Iniziata con i premi alla carriera a due pietre miliari del genere come Roger Corman e sir Christopher Lee la decima edizione del festival della fantascienza di Trieste non poteva terminare che con bilanci positivi, sia per l’affluenza del pubblico che per le anteprime nazionali, una su tutte l’acclamatissimo Moon di Duncan Jones.

Ma a conquistare il premio Asteroide dalla giuria presieduta da Bruce Sterling  assieme a Gilles Esposito e Antonio Serra è stato First Squad The Moment of Truth del giapponese Yoshiharu Ashino, un’opera di animazione globale e visionaria realizzata tra Russia, Giappone e Canada e ambientata nel 1942 in piena guerra tra l’Armata Rossa e le truppe naziste e con protagonisti eroi teenagers contro un ufficiale delle SS e il suo esercito redivivo di guerrieri mistici del XII secolo. 

Menzione speciale per stile, precisione e innovazione tecnologica allo svedese Metropia di Tarek Saleh, a detta della giuria ‘l’avanguardia del cinema fantasy europeo nel 2009’.

Tra le novità assolute di questa edizione del festival l’assegnazione del Méliès d’Argento, nomination indispensabile per accedere al concorso europeo che decreterà il vincitore del Méliès d’Oro alla prossima edizione del Festival del Film Fantastico di Sitges, che è andata al film The Children, sottotitolo "bambini malvagi", dell’inglese Tom Shankland. Enzo G. Castellari, presidente della giuria, ha voluto premiare la pellicola perché ‘horror coinvolgente che rimanda anche al genere fantascientifico, con un’ambientazione propria e indovinata, una buona regia e un’ottima recitazione’.

Nella sezione European Fantastic Short, la selezione di cortometraggi fantastici europei, la giuria presieduta da Castellari ha assegnato la nomination al francese Virtual Dating firmato da Katia Olivier, storia d’amore donna-robot che si trasforma in incubo.

Il neonato premio del pubblico è toccato invece ‘a sorpresa’ a TiMer della regista americana Jacqueline Schaeffer, una commedia romantica tradizionale con commistioni tecnologiche non esattamente riconducibili al filone fantascientifico ma tali da guadagnarsi l’apprezzamento degli spettatori in sala, che probabilmente si sono rilassati e divertiti dopo le  precedenti visioni angosciate e angoscianti del genere.

The Clone Returns Home
The Clone Returns Home
Tra le anteprime del festival anche Shadow di Federico Zampaglione che dopo i consensi ricevuti al FrightFest e a Sitges ha ottenuto il premio Prime Visioni di Nocturno, un incoraggiamento alla rinascita dell’horror italiano.

Impossibile non menzionare anche alcuni film non premiati o non in concorso come Valhalla Rising di Nicolas Winding Refn, opera epica vichinga del regista danese noto per la sua trilogia The Pusher, il messicano 2033 tra fantapolitica e realtà contingente, l’omaggio al giallo-thriller italico di Amer, il francese Banlieue 13 - Ultimatum sceneggiato da Luc Besson, Carriers e le sue fobie virali, lo spirituale e sofisticato The clone returns home dell’eclettico Kanji Nakaijima, Goemon il Robin Hood ninja con superpoteri, il grottesco Infestation e per finire l’esplorazione della produzione di fantascienza dei paesi dell’est europeo del progetto Marx Attacks!

Anche quest’anno La Cappella Underground, oltre ad aver proposto titoli interessanti della scena internazionale del cinema di fantascienza, ha coinvolto il pubblico in chiacchierate con i registi al Caffè Tommaseo, masterclass di Corman e Lee, incontri tra scienza, arte e fantascienza all’Auditorium del Museo Rivoltella, discutendo di cyberpunk, futurismo, lunacomplottisti, nane bianche e buchi neri.

Trieste è la cornice perfetta, con il suo naturale soundtrack di vento e mare, i suoi grigi lunari e i membri di Yavin 4 nei panni stellari di Darth Vader e trooper in sala ad aspettare che la proiezione abbia inizio.