La terza antologia del Connettivismo, A.F.O. Avanguardie Futuro Oscuro, è uscita sul mercato per la EDS, Edizioni Diversa Sintonia, nell'ambito della neonata e vulcanica etichetta Connectiva.

Cosa è AFO? 15 autori hanno dato vita a questa prima raccolta oscura del Connettivismo, impreziosita da una splendida postfazione di Sergio "Alan D." Altieri. Nel dettaglio:

Umberto “Ubi” Bertani - Thule

Marco “Antares666” Moretti - L’abbraccio di Sedna

Filippo “Leo Bulero” Carignani Battaglia - Maieutica epidermica

Marco “pykmil” Milani - 8 Hertz

Maurizio “Scarweld” Landini - Futuro Morto

Christian “Ulver” Ferranti - Opinioni contrarie a proposito dell’argomento principale ovvero per ardua ad astra

Giovanni “X” De Matteo - Effetto neve

Fernando “Black Hole Sun” Fazzari - È la guerra

Giovanni “kosmos” Agnoloni - A un passo dal baratro

Alex “Logos” Tonelli - Pensa a Phleba

Luca “Kremo” Baroncinij - Il roditore

Marco “Alazif ” Marino - Il suono dei fiori di vetro

Sandro “zoon” Battisti - Il percorso quantistico

Domenico “7di9” Mastrapasqua - La scatola di droste

Paolo “Evertrip” Ferrante - Metatrance

Dall'introduzione di Sandro Battisti. Cosa si racconta in quest’Avanguardia del Futuro Oscuro? Una serie di storie davvero strane da leggere con un pizzico d’incoscienza lessicale, quasi a scivolare sulle parole scritte fino a farsi prendere dalle immagini suscitate. Come in Thule, di Umberto “Ubi” Bertani, che corrode con le sensazioni fuorvianti e gelide di una guerra combattuta contro alieni dagli armamenti troppo superriori, dai modi di fare spicci e abituati a disporre, a comandare, a schiacciare ogni altra esistenza con la potenza soverchiante della tecnologia e della forza bruta; compresi i postumani, che però hanno carte nascoste da giocare come in un sogno occulto. O come in L’abbraccio di Sedna, di Marco “Antares666” Moretti, dove la ricerca nello spazio profondo di pianeti extrasolari – anzi di un particolare pianeta extrasolare – s’intreccia con le vicende di un equipaggio siderale assai singolare che dovrà fare i conti con la pazzia irrazionale superiore che l’umanità (o postumanità) non potrà mai comprendere, chiusa com’è nel suo gretto cluster di razionalità circoscritta. E cosa dire invece di Maieutica epidermica, del bravo Filippo “Leo Bulero” Carignani Battaglia, se non accennare di un mood immerso in un senso infetto di carne surreale e acida, che nasconde continue sorprese quasi a voler celare, in tante scatole cinesi, un orrore psichico talmente intenso da toccare gli estremi di una splendida epifania dell’anima? 8 Hertz, di Marco “pykmil” Milani, affonda nel genio di uno scienziato assai poco considerato eppure geniale, controverso, e lo fa con un piglio sornione così da fornirci la soluzione sconvolgente senza quasi far rumore, giusto per non farci collassare sulla sedia. Mentre Futuro morto, di Maurizio “Scarweld” Landini, affronta il problema della fede tra i postumani usando un punto di vista avanzato che sa essere ipocritamente reazionario. Ardua, di Christian “Ulver” Ferranti, è un viaggio assolutamente acido e occulto e lessicamente scivoloso tra i meandri della matematica e delle forze oscure che sottendono alla trama del nostro continuum; L’effetto neve di Giovanni “X” De Matteo racconta di visioni e discese in un gorgo di sensazioni sempre più agghiaccianti che stringono come un nodo scorsoio, una trappola che funziona come le nasse per pesci da cui non si riuscirà più a fuggire emozionalmente. È la guerra, di Fernando “Black Hole Sun” Fazzari, trasuda di poesia  struggente, quella che fa stringere il cuore e che ti fa ricordare che sì, ancora sei nel dominio umano e che pure se ne uscirai te ne porterai appresso il retaggio, anche se sarai un postumano impegnato in una sporca guerra tra postumani; ed è così che ci ritroveremo lanciati nello spazio profondo, impegnati in una missione impossibile che devasterà quello che rimane della nostra anima e che ci farà comprendere solo alla fine quanto siamo bassamente stati A un passo dal baratro (parola di Giovanni “kosmos” Agnoloni). Saltiamo poi in uno stesso tipo di spazio ma che uguale non è, dove Alex “Logos” Tonelli vive intensamente il suo Pensa a Phleba, con tutte le reminescenze fenicie di cui è capace e che ben si adattano alle derive e paranoie, splendide paranoie, di mondi alieni impossibili eppure sapidi, densi. Luca “kremo” Baroncinij ci propone un’altra delle sue gemme, Il roditore, e l’esistere maldestro e sottotraccia di cui renderà protagonista la postumanità riverbererà qui ogni suo splendore malato, quasi cyberpunk ma tagliente, un dolore che s’infila sotto le unghie e prende allo stomaco come una malattia terminale. Un tipo di struggimento, anche se di matrice completamente diversa, che anima Marco “Alazif ” Marino con il suo Il suono dei fiori di vetro, che esplora quello che la morte biologica non dice, ma da un lato che l’umanità non avrebbe mai voluto conoscere; così come Il percorso quantistico di Sandro "zoon" Battisti, che si lega ad alcune bassezze umane ereditate dalla postumanità e che rende il bisogno di trascendenza verso altre forme d’esistenza non imperiali un punto di fuga insopprimibile. Domenico “7di9” Mastrapasqua ci mostra La scatola di Droste e l’angoscia vi prenderà, oh sì che vi prenderà, perché la vostra anima non sarà sicura in nessun angolo psichico e nemmeno fisico, e non saprete nemmeno che cosa s’intenda per fisico. Infine, Paolo “Evertrip” Ferrante entra in una Metatrance e ci fa percepire il limite medico di una società tecnologica, postascetica e ricca di suggestioni materialiste che si contrappongono alle spinte meramente mistiche della società postumana.

Il volume è reperibile rapidamente in Rete su www.kaleydoslibri.it

A.F.O. - Avanguardie Futuro Oscuro - EDS Edizioni Diversa Sintonia - Euro 13

E' visualizzabile anche un booktrailer, realizzato da Francesca Fuochi.