Dopo il decollo portato a termine con successo dalla base di Baikonur (Kazakhstan) lo scorso 14 marzo, la missione ExoMars 2016 incassa l'atteso segnale della sonda che rassicura sul buono stato della strumentazione. L’okay captato dalla stazione ASI di Malindi ha dato conferma del corretto funzionamento del sistema di comunicazione – aspetto per niente scontato – e della completa apertura dei pannelli solari deputati ad alimentare le apparecchiature e a ricaricare le batterie.

Tonnellate italiane

ExoMars – la missione è progettata dall'ESA e dall’agenzia russa Roscosmos – porterà su Marte quattro tonnellate di tecnologia italiana. La sonda viaggerà nello spazio per circa sette mesi, un viaggio di 141 milioni di chilometri che percorrerà per via inerziale e tutti in curva sul grande raccordo del sistema solare. Ci sarà solo una correzione di rotta a metà percorso e una “frenata” per la definizione dell’orbita definitiva.

La destinazione sarà raggiunta il prossimo 16 ottobre. A quel punto la sonda TGO (Trace Gas Orbiter) resterà in orbita per sette anni, mentre il lander EDM (Entry Descent and Landing Demonstrator Module) Schiapparelli dovrà scendere sul pianeta rosso e cercare tracce di vita presente o passata.

TGO, oltre ad analizzare i gas dell'atmosfera marziana, farà foto dall'orbita. Utilizzerà una sofisticata telecamera a colori – CaSSIS – da due angolature opposte, in modo da avere una visione tridimensionale del suolo del pianeta.

La seconda missione

Satellite e lander raccoglieranno i dati necessari per preparare la seconda missione che partirà nel 2018 e che porterà su Marte un rover: il robottino a 6 ruote cercherà vita extraterrestre sotto la superficie scavando fino alla profondità record di 2 metri – il record attuale è poco più di 10 cm – ossia fin dove i raggi cosmici, che distruggono ogni forma di vita, non arrivano.

Questi risultati ha commentato Roberto Battiston, numero uno dell’ASI si possono ottenere solo attivando la collaborazione internazionale sia all'interno dell'Europa sia tra Europa e Russia, come nel caso di ExoMars. Fa riflettere come lo spazio sia unificante in un'Europa con contrapposizioni politiche, come quelle sui migranti, o tra Europa e Russia divise sulla questione Ucraina. 

Esportare la civiltà (su altri pianeti)

Exomars, ha sottolineato l’astronauta Roberto Vittori, è l'opportunità di portare la civiltà al di fuori della terra dove siamo nati, un'opportunità unica. Anche se, fa notare, immaginare la vita dell'uomo su Marte al momento è difficile perché il viaggio è molto lungo. Sono circa 6 mesi, bisogna aspettare sistemi propulsivi che consentano di ridurre i tempi di viaggio conclude e non è immediatamente evidente il tempo necessario per svilupparli.