Delos 14: Pensiero Stocastico Perché sono utili le Convention di Fantascienza a cura di
Roberto Quaglia < Cyberscopio | Sommario | Views: Rudy Rucker >

Roberto Quaglia, ovvero il rappresentante della fantascienza del nostro Paese più famoso all'estero e più sconosciuto in Italia, continua a fare tante domande e a rifiutare tutte le risposte. Leggete quanto segue a vostro rischio. Delos non si riterrà responsabile della vostra incolumità mentale.

Avvertenza per il lettore: se il prossimo paragrafo non vi interessa, saltate direttamente al successivo. E' un vecchio trucco che funziona sempre, soprattutto quando funziona.
Chi avesse letto le mie due precedenti "colums" pubblicate da Delos nei mesi scorsi (se volete leggerle o rileggerle, cliccate qui per l'una e qui per l'altra), resterà stupito, questa volta, per l'inusitata quantità di linearità capitalizzata dal brano che avete sott'occhio in questo medesimo istante. Il fatto è che non ho nulla contro la linearità, anche se spesso la linearità (e gli alfieri della stessa) hanno parecchio contro di me. Diciamo che la linearità, come i fisici sanno, riserva in genere poche sorprese, mentre i sistemi caotici fanno di tutto per non annoiarci. Quando si ragiona, un po' di linearità nel proprio pensiero è d'obbligo, più che altro per non farneticare, ma è solo dal proprio caos che una mente trae la propria evoluzione, ovvero le idee nuove ed originali. Per questo motivo, quando si tratta di vivere e di pensare (due atti connessi) prediligo il fecondo Caos alla sterile Linearità. Nondimeno so che il caos produce instabilità, mentre il ruolo della linearità è quello di rendere stabile un sistema. Quindi, dopo l'instabilizzante caos dei miei due precedenti scritti (nonché di questo paragrafo), concediamoci il riposo stabilizzante di un po' di linearità, parlando in modo ortodosso delle Conventions di fantascienza.

Se state leggendo queste pagine, se state consultando la cyberzine Delos, probabilmente nutrite un certo interesse per quel genere di argomento che si chiama "fantascienza". Può darsi che siate abituali lettori di libri di fantascienza, o che invece vi accontentiate di guardare film o telefilm come gli X-Files, Star Trek, Star Wars o Blade Runner. Comunque sia, vi distinguete da molte altre persone per una caratteristica davvero specifica: siete attratti dal mistero costituito dalla trasformazioni che il futuro ci dispenserà. A voi sembra una cosa normale, è vero, e vi assicuro che anche per me si tratta di un atteggiamento normalissimo. Mi sembra la più normale delle cose che si sia curiosi rispetto a ciò che accadrà o che potrà accadere nel futuro prossimo ed in quello remoto. In effetti, questo forte interessamento per ciò che riguarda il futuro, non solo è attualmente normale, ma è più che doveroso e sacrosanto! Ma sebbene questa nostra passione sia normale, doverosa e sacrosanta, dobbiamo lucidamente renderci conto che la maggior parte delle persone ne è totalmente esente. La maggior parte delle persone, ahimè, anzi, ahinoi (e soprattutto ahiloro), è del tutto cieca rispetto al fatto che la realtà si sta trasformando in fretta, e che il futuro sarà completamente diverso dal nostro presente. Proprio a causa di tale cecità, la maggioranza delle persone non è assolutamente interessata agli argomenti affrontati dalla fantascienza (soprattutto la fantascienza letteraria, ma in misura minore anche quella televisivo-cinematografica). E bisogna stare attenti a trattare con essi. Chiunque abbia letto "Il Paese dei Ciechi" di H.G. Wells sa benissimo che nel paese dei ciechi l'orbo NON è re. Nel paese dei ciechi, chi ci vede, se non sta attento, ce l'ha in quel posto (la metafora potrà apparire eccessiva, ma non lo è per nulla). Provate a condividere il vostro interesse per la fantascienza (soprattutto quella letteraria) con qualcuno che sia affetto dalla cecità di cui ho accennato, e vi vedrete del tutto ignorati, quando non addirittura derisi. Per la maggior parte delle persone, infatti, la parola "fantascienza" è coerentemente diventata una parolaccia. Per disprezzare qualcosa, è d'uso comune usare l'espressione "roba da fantascienza". Noi amanti della fantascienza siamo quindi una minoranza ignorata, quando non derisa, dalla restante umanità. Bene, cosa possiamo fare?

