Delos 26: Viaggiare nel tempo di Luigi Pachì

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La tematica dei viaggi nel tempo è una delle più affascinanti di tutto il genere fantascientifico. Da sempre gli scrittori di science-fiction si sono prodigati nel realizzare opere che parlassero di paradossi temporali, tempo alternativo correlato al mutamento storico e via dicendo. Tant'è che in questo breve articolo vengono tracciati solo alcuni percorsi narrativi e non un'intera disamina di tutto il materiale letterario proposto al riguardo di questo tema suggestivo. Attività, per altro, che necessiterebbe sicuramente più "tempo" rispetto alle poche ore che ho a disposizione prima di andare in linea con questo nuovo numero di Delos Science Fiction!

Di fatto, la possibilità fisica per gli esseri umani di viaggiare avanti e indietro nel tempo è ricca di incognite e problemi scientifici. Per esempio, un viaggiatore nel tempo, meglio conosciuto come crononauta, se si spostasse temporalmente restando immobile verrebbe catapultato nel vuoto più assoluto dello spazio, in quanto il pianeta Terra non sarebbe ancora arrivato in quel punto, o si troverebbe già oltre, a seconda se quest'ultimo ha viaggiato avanti o indietro nel tempo. Oltretutto, il moto inerziale con cui si muoverebbe assieme alla Terra il crononauta verrebbe mantenuto, e al suo arrivo costui diverrebbe una ingestibile pallottola impazzita...

Ma al di là di ciò, la fantascienza, come spesso accade, ha saputo abilmente dribblare gli aspetti meramente scientifici per sfruttare l'affascinante tematica del viaggio nel tempo fin dal 1895, data in cui Herbert George Wells pubblicò il suo romanzo The Time Machine, successivamente prodotto anche per il grande schermo, nel 1960, con l'abile regia di George Pal. Recentemente lo scrittore Stephen Baxter ha realizzato il seguito del romanzo di Wells intitolandolo L'incognita tempo, pubblicato in Italia nella collana Narrativa Nord, del quale pubblichiamo su questo numero un'introduzione dello stesso Baxter e un breve estratto del libro.

Possiamo risalire addirittura ancora prima del 1895 e della Macchina del tempo di Wells, se intendiamo il viaggio avanti nel tempo come prolungamento forzato del nostro sonno, attraverso, ad esempio, l'ibernazione. Secondo alcuni critici il primo racconto su questo argomento risale addirittura al 1771 e si intitola Memories of the Year Two Thousand Five Hundred di Luis-Sebastian Mercier.

Un altro metodo per viaggiare nel tempo può essere quello del trasferimento della propria mente all'interno di quella di un'individuo che vive in un'altro periodo storico. In questo caso rientrano le opere di Jack London, Prima di Adamo (1906) pubblicato da Feltrinelli (su un'idea simile è basato anche Il tempo è il solo nemico di Michael Bishop), di nuovo H.G. Wells con A dream of Armageddon (1901) e di Robert Sheckley con Ammazzare il tempo (1958), in Galaxy, anno I n. 7. Una delle storie più recenti con questo tema è Memories di Mike McQuay, Headline, 1987. Un altro bel classico è Il clandestino dello spazio di Charles Eric Maine (presente nell'antologia La giostra del tempo e dello spazio, Biblioteca di Urania). Ma tornando a Sheckley e ai suoi paradossi dobbiamo anche menzionare Vite parallele (Galaxy, anno II n. 7), dove degli agenti vengono inviati in tre passati differenti per impedire alla Terra di rimanere nel futuro senza ossigeno, e anche Un ladro nel tempo (Galassia n. 17), in cui il protagonista è sballottato da un'epoca all'altra e incappa in mezzo a grossi guai che lui stesso, in un altro tempo, ha provocato.

In altre occasioni l'autore di fantascienza permette di raggiungere il viaggio nel tempo come causa di una dilatazione temporale dovuta a viaggi spaziali vicini alla velocità della luce. E' il caso di Ron Hubbard con il suo spietato Ritorno al domani (Cosmo Oro) che apparve in America nel 1954. Nel libro Le armi di Isher di A. E. Van Vogt (Cosmo Oro) il personaggio oscilla avanti e indietro nel tempo raccogliendo sempre più "energia temporale" fino ad essere proiettato in un lontanissimo passato, mentre l'imperatrice Innelda causa clamorosi sfaldamenti temporali.

La fantascienza utilizza spesso il viaggio temporale per trasportare i personaggi nel futuro, ma con il preciso intento di commentare la nostra attuale società. Si tratta di uno dei metodi più validi per rappresentare un problema attuale, esploso avanti nel tempo al momento in cui raggiunge l'apice della criticità.

Una bella antologia di Jack Finley, dal sapore crepuscolare, è apparsa nel 1975 sul n. 207 di Galassia (La Tribuna) e si intitola Storie del tempo. Qui l'autore risolve in chiave soggettiva il tema del tempo, per cui la macchina del tempo può essere di volta in volta la casa (L'anima della casa), un'intera città (Galesburg è stupenda, in primavera) o la notte (Lettere d'amore). In questa raccolta di racconti la figura classica dello scienziato e del misterioso scatolotto che permette il viaggio nel tempo è presente, su dieci storie, soltanto in una, dal titolo Il tempo non ha confini.

