Nella Macchina del tempo, uno dei libri che ha dato l'avvio alla fantascienza moderna, H.G. Wells ipotizzava che nel lontanissimo futuro post-catastrofico l'umanità si sarebbe divisa in due razze distinte, i feroci e antropofagi Morlock e i miti e candidi Eloi, entrambi funzionali a un nuovo modello di organizzazione sociale. E' notizia di questi giorni che il professor Oliver Curry, teorico dell'evoluzione presso la London School of Economics, ha elaborato un'ipotesi che prefigura per la razza umana un futuro nei prossimi 100.000 anni che, in qualche modo, si ricollega alle vicende descritte nel romanzo.

Secondo Curry, infatti, l'umanità sarebbe destinata a suddividersi in due razze ben distinte in base a caratteristiche fisiche e genetiche precise: un'alta società fondata sulla superiorità genetica e un sottoproletariato "sciocco" e inferiore. Secondo la teoria, il picco di sviluppo per il genere umano verrebbe raggiunto intorno all'anno 3000 D.C., dopodiché inizierebbe una fase di declino causata dalla troppa dipendenza tecnologica. Nel contempo le abitudini sessuali delle persone verrebbero influenzate da una maggiore attenzione verso la scelta dei partner; ciò avrebbe come diretta conseguenza una sorta di selezione naturale della popolazione, sulla base del principio che ognuno sceglierebbe un partner simile a sé. I discendenti dell'alta società genetica (così la chiama Curry) sarebbero alti, magri, sani, attraenti, intelligenti e creativi, mentre gli umani del sottoproletariato sarebbero bassi, brutti, poco intelligenti e istruiti, definiti dallo studioso con l'espressione "goblin-like creatures", cioé sgorbiciattoli.

Limitando l'orizzonte temporale al prossimo millennio, Curry teorizza che l'altezza media oscillerà trai 6 e i 7 piedi (circa due metri) e la durata della vita intorno ai 120 anni. Migliorerà l'aspetto fisico nonché quello relativo alla salute e si potranno individuare caratteristiche estetiche comuni per ogni sesso: gli uomini tenderanno ad avere lineamenti simmetrici, fisico atletico e mascella squadrata, voce più profonda e peni più grandi, mentre le donne presenteranno una pelle più liscia e priva di peli, occhi più chiari, capelli più lucidi e seni "impertinenti" (qualunque cosa voglia intendere Curry). Le varie pigmentazioni tenderanno a uniformarsi e si avrà pertanto un'unico colore della pelle simile a quello del caffé. Nei successivi 10.000 anni però l'umanità pagherà un prezzo allo sviluppo tecnologico, e il rischio che si correrà a serviti e riveriti da apparecchi di ogni genere consisterà nel ridursi come "animali addomesticati" (sempre nel lessico di Curry).

Le abilità sociali di comunicazione e interazione tenderebbero a perdersi, così come la capacità di provare sentimenti quali amore, comprensione, fiducia o rispetto. Le persone tenderanno sempre più a isolarsi e la mentalità di gruppo a sfaldarsi; di pari passo, l'aspetto esteriore sarà sempre meno giovanile. Secondo Curry ci sarebbe anche una recessione delle facoltà mentali dovuta a fattori fisici quali la minore necessità di masticazione di cibo sempre più elaborato; l'eccessiva fiducia nella medicina porterebbe a sistemi immunitari deboli mentre l'allungamento della vita preserverebbe di fatto la presenza di fattori genetici causa di malattie quali il cancro. La selezione sessuale spingerebbe verso una divaricazione delle differenze genetiche. Il risultato finale consisterebbe nell'evoluzione di due tipologie umane distinte, quella "debole" e quella "forte", sul modello descritto appunto da H.G. Wells.

Nelle sue conclusioni Curry sostiene che mentre la scienza e la tecnologia avranno la potenzialità, per il prossimo millennio, di creare un habitat ideale per la razza umana, Nei successivi millenni il rischio sarà quello di incorrere nei postumi di una "monumentale sbornia genetica", dovuta a un eccessiva fiducia nella tecnologia che ridurrà la nostra capacità di resistenza alle malattie, di adattamento sociale e di sviluppo di nuove o migliori abilità. Un futuro ovviamente ipotetico e comunque lontanissimo ma non per questo meno inquietante.