Prendete due registi fratelli (prima erano entrambi maschi e poi uno di ha cambiato sesso) americani e aggiungete un terzo regista, questa volta tedesco. Ancora, mescolate gli elementi precedenti con uno scrittore inglese, autore di vari romanzi di successo, e un cast di attori di livello internazionale. Ciò che otterrete è Cloud Atlas, film scritto e diretto da . I fratelli Wachowski sono ben noti per la Trilogia di Matrix, che ha incassato più di 1,6 miliardi di dollari in tutto il mondo. Tom Tykwer, invece, ha al suo attivo film molto apprezzati come Lola corre e Profumo: La Storia di un assassino, interpretato da Ben Wishaw, Dustin Hoffman, Alan Rickman e Rachel Hurd-Wood.

David Mitchell è invece l’autore del romanzo da cui i tre registi e sceneggiatori hanno tratto il loro film. Un romanzo ambizioso che si snoda in varie epoche e da cui non era per nulla facile trarre un film.

Tykwer e i fratelli Wachowski non avevano previsto di lavorare su due fronti quando hanno iniziato ad adattare Cloud Atlas. All’inizio hanno dovuto mettere in secondo piano l’aspetto logistico della lavorazione per concentrarsi su come rendere l’essenza del romanzo di Mitchell. Ma via via che il copione prendeva forma, che il cast si formava e che mettevano a fuoco la portata dell’opera che volevano realizzare, il piano della doppia regia è emerso come la soluzione più pratica. Potevano girare nella metà del tempo suddividendo gli sforzi tra due unità operative che lavorassero in contemporanea, concentrandosi ognuna su tre delle sei storie del film, e ognuna con un suo team di collaboratori, mentre gli attori avrebbero fatto avanti e indietro fra un’unità e l’altra. 

“Un anno prima dell’inizio della produzione, abbiamo riunito i capi dipartimento per un summit di quattro settimane a Berlino in modo da sederci a un tavolo e ripassare tutti insieme i vari punti del copione”, ha affermato il produttore Grant Hill. “Stavamo testando le varie relazioni e metodi per cercare di capire come far funzionare il tutto”. Guidato dall’attitudine dei tre registi, si è creato un ambiente estremamente collaborativo. “Con tutte queste persone fantastiche disposte a collaborare, abbiamo capito che il punto sarebbe stato fornire una direzione chiara e un piano ferreo, per poi imbrigliare tutta questa straordinaria energia”.

Cloud Atlas è una storia ambiziosa e spettacolare che copre l’arco di cinque secoli e affronta quelle domande sulla vita e sul suo senso che l’umanità si è posta fin dall’inizio del pensiero. Con una serie caleidoscopica di sequenze d’azione, emozioni e relazioni umane che illuminano singoli punti lungo una linea temporale infinita, il film suggerisce che ogni vita continua la sua traiettoria individuale attraverso i secoli. Di volta in volta le anime rinascono e rinnovano i loro legami con le altre anime. Gli errori possono essere corretti... o ripetuti. La libertà può essere guadagnata o persa, ma è sempre e comunque oggetto di ricerca.

“È stata la portata delle idee di Cloud Atlas che ci ha subito attratti, la compassione per gli esseri umani, il coraggio, e una qualità al tempo stesso classica e però di assoluta novità”, ha detto Lana Wachowski. “Dal punto di vista del soggetto il film trascende i confini di razza e di genere, geografici e temporali, per raccontare una storia che ci mostra come la natura dell’umanità vada ben oltre quei confini. È stato questo a incuriosirci quando abbiamo letto il romanzo e poi quando abbiamo cominciato a lavorare alla sceneggiatura”.

“I punti che vengono toccati hanno un’enorme risonanza per tutti noi”, sostiene Tykwer. “In semplici, singole osservazioni troviamo delle verità con le quali chiunque di noi può rapportarsi ma, oltre a questo, ‘Cloud Atlas’ inserisce i singoli momenti in un contesto drammatico più ampio, in un più vasto arco temporale, e così facendo ci mostra la condizione umana sotto una luce affascinante”.