Nella Legione del Tempo, romanzo del 1938 di Jack Williamson (Urania), il viaggio nel tempo raffigura invece il set di battaglie per mantenere il corso della storia corretto. Esattamente come accade con il memorabile La pattuglia del tempo di Poul Anderson (Urania Argento, Mondadori), dove i cronodetective corrono su e giù per il tempo per evitare catastrofi dovute alla distorsione temporale.

Alternativamente c'è chi si trova a combattere per le stesse ragioni ma senza sapere esattamente il suo ruolo. Quello che i personaggi sanno è solo che se perdono la battaglia la loro società sarà spacciata per sempre. Per tutti vale l'esempio de Il grande tempo, scritto tra il 1958 e 1961 da Fritz Leiber (Cosmo Oro), dove assistiamo a una guerra tra crononauti, che si spostano da un secolo all'altro mescolandosi a battaglie realmente accadute nella nostra storia. Tra le idee più divertenti e bizzarre occorre ricordate Il Vichingo in technicolor (Fantapocket Longanesi), romanzo del 1967 di Harry Harrison in cui una troupe cinematografica va a girare delle scene indietro nel tempo sulle migrazioni dei vichinghi in America e scova che non sono mai avvenute. Il risultato di questa scoperta costringerà la troupe a provocarle per davvero!

Un bell'esempio di viaggio nel tempo dal grande humor ci viene regalato ancora prima, nel 1949, da Sprague de Camp con il suo romanzo Abisso del passato (Cosmo Oro), in cui Martin Padway, il protagonista, si trova d'improvviso sbalzato nella Roma moderna. Va detto, in questo caso, che il primo vero sbalzo temporale è opera di Mark Twain e della sua storia Un americano alla corte di Re Artù (1889), dove il personaggio principale si trova d'improvviso nel Medioevo e può quindi dimostrare la superiorità dell'uomo moderno.

Nel realizzare questo genere di storie alcuni autori hanno elaborato interessanti opere a fronte dei paradossi che si possono creare per colpa dei crononauti. Tra gli esempi principali si può citare Gli uomini che assassinarono Maometto di Alfred Bester, notevole racconto breve finalista all'Hugo nel 1959, apparso nell'antologia Stella della sera (Narrativa d'Anticipazione, Nord). Bello anche Pulce d'acqua di Philip K. Dick (pubblicato nell'antologia Fantashow, Urania) dove l'autore fa rapire lo scrittore Poul Anderson per portarlo nel futuro e risolvere così un problema tecnico accennato in una delle sue storie.

Altri problemi al nostro tempo, aggravato dall'arrivo improvviso e inaspettato di visitatori dal futuro, li causa Il Twonky di Henry Kuttner, apparso su Astounding nel 1942 sotto lo pseudonimo di Lewis Padgett e proposto in Italia con lo stesso pseudonimo nella collana Grandi Opere Nord n. 5 nel 1979. Dello stesso autore, e nella stessa collana (Vol. 2), si può anche trovare La buona annata (1946) che tratta più o meno lo stesso tema. Nella medesima tipologia rientra anche il racconto di Cyril M. Kornbluth dal titolo La piccola borsa nera, uscito su Astounding nel 1950 e apparso in Italia nelle Grandi Opere Nord n. 3.

Un romanzo che va citato senza ombra di dubbio è Il paradosso del passato di Robert Silverberg (Cosmo Argento). Qui il Servizio Temporale deve vedersela con un sacco di turisti del futuro che viaggiano indietro nel tempo partendo da un luogo dove è di moda visitare le località del passato. Tra le opere di Silverberg segnalo anche Il tempo della Terra, uscito su Omicron, Armenia, un'opera juvenile degli anni cinquanta che rappresenta il suo sesto romanzo in ordine di produzione. Il nostro pianeta è in preda all'invasione dei Klodni, ma fortunatamente in un edificio al di fuori del tempo è nascosto il segreto che ci salverà dal bieco alieno.

Altri percorsi narrativi su questo argomento ci portano ad incrociare la produzione di Isaac Asimov (La Fine dell'eternità, 1955 - Urania), dove un'organizzazione vive al di fuori del tempo e interviene solo per far prendere alla storia il giusto indirizzo, Robert A. Heinlein (con il solipsistico Un gran bel futuro!, 1941 - Grandi Opere), A.M. Phillips (Il viaggio nel tempo accadde realmente! - Grandi Opere) e anche il migliore dei romanzi di David G. Compton, I crononauti (Cosmo Argento), dove dietro i reticolati militari si lavora segretamente al progetto scientifico per la costruzione della macchina del tempo. Nella storia descritta da Thomas Sherred nel 1947, intitolata 5 per incoraggiamento, il passato viene invece spostato nel presente (Grandi Opere Nord n. 2).

