Che il Beagle 2 sia un'esperienza negativa di cui fare tesoro, ma che ormai l'Agenzia Spaziale Europea si è lasciata alle spalle senza strascichi per il futuro, è testimoniato dal fatto che qualche giorno fa, l'ESA ha definito il programma a lungo termine per l'esplorazione di Marte. Un'esplorazione che non è solo scientifica, ma anche propedeutica per sviluppare e testare le tecnologie e le soluzioni che potrebbero essere impiegate in una futura missione umana sul Pianeta Rosso. Il risultato è Aurora, una serie di missione robotiche per l'esplorazione automatica di Marte a lungo termine. Le prime due missioni del programma, da completarsi entro il 2011, prevedono la costruzione di un rover chiamato ExoMars, e la realizzazione di cinque veicoli per la cosiddetta Mars Sample Return Mission, ovvero una missione per il prelievo e il riporto sulla Terra di campioni del suolo di Marte. Della progettazione e realizzazione di tutti questi veicoli nonché della strumentazione scientifica che porteranno a bordo, si occuperà un team coordinato di aziende europee e canadesi, tra cui, per l'Italia, Galileo Avionica e Carlo Gavazzi. Come ha commentato Bruno Gardini responsabile del progetto Aurora, "i gruppi industriali avranno la responsabilità della produzione di un progetto dettagliato del rover, il primo veicolo di questo tipo costruito dall'ESA". Ricordiamo infatti che una delle differenze fondamentali tra il Beagle 2 e i rover americani Spirit e Opportunity attualmente su Marte, è che la sonda dell'ESA non era dotata di capacità di movimento.