Orson Scott Card, celebre scrittore americano di science fiction, sostiene che la fantascienza sia il genere letterario rivoluzionario di questo secolo. Non si può dargli torto. Traendo la fantascienza la propria origine ed il proprio senso dall'assunzione di consapevolezza circa le trasformazioni della realtà, essa deve trasformarsi di pari passo con una realtà in rapida trasformazione. La science fiction, quando non fosse rivoluzionaria, non sarebbe science fiction. (A questo proposito devo dire che trovo particolarmente sciocco tentare di distinguere fra fantascienza di destra e fantascienza di sinistra; coloro che si rendono ridicoli facendolo, tra l'altro, non capiranno mai quanto sono ridicoli, il che non è più ridicolo, bensì tragico)
Vi siete mai chiesti perché in nessuna università venga insegnata la letteratura di fantascienza? In verità sono recentemente sorte, negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna, alcune università nelle quali la fantascienza è materia di studio con piena dignità. E' l'inizio. In futuro sarà forse normale. Ma fino ad oggi, di norma, la fantascienza in università è sempre stata un'eresia, in tutto il mondo. Ma non è un'eresia perché la science fiction sarebbe brutta o inferiore alle altre letterature. Noi sappiamo che non è brutta, né inferiore. La buona fantascienza è significativamente più interessante di ogni altro genere, poiché essa contiene tutti gli altri generi in sé, ma non viceversa. Le università ignorano la fantascienza perché sono in ritardo rispetto ad essa. La science fiction si evolve continuamente, anno dopo anno, moltiplicando i propri autori, i propri lettori, evolvendo i propri temi senza soluzione di continuità, con una rapidità che è pari solo a quella del progresso delle scienze umane. L'università è invece, in tutto il mondo, un'istituzione statica, contraddistinta da un'inerzia notevolissima, soprattutto in quei campi umanistici dove non premono per lo sviluppo precisi interessi economici. Essa ignora l'esistenza della science fiction perché è troppo complicato occuparsene, e non rende niente da un punto di vista finanziario. In futuro le cose cambieranno un po' (non molto), ma noi viviamo nel presente, quindi vediamo cosa si può fare per surrogare l'università.
A cosa serve in effetti un'università? Oltre che per fornire a molti professori (e relativi assistenti) studentesse disponibili a prostituirsi in cambio di un voto decente? Un'università serve ad un paio di altre cosette deprecabili, e marginalmente anche ad insegnare qualcosa agli studenti. Viste tutte le controindicazioni, non potrebbero, gli studenti, studiarsi le cose per i fatti loro? In genere no, è la sconfortante ed ineludibile risposta. Non potrebbero studiare da soli perché non saprebbero che cosa studiare. L'università, quindi, oltre che per i tornaconti privati di chi la gestisce, serve pure a selezionare, fra tutta la spazzatura che l'umanità ha prodotto nei secoli, quelle gemme del pensiero umano che meritano di essere salvate, imparate, ricordate, usate, sviluppate e perpetrate.

Dato che nessuna (o quasi) università si assume il compito di attuare questa selezione anche nel sempre più vasto campo della letteratura di fantascienza, come facciamo a sapere quali sono i libri degni di essere letti, distinguendoli dal mare di robaccia nei quali essi affogano?
Eh, sì, perché proprio questo è il problema. Come in ogni altro ambito di produzione umana, anche nella fantascienza la maggior parte di quello che c'è è spazzatura. Theodor Sturgeon, celebre autore di science fiction, addirittura disse: "Il 90% di qualsiasi cosa è merda." Si espresse così per spiegare che non c'è da stupirsi se anche nel campo della fantascienza si trovano così tante porcherie. Differentemente che per altre discipline culturali, tuttavia, per la fantascienza non c'è alcuna università in grado di attuare la necessaria cernita, proponendo a chi sia interessato una selezione delle sole opere valide. In questo campo, gli editori non aiutano le scelte del lettore, etichettando in genere come "capolavoro" qualsiasi titolo da essi commercializzato, per ovvi motivi. Qual è la conseguenza logica di tutto ciò? Non ci vuole molto a capirlo: chiunque compri a casaccio un libro di fantascienza, ha ottime probabilità di beccarsi qualche schifezza. Molte persone che sarebbero fortemente interessate ad una fantascienza di buona qualità, dopo un po' rinunciano con delusione, non trovando, nella marea dei titoli circolanti, quei capolavori che pure esistono, ma che per trovare i quali essi non dispongono di alcun criterio valido.
Quale può essere allora un criterio valido, per muoversi con competenza e successo nel sempre più vasto e sconfinato oceano dei titoli di fantascienza, un criterio che permetta una selezione che ci soddisfi e ci arricchisca, un criterio che surroghi la funzione offerta per altri argomenti dall'università?

