Il thriller fantapolitico ha una solida tradizione, la fine dell'Unione Sovietica e la nuova, minacciosa, dimensione del terrorismo internazionale hanno dato ancora più vigore a questo genere, Stanley Gallon è un autore esordiente che con Darkest days prova a cimentarsi in questa affollata arena.

In un prossimo futuro la morte di Donald Harrison, presidente degli Stati Uniti, è solo il primo di una serie di avvenimenti che proiettano la nazione nell'incubo.

Il suo sostituto, il vicepresidente Nathan Greeley, è in combutta con il Wilshire Group, una potente corporazione operante principalmente nel campo degli armamenti, niente di strano che ci si prepari a estendere il conflitto, che vede impegnate le truppe statunitensi nel Sudan, anche ad altri paesi.

L'occasione per scatenare una serie di rappresaglie e attacchi, che permetterebbero di impadronirsi delle ricche regioni equatoriali e delle risorse petrolifere del medio oriente, è un grave attentato al parco naturale di Yellowstones, dove l'esplosione di due atomiche causa una devastante eruzione.

Mentre gli intrighi del nuovo presidente e del suo entourage si dipanano assistiamo alle vicende di Adam Burch, militare di stanza in Sudan, e di suo padre Julian, che per motivi misteriosi sta scappando per evitare di essere catturato dalle forze speciali, quale segreto nasconde il fuggitivo?

Le fosche ombre dell'inverno nucleare, causato sia dall'eruzione di Yellowstones che dall'impiego di atomiche in una gigantesca rappresaglia, si allungano sul mondo, e sembra che l'intero pianeta stia precipitando verso la catastrofe, forse sono arrivati davvero i giorni della fine.

Classico nella struttura, un thriller raccontato per scene, e con un tema altrettanto classico, quello di un malvagio presidente che insegue il potere incurante delle conseguenze, Darkest days è un romanzo che non riesce a convincere completamente.

Pur essendo scritto discretamente ci sono ingenuità che impediscono alla vicenda di essere credibile, l'autore è un avvocato e non un militare o uno scienziato, quindi non possiamo pretendere che conosca le dottrine di impiego dei cannoni atomici o le modalità di eruzione di un supervulcano, ma in quei punti la scorrevolezza nella lettura si perde.

Anche la scoperta che a Washington c'è uno strapiombo di tremila metri sul Wendy Run lascia perplessi, ma questo è dovuto a un banale errore, forse di traduzione.

I veri punti deboli della storia sono comunque altri, la mancanza di spessore dei personaggi, troppo stereotipati per essere credibili, e una mancanza di uniformità nella narrazione, molti avvenimenti non sono raccontati, probabilmente sarebbe bastato inserire qualche parte, anche di poche righe, dedicate alla gente comune per capire come questa vedesse lo svolgersi degli eventi.

Probabilmente aspettarsi che un'opera prima raggiungesse il livello dei romanzi di Tom Clancy o di Larry Bond era decisamente troppo, tutto sommato si tratta di una lettura che agli appassionati del genere potrebbe piacere, aspettiamo l'autore a una seconda prova, sperando che prenda l'abitudine di consultare gli esperti.