Si tratta della serie televisiva più longeva della storia della fantascienza, su cui ormai si è detto tutto e il contrario di tutto. Ma questa ancora non si era sentita: Kelley L. Ross, docente di filosofia al Los Angeles Valley College, si è scatenato contro Star Trek accusandola di avere una matrice ideologica di stampo fascista.

Premesso che, per chi volesse, l'intervento è pubblicato qui (in inglese, tempo di lettura: circa 15 minuti), vediamo quali sono i tre punti principali su cui si fonda la teoria del professor Ross.

1) Collettivismo. In Star Trek l’interesse della collettività passa sempre davanti a quello del singolo. Nella serie The Next Generation e in particolare nella puntata La Zona Neutrale (l’ultima della prima stagione), l’Enterprise ritrova tre americani del XX secolo in stato di ibernazione. Uno di questi è un imprenditore ansioso di entrare in contatto con i suoi collaboratori per sapere che ne è stato dei suoi investimenti. Parlando con lui, il capitano Picard afferma “altezzosamente” che il capitalismo non esiste più. “Ma come ciò sia avvenuto - spiega il professore -  non è dato sapere. La carte di credito, le azioni, le banche, i bond sono tutti scomparsi. Gli affari si conducono con il baratto. [...] Nel futuro, il profitto è guardato con disprezzo, tant’è vero che chi lo persegue, ad esempio i Ferengi non solo non fanno differenze fra un business onesto e la pirateria, ma il loro stesso nome suona come una critica agli europei (Ferengi deriverebbe dal persiano Farangi, europeo)".

2) Ateismo. A parte i Klingon e qualche razza minore caratterizzata da bizzarre credenze, non è rimasta traccia di religione in Star Trek. Ancora nella serie The Next Generation (il professor Ross ce l'ha a morte con Picard, ndr), puntata Prima direttiva (la quarta della terza stagione), l’Enterprise piomba su un pianeta la cui civiltà è ancora pre-industriale, sebbene intellettualmente evoluta (sono ‘parenti’ dei Vulcaniani). Proprio per quest’ultimo motivo, hanno smesso di credere in Dio da tempo. Quando Picard viene erroneamente scambiato per una divinità dell’antichità, la civiltà è presa da una sorta di follia collettiva che potrebbe portarli lontano dalla loro naturale evoluzione.

3) Privata della dimesione economica e religiosa, cosa rimane nella sfera individuale di Star Trek? La vita militare. E infatti la serie ne è permeata fino all’osso, secondo il professor Ross. “E non potrebbe essere altrimenti, visto che si tratta della storia di un istituzione militare. [...] I tentativi di inserire qualche parentesi di vita ordinaria sono poco credibili”.

E allora - conclude il professore - nel XX secolo c’è stata un’ideologia che ha tratto forza da una miscela di militarismo, collettivismo e disprezzo per la religione: il fascismo, "quello rivoluzionario e nichilistico di Hitler, che non riconobbe alcun Dio al di fuori del Führer e del Volk. Star Trek presenta un’utopia, che non deve fare i conti con la storia. Non ci deve spiegare cosa sostituisce il profitto o come si è risposto ai misteri dell’esistenza. Ancor più interessante è che tale operazione gratuita trae ulteriormente beneficio dall’assimilazione del tutto alla vita militare, dove la priorità collettiva e l’autorità non sono messi in discussione. A pensarci bene, il Capitano Picard finisce per assomigliare a Dio”.

Una conclusione paradossale.