Il migliore criterio valido è la comunicazione fra individui con lo stesso interesse, lo scambio di opinioni e di pareri. Conversando a lungo con parecchi individui che nutrono il nostro stesso interesse, possiamo unire sinergicamente le nostre conoscenze, e condividendole ci arricchiremo tutti. Ma dove possiamo trovare un numero sufficiente di persone che siano come noi interessate alla fantascienza? Dopotutto, come abbiamo osservato in precedenza, la gran parte dell'umanità è sostanzialmente priva di ogni interesse circa gli sviluppi della realtà nel nostro futuro prossimo e soprattutto in quello remoto. Dove possiamo trovare un numero sufficiente di individui che non ci guardino come si guarda un deficiente quando prendiamo a fantasticare e ad estrapolare sugli sviluppi futuri della telepatia, dell'esplorazione spaziale, dell'evoluzione genetica e di quella semantica, e di tutte quelle altre meraviglie che sappiamo ed amiamo pensare e che a dar retta a chi normalmente ci circonda dovremmo quasi vergognarci di essere in grado di pensare?
E' per questi motivi, probabilmente, che sono nati, e diventano sempre più importanti, in tutto il mondo, le Convention di fantascienza. Esse sorsero mezzo secolo fa negli Stati Uniti, per raggruppare saltuariamente quella manciata di solitari ed ignoti strampalati visionari che si chiamavano Asimov, Heinlein, Pohl, Simak... Nei decenni, le Convention di science fiction si sono diffuse in tutto il mondo, ed il numero dei loro partecipanti è sempre cresciuto. Ma a cosa serve una Convention di fantascienza?
Essa serve proprio a supplire a ciò per cui nessun'altra istituzione provvede: la costruttiva circolazione dell'informazione riguardo un preciso ambito d'interesse d'estrema importanza!
E' incontrando centinaia di altre persone, nessuna di esse cieca rispetto a tale nostro interesse, stringendo amicizie, scambiando informazioni, umori e pareri, che la nostra passione per ciò che il futuro cela cresce di sostanza e qualità, rendendoci la sensazione di essere sempre più ricchi e più vivi.

Sono stato, ad agosto 95, ad Intersection, la Convention mondiale di science fiction che si è svolta a Glasgow, in Scozia. C'erano almeno seimila persone, nessuna delle quali con gli occhi spenti. Se volete leggere il resoconto che ne ho redatto, cliccate qui. Per vedere un po' di immagini della stessa, eccovi dove guardare. In passato, ho frequentato altre Conventions di science fiction, in varie località d'Europa. Ero sistematicamente l'unico italiano presente, od uno dei pochissimi. Eppure l'Italia brulica di persone interessate alle meraviglie della fantascienza, che sarebbero felici di condividere le loro conoscenze con altri, trovando anche nuovi amici ed amiche! Non faccio questo discorso per trascinarvi immediatamente in Lituania (dove ad Aprile si svolgerà la Convention europea di quest'anno), ma per rendervi coscienti di un universo di possibilità che sono alla vostra portata anche se non lo avete mai saputo. In Italia sono infatti molte migliaia gli appassionati di fantascienza, un immenso arcipelago di isolette di persone intelligenti che si ignorano non essendosi mai potuti trovare. Ebbene...
Covo un sogno, il sogno che tali individui possano un giorno entrare in mutua relazione, supplendo così, con l'autonoma circolazione dell'informazione, all'assenza di un'istituzione universitaria che se ne incarichi.
In passato, tale sogno era un sogno che restava tale (e scusatemi il bisticcio di parole, assolutamente intenzionale).
In futuro, tale sogno potrà verosimilmente realizzarsi, perché c'è un nuovo, potentissimo mezzo di comunicazione in grado di connettere, lentamente, finalmente, tutte le isolette di questo vasto arcipelago che noi siamo. Conoscete tutti più o meno bene questo nuovo strumento. E' quello che state usando in questo stesso istante. E' Internet.