Riprendendo la produzione di Heinlein vanno ricordati anche Tutti i miei fantasmi (Fantasia e Fantascienza, marzo 1959) e La porta sull'estate (Urania). Nel primo caso il crononauta incontra se stesso e scopre anche di essere suo padre, sua madre e la sua bambina (cosa per altro geneticamente impossibile, perchè un figlio ha solo il 50% dei cromosomi del padre e in questo racconto del 1959 li possederebbe tutti), nel secondo il protagonista viene forzatamente ibernato da un servizio criogenico pubblico.

Nel romanzo breve L'uomo che venne dal futuro (1950) di Vargo Statten, pseudonimo del prolifico scrittore inglese John Russel Fearn, apparso in Italia nella collana Gemini Argento, I campionissimi della fantascienza, il personaggio principale non può sposare la protagonista perchè - verrà svelato solo alla fine - lui non è altri che il suo pro-pro nipote e quindi deve evitare un delicato paradosso per garantirsi di nascere in futuro.

Per gli amanti di Dick, già citato precedentemente, segnalo anche l'intricato Noi temponauti, uscito su Robot n. 15 (Armenia). Mentre sempre su Robot, ma nel n. 8, è anche apparso il bel racconto dell'autore tedesco Walter Ernsting intitolato L'essenza del tempo: una variazione sul paradosso temporale ancora oggi degna di nota e opera del creatore di Perry Rhodan.

Altro bel racconto sul paradosso temporale è Cronoclasma di John Wyndham che è apparso sul n. 5 di Interplanet nel 1964 e successivamente ristampato sulla rivista Aliens nel n. 3 (Armenia).

Una visione affascinante è quella che ci descrive il romanzo La caduta di Cronopolis (Cosmo Argento) di Barrington J. Bayley, dove l'impero Cronotico regna da oltre mille anni su tutta la storia dell'umanità, mentre il libro di Larry Niven, intitolato Mondo senza Tempo (Cosmo Argento) - dove il protagonista si fa conservare sotto azoto e si riprende nel ventiduesimo secolo - da vita ad una delle più drammatiche narrazioni di tutta la produzione fantascientifica.

Un'altra suggestiva idea la troviamo in Timescape (Cosmo Oro) di Gregory Benford: qui la Terra, nel bel mezzo della catastrofe ecologica, trova il modo di spedire indietro nel tempo un messaggio per avvertire le generazioni precedenti di evitare gli errori che porterebbero all'inevitabile fine della civiltà. Questo romanzo ha anche vinto nel 1980 il prestigioso Premio Nebula.

Tra le nuove leve troviamo gli scrittori Leo Frankowski, con la sua saga basata sul personaggio di Conrad Stangard, cavaliere del tempo, e la brava Connie Willis con il romanzo vincitore del premio Hugo 1993 intitolato L'anno del contagio (Cosmo Oro). Nel primo caso un turista in viaggio fra i monti polacchi viene incomprensibilmente sbalzato indietro nel tempo, in pieno Medioevo. Nel secondo, la giovane Kivrin giunge anche lei nel Medioevo, ma in questo caso supportata da una straordinaria tecnologia futura che permette un simile trasferimento, non lasciando nulla al caso. Nella visione di Connie Willis un crononauta non può influire sugli eventi del passato e se così non fosse, non sarebbe in grado di viaggiare nel tempo. In questo modo si viene a evitare qualsiasi paradosso.

Cronologicamente parlando il romanzo più recente apparso in Italia legato ai viaggi nel tempo credo sia Il gioco del Tempo di Brian M. Stableford, uscito su Urania lo scorso aprile (n. 1307) e che come ricorda il bugiardino presenta l'avventura di due giovani che hanno il delicato compito di rintracciare - in un mondo spaventosamente regredito e pericoloso - il viaggiatore del tempo, l'essere enigmatico che proviene dal passato e che ben conosce la scienza degli antichi...

Possiamo terminare questa carrellato con un romanzo italiano, anch'esso uscito su Urania: I biplani di d'Annunzio di Luca Masali, dove il viaggio nel tempo viene utilizzato per scopi turistici.

Concludendo, e andando a guardare i filmati che parlano di questo argomento sull'enciclopedia multimediale di SF della Grolier, attraverso le parole di John Brunner, Michael Moorcock e Michael Bishop, scopriamo una precisa visione univoca da parte di questi autori che ci conferma quanto già espresso precedentemente: il significato di viaggio nel tempo nella letteratura di SF non sta nella meccanica ma nella metafora.

Non c'è dubbio che per gli scrittori di fantascienza i viaggi nel tempo rappresentino un terreno conveniente sul quale creare le proprie storie. I plot sono davvero tanti e paiono non esaurirsi mai. Come si diceva all'inizio, questa è una tematica largamente utilizzata dagli autori nel corso di questo secolo, ma nonostante tutto difficilmente ci si trova davanti alla stessa visione già descritta da qualche altro scrittore. All'alba del nuovo millennio è forse questa la forza propulsiva più importante della fantascienza moderna, che si appresta a forgiare nuove idee brillanti e affreschi multiformi dei nostri presenti passati e futuri per i prossimi mille anni.