Nel 1996 (che non sembra nemmeno più ieri, è proprio il secolo scorso!), per la precisione in marzo, Paolo Cavaglione (allora direttore di Topolino) ed Ezio Sisto (responsabile area artistica Disney Mondadori) diedero alla luce l'evoluzione di Paperinik che rispondeva al titolo di PK.

L'alter ego di Paperino usciva dalle trame urbane noir e dagli scontri con la Banda Bassotti per entrare in una nuova Paperopoli, fatta di grattacieli pensanti, robot, alieni, cyborg, razziatori e complesse trame a base di paradossi temporali. Tutto questo richiedeva al protagonista l'uso di nuovi gadget ed armi, una maggiore indipendenza dal nucleo familiare dei paperi (Zio, nipoti e anche fidanzate) e gli offriva l'occasione di affrontare storie dense di humor e azione, che strizzavano l'occhio al comics supereroistico USA stile Marvel e DC piuttosto che alle storie di Carl Barks sulla dinastia dei paperi.

Il successo fu buono, ma non eccezionale, e resse a quasi dieci anni di serializzazione chiudendo nel febbraio 2005 con l'ultimo numero di Pikappa, dopo aver attraversato le incarnazioni (come titolo di testata) di PK, PKNA e PK2.

Comunque il papero supereroe fantascientifico venne abbastanza snobbato (forse perché papero Disney, o forse chissà...) nel corso della sua pubblicazione da quel vasto pubblico che invece sosteneva altre testate giudicate più "adulte". Il Corriere della Sera ora ripropone l'intera avventura in ottimi volumi acquistabili come supplemento e chissà che questa riproposta non susciti l'interesse per poter riattualizzare l'incarnazione più fantascientifica del papero Disney per eccellenza.