Silvio Sosio me l'aveva chiesto, e io avevo accettato con piacere: "Mi faresti un pezzo per Delos? Il Cosmo Informatore cartaceo sparisce, diventa un bollettino elettronico, formato pdf. In realtà non cambia nulla, anche se... be', diventa un'altra cosa." Certo: niente di più ovvio e naturale che un bollettino editoriale si trasferisca online. Fatti che succedono ogni giorno. Specie quando le tariffe postali di punto in bianco aumentano di ben cinque volte! A questo punto non è più una scelta tra la carta e il virtuale. E meno male che c'è Internet, dovremmo dire. A Silvio avevo risposto: ho quasi tutti i numeri, mi sbrigo in un baleno.

E invece...

Tanto per incominciare, ho scoperto che nella mia collezione c'è una falla di ben sei anni. Dal 1986 al 1991, i miei Cosmo Informatore sembrano scomparsi in un buco nero. Colpa dei numerosi traslochi, forse. O del caos che scoppiò nel mio privato a fine anni Ottanta. Apro una breve parentesi. L'ho imparato a proprie spese e mi permetto segnalarlo: caso mai - scongiuri facendo - doveste separarvi dal coniuge, mettete anzitutto in salvo libri, fascicoli, bollettini, corrispondenza etc.! E' un materiale che tende a divenire estremamente volatile, se non oggetto di devastanti ripicche della controparte.

Ma soprattutto ho scoperto che...

Ebbene, non è stato così facile come credevo. Voglio dire, parlare di una pubblicazione quale il Cosmo Informatore: recuperato il pacco, mi sono seduto e ho cominciato a sfogliarlo dal primo esemplare in mio possesso (n. 2 del 1971: un fascicoletto di 16 pagine, stampa e composizione alquanto elementari, formato circa 18 x 12) e... voila.

Mi ci sono perso dentro.

A pagina 13, per esempio, l'Editore scriveva:

"Il nostro Cosmo Informatore sente la necessità di aprire il dialogo con i lettori. Una necessità dettata dal fatto che ci giungono molte lettere con le richieste più disparate e rispondere a tutti diventerebbe gravoso. In verità non siamo ancora molto organizzati dal punto di vista redazionale, per pubblicare con stretta periodicità questo giornaletto che in origine era nato come un foglio pubblicitario per i nostri libri. Nel frattempo invitiamo tutti coloro che vogliono scriverci, a farlo: ad alcuni risponderemo direttamente, agli altri attraverso questa rubrica. Iniziamo da questo numero con alcune informazioni che ci sembrano importanti per tutti coloro che si interessano alla fantascienza..."

Ecco, era subito chiara una cosa: il Cosmo che i lettori della Nord avevano tra le mani pareva che non fosse, che non volesse restare il consueto pieghevole pubblicitario. Intanto sollecitava una corrispondenza (che diciamo la verità, è importantissima per ogni editore ma è sempre una rogna). E alle pagine seguenti c'erano notizie estranee alla casa editrice: la costituzione di un club romano di sf; informazioni circa un'inchiesta sulla sf promossa dalla stessa Nord tramite una cartolina inserita nel volume n. 4 della collana Cosmo Argento; e segnalava l'uscita d'un numero della rivista Fenarete dedicata alla sf con firme di Cremaschi, Buzzati, Malaguti, Arpino, Kolosimo, e altri.

Il fascicolo successivo, n. 1 del 1972, denotava già una crescita. Era presente infatti una lunga intervista a Isaac Asimov, un articolo del traduttore Renato Prinzhofer che fungeva da prefazione al romanzo L'aborigeno di Peter Saxon (Nord, Collana Arcano, sezione Magia); una recensione di Sorry, rivista di fumetti; numerose notizie varie (tra le quali spiccava, purtroppo, la morte di Dino Buzzati). Oltre, ovviamente, alla pubblicità sulle ultime uscite della Nord. E il Cosmo ancora successivo riportava articoli concernenti Norman Spinrad e Robert E. Howard (la Nord avviava una pubblicazione a vasto raggio delle avventure di Conan, che avrebbe riscosso un successo strepitoso e diviso il fandom in due fazioni, "pro" e "contro" l'escapismo dell'heroic fantasy howardiana...); mentre una lettera di Piergiorgio Nicolazzini inaugurava la nuova rubrica della posta dei lettori.