della chiesa cattolica e delle sue gerarchie, e di certe forze politiche, che usano cinicamente questo tipo di iniziative per consolidare la presa sulla società e sulle sue istituzioni. Il recente discorso di Benedetto XVI che accomuna astrologi ed economisti la dice lunga sull’argomento. Resta ancora una domanda da porsi: ma per quale motivo De Mattei, viste le sue convinzioni, ha accettato di sedersi sulla poltrona di vice presidente del CNR? Anche in altri paesi esistono movimenti creazionisti molto forti ma i loro esponenti non vengono nominati ai vertici degli istituti pubblici che si occupano di ricerca; probabilmente loro stessi non vorrebbero andarci. Forse De Mattei ha preso su di sé la missione di infiltrarsi nel CNR per minare la credibilità della scienza? O più semplicemente siamo in Italia e qualsiasi poltrona va bene purché ci si sieda? La fantascienza avrebbe parecchio da dire anche su questo.