In un futuro molto prossimo la diffusione di nuove droghe elettroniche ha prodotto un'invasione di cartoon. Gli stimolanti si assumono ormai direttamente per via retinica, e i prodotti di scarto del loro consumo sono proprio i familiari personaggi dei cartoni animati, che si materializzano dal nulla riversandosi nella realtà dal vasto serbatoio dell'immaginario collettivo. E' questo il brillante assunto da cui parte Dario Tonani per sviluppare la sua storia, che miscela abilmente noir e fantascienza, senso del grottesco e fantasia visionaria.

Nel romanzo, in realtà, di storie ne vengono raccontate tre. C'è quella di Cletus, ex-poliziotto assuefatto ai +toon, che proprio il giorno del suo compleanno entra in possesso di un tera-disc collegato al decesso di due tossici, e il cui contenuto sembrerebbe far gola a più di un malavitoso. C'è poi quella di Lapo Montorsi, vecchio collega di Cletus che porta sul viso lo sfregio di un lupus, una stigmata che lo allontana in egual misura dal mondo dei cartoon e da quello degli uomini. E infine c'è quella di De Merbi, ingegnere coinvolto nella produzione del tera-disc giunto nelle mani di Cletus, e ora costretto a recuperarlo per evitare le ritorsioni di Darko, il più spietato narcotrafficante della città. Le loro storie si intrecciano sullo sfondo dell'hinterland milanese, tra i sobborghi arabizzati e la Città Pneumatica edificata da tossici e smanettoni sulle macerie dell'aeroporto di Linate, mentre in sottofondo risuona la voce elettrica di Crash B., l'inafferrabile deejay di Radio Smack, emittente che trasmette ventiquattr'ore al giorno le sigle dei cartoni classici e i più curiosi aneddoti sull'argomento.

Il panorama urbano in cui si consuma la lunga marcia verso la salvezza di Cletus, assistito nell'impresa dall'affascinante e ribelle Magda, è allo stesso tempo familiare nella sua decadenza, ed estraneo e alienante per l'impatto visibile dell'attività neurale dei tossici. I +toon hanno infatti letteralmente invaso le strade e i locali con repliche dei vecchi cartoni animati: un simulacro gigante di Betty Boop alto come un palazzo di sei piani, paperi di tutti i tipi, nonnine solo in apparenza innocue. Elemento inquietante che accomuna tutti i cartoni è la loro incapacità di articolare fonemi: silenziosi, possono comunicare solo attraverso cialde zuccherine che producono in quantità illimitata. Tutti cercano di rendersi utili come possono: alcuni si prestano come manovalanza a costo zero nella nettezza urbana (i cartoni decomposti tendono a invadere le strade e intasare le fogne, e così tocca pulire ai vari simulacri di Popeye); altri finiscono arruolati nell'esercito del crimine (come Wile E. Coyote, novello bravo al servizio di Darko). Molti cartoon nascono però ingenui e indifesi per costitutizione, per così dire, e gli umani hanno provveduto a escogitare metodi di sfruttamento ad hoc: ecco allora che è fiorito tutto un mercato sotterraneo, animato dalla perversione e limitrofo con l'abietto circuito della pedofilia. Le vittime sono Mickey Mouse inermi, trattati a peso d'oro dai rispettivi sfruttatori.

Nel loro vagabondaggio notturno Cletus, Montorsi e Di Merbi sono tutti costretti ad attraversare i vari spaccati della città "cartoonizzata", facendo i conti con la coscienza sporca della loro società. Il romanzo si snoda così a ritmo sostenuto verso l'epilogo, che riesce a essere ancora più inquietante del dettagliato affresco postmoderno tracciato nelle pagine precedenti. L'apocalisse finale, che avrebbe potuto essere una condanna per i peccati commessi (con la solitudine e l'astinenza quali pene da scontare), rilancia invece la posta in gioco verso un livello ancora più alto di compenetrazione tra la realtà e l'immaginario, amplificando l'angoscia che ne scaturisce di conseguenza.

Infect@ si rivela così per quel grande romanzo che è: una storia capace di reggere il confronto con i migliori lavori anglosassoni, scritto da un autore che dimostra una profonda conoscenza dei moduli di genere (tanto della fantascienza, quanto del noir), al punto da potersi permettere la licenza di introdurre elementi di originalità dirompente. A sorprendere non è quindi la pubblicazione di un secondo romanzo italiano nella storica collana, quanto piuttosto la sua mancata vittoria alla scorsa edizione dell'ambito premio Urania. Forse è finalmente giunto anche per la fantascienza italiana il momento di alzare la testa...