Tralasciando per un attimo gli editori americani come Marvel e DC, che, ancora una volta, si sono affrontati in campo aperto a forza di eventi forzatamente spettacolari, nel 2008 si riesce a percepire un buoin interesse a proporre sul mercato generale, ma in particolare anche nel settore fantascienza, prodotti e formati che provano a discostarsi dal nudo e puro panorama made in USA.

Nell'autunno, in concomitanza con la fiera del fumetto di Lucca, Star Comics e Panini hanno infatti presentato rispettivamente Trigger e David Murphy 911, fumetti destinati ad insidiare la Bonelli nella classica forma "all'italiana" su cui dominava quasi in modo indiscusso. Planeta De Agostini ha cominciato invece ad offrire fumetti d'autore, appartenenti al panorama francese, in una accattivante quanto lussuosa veste editoriale (Santuario), seguita a poca distanza sia da case editrici minori come la 001 Edizioni (che si è accapparrata i diritti del famoso Universal War One) sia da altri importanti colossi del settore come la Panini Comics (con la Sindrome di Caino). 

Un buon momento anche per le miniserie che in parte sembrano discostarsi dalla sindrome di revival molto di moda l'anno passato: se ancora abbiamo riletture di antiche glorie, come lo Spirit di Will Eisner riproposto da Darwyn Cooke giusto in occasione della sua uscita cinematografica, dall'altra parte sono uscite opere interessanti come Echo di Terry Moore o il terribile The Boys di Garth Ennis. Da non sottovalutare per i collezionisti anche il progetto della Magic Press volto a riproporre rilegato in volumetto tutto quanto è stato edito dalla Dark Horse su Terminator.

Languisce un pò il panorama dei manga, più rivolto al fantastico di Death Note, e soprattutto la Bonelli che con Nathan Never e la nuova miniserie di Brad Barron si ritrova ancora una volta a raschiare il fondo del barile, nemmeno la decisione di buttarsi su fumetti autoconclusivi (è l'esempio di Sighma) sembra scuotere il torpore che da qualche anno a questa parte avvolge uno dei più importanti editori italiani di fumetti.

Vediamo la classifica del 2008.

I migliori:

Universal War One di Denis Bajram: un piccolo gioiellino uscito oltralpe che, strizzando l'occhio nello stesso tempo sia alla Space Opera che ai paradossi temporali, riesce a costruire un'ottima trama piena di sorprese e colpi di scena.

Iron Man: direttore dello Shield di Daniel & Charles Knauf: frammento della serie regolare uscito quest'anno sulla testata  Iron Man ed i Potenti Vendicatori che associa ad una struttura matura ed avvincente, non troppo tipica dei fumetti Marvel, un buon assaggio di ottica postumana (in senso tecnologico) e di teorie bio-evolutive artificiali.

Silver Surfer: Requiem di Michael Straczynzki: rilettura del mito del surfista d'argento con un respiro veramente cosmico e con un'attenzione maniacale nel rappresentare un'anima divisa fra la sua natura aliena ed umana.

Santuario di Xavier Dorison e Christophe Bec: bella prova nel riproporre in altra chiave l'idea che sta alla base tanto di The Abyss quanto di Sfera. Un thriller al cardiopalma nelle profondità del Mediterraneo per svelare con la moderna tecnologia la natura allucinante di antichissime leggende.

David Murphy 911 di Roberto Recchioni: la dimostrazione che idee originali e divertenti non mancano nel nostro paese. Un'opera a metà fra fantastico e fantascienza che non delude lo spettatore donandogli qualche momento di sano e meritato svago.

Menzione d'onore a Stormwatch P.H.D. di Christos Gage per le ottime idee non sfruttate appieno e al The Boys di Garth Ennis, un ritorno in grande stile dello scrittore alle atmosfere iconoclaste che gli sono semrpe state care.

I peggiori:

World War Hulk di Greg Pak: maxi-serie estiva della Marvel che ha come suo unico pregio un buon disegnatore. Vedere un immenso mostro verde che, come fosse in un videogioco, fa a pezzi tutto e tutti per quasi cinque mesi è una gran perdita di tempo e soldi ma soprattutto un grande spreco del talento degli interessati.

Sighma di Paola Barbato: romanzo a fumetti di casa Bonelli dagli inizi promettenti ma che nel corso della lettura mantiene veramente poco: dall'ambientazione poco curata fino alla storia, un pò banalotta e già anticipabile dalle prime battute.

Ultimate Iron Man di Orson Scott Card: fumetto di per sè niente male se non sfruttasse stilemi narrativi vecchi di vent'anni e per nulla in sintonia col personaggio. Un grande scrittore che sembra non si sia nemmeno preso la briga di leggere qualcosa su quanto era stato chiamato a sceneggiare.

Annihilation: Conquest di Dan Abnett ed Andy Lanning: ennesima occasione perduta della Marvel di creare un contesto fantascientifico nemmeno credibile ma almeno plausibile nel loro universo narrativo principale. Mentre una razza tecnobiologica devasta la galassia una donna con una spada ed un drago affronta l'invasore...

The Spirit di Darwyn Cooke: sull'onda dell'uscita cinematografica la riproposizione del vecchio fumetto di Will Eisner in chiave moderna ma strizzando l'occhio alle ambietazioni passate: un miscuglio che non convince.