Il libro mondiale dei Guinness – la bibbia per conoscere i record e i primati più strampalati - ha proclamato L. Ron Hubbard l'autore più tradotto al mondo. Le opere dello scrittore americano sono state, infatti, tradotte in ben 65 lingue, superando il precedente record appartenuto a Sydney Sheldon, le cui opere erano state tradotte in 51 lingue. Seguono, in questa speciale classifica, Anna Frank e J.K. Rowling, con rispettivamente 64 e 63 lingue.

Autore molto prolifico – si dice addirittura che scrivesse un racconto ogni due settimane e arrivò, nel giro di pochi anni a pubblicare quasi 150 titoli, fra romanzi e racconti western, d’avventura, gialli e fantascienza -, Hubbard è stato uno dei protagonisti dell’Età d’oro della fantascienza. Tra i romanzi più importanti di questo periodo c’è anche una delle sue opre più note, L’Ultimo Vessillo (Final blackout, 1948), conosciuto in Italia anche come Il Tenente.

Ma non c’è dubbio che la fama dello scrittore americano è dovuta anche al fatto di aver pubblicato, nel 1950, Dianetics: The Modern Science of Mental Health, dove sviluppava i principi di una dottrina scientifica che servì come base per la successiva fondazione della Chiesa di Scientology, un movimento religioso che conobbe un'immediata e capillare diffusione in tutto il mondo.

Hubbard, si spostò in Inghilterra e durante il resto degli anni ‘50 guidò lo sviluppo mondiale di Scientology da un ufficio a Londra. Oggi, questa religione è molto diffusa tra le star di Hollywood e può vantare adepti come Tom Cruise, John Travolta, Shirley Maclaine, Brad Pitt e Demi Moore.

Solo negli anni '80, dopo un lungo silenzio, Hubbard ritornò a scrivere fantascienza. Apparvero, infatti, il romanzo Battaglia per la Terra (1982) – da cui John Travolta ha tratto un film nel 2000, che si è rivelato un vero fiasco al botteghino - e la monumentale saga in dieci volumi Missione Terra (1985-1987), dove lo scrittore diede libero sfogo alla sua vena pulp-fantascientifica.