1.

Ottavio restò qualche istante a fissare l’esterno della villetta monofamiliare. Era assolutamente identica alle centinaia di altre ville che si susseguivano senza apparente soluzione di continuità sulla strada che portava da Molfetta a Ruvo di Puglia, quella che da sempre era conosciuta come la strada del Pulo. Eppure non era uguale alle altre, c’era qualcosa che gli dava una insolita sensazione di rispetto. Doveva stare attento.- Vuole che l’accompagni dentro? - L’ispettore lo stava fissando con una certa riverenza, quasi fosse una persona ‘fuori dalla norma’. E, in fin dei conti, lo era proprio.- No, preferisco andare da solo. Una presenza estranea potrebbe interferire con l’ascolto.

- Capisco. - Breve attimo di silenzio, poi: - Se ha bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, lo chieda pure, il suo laringofono è inserito. Saremo sempre in contatto con lei.

Ottavio annuì e, senza dire più nulla cominciò ad avvicinarsi.

Nella parte anteriore la solita batteria di finestre. C’erano quelle vere e quelle a memoria. Poiché erano a nord-ovest dovevano essere semplicemente lucifere.

Anni addietro qualcuno si era accorto che succedeva un fatto strano ai televisori al plasma. Una volta spenti l’immagine perdurava sullo schermo per qualche secondo. Un difetto che non era fastidioso, quindi veniva tranquillamente accettato senza tanti problemi. Poi qualcuno aveva avuto l’incarico di capire il perché di quel difetto e di far di tutto per eliminarlo. Così avevano scoperto l’effetto plasma.

Cominciò a girare intorno. Prima di entrare voleva osservare la casa attentamente. A sud-est c’erano, sempre alternate a quelle normali, le finestre termofore. Strinse le labbra. Nulla di insolito. Allora cos’era quella sensazione di irrequietezza che lo stava frenando? Sorrise, il parallelo con l’effetto plasma era sin troppo evidente, quasi agisse su di lui.