Credo che mediante Internet, sia possibile in un prossimo futuro connettere sempre di più le migliaia e le decine di migliaia di persone, in tutto il mondo, le quali non si accontentano di avere il nulla nel proprio cervello quando pensano al futuro dell'umanità. Credo che in un prossimo futuro le Conventions di science fiction, in tutto il mondo, accelerino bruscamente la propria velocità di crescita e proliferazione, e che tale fenomeno possa essere catalizzato proprio da Internet. Credo che tutto ciò sia bene, nella migliore accezione di questo abusatissimo termine.
Tuttavia, non mi limito a credere.
Si da il caso che io attualmente sia Consigliere Comunale nel Comune di Genova (misteri della vita). Così, nel mese di Gennaio 96 ho presentato una mozione per impegnare il Comune ad attivarsi per la realizzazione di un importante congresso sulla fantascienza, e sono riuscito a farla approvare. Se volete, potete andarvi a leggere anche subito il testo della mozione e del mio discorso. Non posso essere certo che il progetto, attualmente nelle sue fasi iniziali, vada a buon fine. Molte ancora sono le inerzie che ovunque prepondono. Parecchi, però, anche gli entusiasmi! Rocco Eugenio Ragone, da Bari, ha addirittura composto una pregevole ode in onore di tal mia iniziativa, che praticamente potreste anche leggervi! Chiunque voglia dare una mano o si proponga di partecipare a tale eventuale Convention genovese, mi contatti volentieri via posta elettronica.

A tutti dico ancora una cosa importante: tutti gli anni, in un luogo del mondo che cambia ogni volta, c'è una Convention Mondiale. Ogni anno, inoltre, in ogni continente c'è una Convention Continentale. Ed in tutti i paesi nei quali la science fiction è diffusa, infine, ogni anno c'è almeno una Convention nazionale. Così è anche in Italia. Lo sapevate? Ci siete mai stati? Solitamente si svolge a Courmayeur (bellissimo luogo) o San Marino (altro bellissimo luogo). Ma vi sono state importanti Convention anche in molte altre città, a Bologna, Milano, Trieste, Stresa... (fra poco anche a Genova?)
Ci siete mai stati?
No?
Peggio per voi... ma non tutto è perduto!
Fino a prova contraria, siete infatti ancora vivi (chi sopravvive alla lettura di quanto scrivo è vivo!), e tale caratteristica notoriamente ben si presta a fare sì che il futuro diverga dal passato in virtù di principi arbitrari o apparentemente-arbitrari. In parole povere, potete approfittare del fatto di essere vivi per comportarvi come se lo foste, ovvero per divertirvi. E se vi piace la fantascienza (e se non vi piacesse non avreste letto sin qui) il miglior modo di divertirvi è quello di sguazzare in mezzo ad altra gente che capisca ciò che vi piace (la fantascienza - e scusate la ridondanza) cioè tuffarsi nelle debite Convention. Vi piace la fantascienza ma preferite le femmine? (A molti maschi intelligenti succede proprio così.) Niente paura. Cosa c'è di meglio che tacchinare una splendida fanciulla che non vi guarda con espressione schifata appena le parlate di Marte, della Enterprise, e dei Vermi di Dune, ma che anzi vi divora con gli occhi per la vostra altrove incompresa competenza? Non c'è niente di meglio, date retta a me!
Naturalmente non è che le Conventions di fantascienza siano sempre piene di tali fanciulle, soprattutto in Italia (chissà perché). Ma se sarete bravi e verrete alle Convention nostrane, vi rivelerò in quali paesi invece...
Se tu che leggi ti ritieni invece una fanciulla (e soprattutto se una fanciulla ti ritengono gli altri), cosa aspetti ad andare alla prima Convention di fantascienza che ti si prospetta?! Essi (coloro che fanciulla non sono, ma che ugualmente già si trovano là, idealmente, alla Convention, anche se in pratica non possono esserci ancora) hanno tutti bisogno di te!
Per avere informazioni, interpellate via posta elettronica il sottoscritto, oppure le maîtresse di questa cyberzine... sì, insomma, i curatori...
E per concludere in modo dignitosamente ipertestuale, se la mia odierna linearità vi è venuta a noia e volete infognarvi nei sublimi vagabondaggi mentali a casaccio delle mie due precedenti impunite "colums" per Delos, arrieccovi i links: Pensiero Stocastico Uno nonché, voilà, Pensiero Stocastico Due.
Per infierire ipertestualmente nel pieno e conclamato spirito internettiano, aggiungiamo pure dove rivolgersi se proprio non ne avete abbastanza di me.
E con questo, per oggi, basta così, oppure no.

Il presente testo può essere letto in linea o scaricato, e può essere diffuso per via telematica senza limitazioni. Il testo è però di proprietà dell'autore e non può essere utilizzato per scopi commerciali, pubblicato su riviste commerciali o inserito in CD-Rom, senza la previa autorizzazione dell'autore. Inizio pagina | Sommario | Thread | Departments | Columns | Views | Script | Delos Home