Recidivo, signori giurati!

Non si può definire altrimenti Angelo Moscariello, autore del Dizionario del Cinema Fantasy da poco uscito per i tipi di Electa.

Ne parlai già qualche tempo fa a proposito del Dizionario del Cinema di Fantascienza e torno con piacere a riparlarne ora per il secondo pilastro del cinema fantastico.

L'impianto del libro ricalca fedelmente l'altro volume, con le sezioni: Le Parole Chiave (Fonti Letterarie; Eroe vs Vilain; La Missione/Il Viaggio; Mondi Straordinari; Creature e Animali Fantastici; Il Soprannaturale; Archetipi Mitici; Acronie/Anacronie; Ciak, si gira). I protagonisti (da Rick Baker a Robin Williams trovandoci in mezzo Sabu -scoprite voi chi è se non lo sapete- e l'accoppiata Cristopher Reeve / Steve Reeves che è tutta un programma). Vero punto di forza di questi dizionari, però, è la sezione Dieci Capolavori per Dieci Registi, ovvero dieci film raccontati, commentati e presentati in 24 fotogrammi (sezione che parte dal Golem del 1920 fino alla Compagnia dell'Anello del 2001).

E qui permettetemi di ribadire che proprio il corredo fotografico, le immagini e l'impaginazione rendono questo Fantasy (come è stato anche per Fantascienza) agevole, intrigante e leggibilissimo come è sempre per un libro con immagini della Electa.

Il punto di forza (e di rottura) sta, a parer mio, nella sezione dedicata ai Film, perchè ancora una volta Moscariello riesce a mettere insieme un palinsesto di pellicole davvero impressionante lasciando il lettore a meditare come il Fantasy sia non solo un genere vastissimo che comprende certo gli Elfi di Tolkien e i Barbari come Conan, ma anche opere cinematografiche freudianamente concepite quando il cinema era più arte e meno botteghino (Lo Studente di Praga del 1913 con cui si apre la sezione) ma non solo, a buon diritto entrano nella rassegna i supereroi con le loro storie e i film fantastici rutilanti di effetti speciali quali Una Notte al Museo con cui la sezione si chiude.

E la ricchezza più grande di questo libro è proprio la libertà di accorpare tutto ciò che è fantastico evidenziandone la particolarità anche nelle contaminazioni con altri generi quali horror, noir, dramma tout court e psicanalisi.

Probabilmente ai "duri e puri" questo non farà piacere, solo qualche giorno fa sentivo dire: "Di solito chi legge Harry Potter non ama Tolkien" frase che potrà anche non essere completamente vera eppure evidenzia benissimo la questione del suddividere Fantasy (e Fantascienza) in sottogeneri e poi in sottospecie e poi in sottoclassi ottenendo solo di parcellizzare l'attenzione costringendo gli autori sotto la spinta del mercato a riprodurre all'infinito storie fotocopie per catturare lo spettatore.

Invece Angelo Moscariello ci invita ad aprire il libro e sbrigliare la fantasia, ovvero lo strumento più importante che un regista o uno spettatore hanno a disposizione per sfuggire alla realtà per un paio d'ore e infine tornarvi con molta più energia.

A questo punto mi resta un solo desiderio: poter vedere Angelo Moscariello in azione su una rassegna di cinema di fantascienza e fantasy. Ci sarebbe da imparare per tutti.