Ottavio annuì: - Potremmo fare un altro sopralluogo nell’abitazione?L’ispettore si strofinò il mento ispido: - Certo, può farne quanti ne vuole. Io metto i sigilli, io li tolgo. C’è però il problema della difesa. Abbiamo notificato alla donna l’atto di rinvio a giudizio. Lei è in coma vigile, quindi non ha avuto alcuna reazione. La legge prevede che sia nominato un avvocato difensore d’ufficio. Pertanto, se devo fare delle indagini all’interno, anche se riguardano espressamente soltanto l’ascolto, sono costretto a far intervenire il difensore dell’inquisita.- Ci vorrà tempo?- Cinque giorni.

- Non posso aspettare tanto.

L’ispettore scosse il capo: - Io non posso far nulla.

Ottavio sospirò: - Io DEVO tornare in quella casa. C’è qualcosa che devo chiarire… e soltanto una finestra può aiutarmi.

L’altro sollevò il capo: - Senza difensore non posso farla entrare. Commetterei un atto illegale. E dovrei denunciarmi… a me stesso.

- E se fosse determinante per l’indagine?

- Ci vorrebbe l’autorizzazione diretta del Questore. Ma passerebbe almeno una settimana prima di riceverla.

Ottavio sorrise amaramente.

- La ragazza? Si è ripresa?

- No, è sempre in stato di choc. Piantonata in ospedale.

- È di origine africana?

La domanda colse impreparato l’ispettore: - No, è caucasica senza alcun dubbio. Perché mi fa questa domanda?

- Potrei aiutarla.

L’ispettore sollevò le spalle: - Io non giudico mai dalle apparenze, troppe volte mi sono reso conto che ingannano. Se vuole aiutarla mi dia una mano a chiarire quello che è accaduto in quella casa. Che sia a vantaggio o a sfavore della ragazza.

Ottavio annuì: - Un altro ascolto sarebbe prezioso. Stanotte.

Fece per uscire, quando l’altro continuò: - Il fatto è che sono preoccupato anch’io. Vede, la scorsa notte un ladruncolo ha forzato una finestra-vera posteriore ed è entrato nella casa. Per fortuna non c’era nulla di valore da rubare, ma ha fatto saltare i sigilli e devo mandare un agente a ripristinarli. Il guaio è che non lo potrò fare se non domattina, ho tutti gli uomini occupati.

Ottavio questa volta sorrise davvero: - Grazie – mormorò, e uscì in fretta. Doveva organizzarsi per quella notte.

6.

Entrò con una certa difficoltà. La finestra era davvero piccola e lui aveva anche l’impaccio della strumentazione.La finestra lucifera della mattina splendeva illuminando l’ambiente a giorno. Ottavio si guardò intorno con attenzione alla ricerca di quello che poteva essergli sfuggito nel primo sopralluogo. L’arredamento era del tutto convenzionale, pareva di essere in un’anonima stanza d’albergo. A parte la parete con gli ologrammi. I volti delle donne morte erano davvero impressionanti. Oltrepassò il piccolo disimpegno ed entrò nella stanza da letto. Anche lì la sensazione era di piatta ordinarietà, di assoluta spersonalizzazione di chi una volta ci aveva abitato. Tutti mobili e apparecchiature efficientissimi, ma dozzinali. Lasciò la stanza vagamente infastidito ed entrò in quella che, sin dalla precedente visita ufficiale, gli era parsa un deposito di attrezzi. Colmo all’inverosimile di mille cose apparentemente inutili.