Alcuni scrittori prediligono scrivere romanzi, altri trovano più consona la dimensione del racconto, Vittorio Catani rientra senza dubbio  tra questi ultimi, una lunga carriera costellata di ottimi racconti, un solo romanzo di fantascienza, Gli universi di Moras, peraltro vincitore del primo Premio Urania, e un'incursione nel mainstream con Dimenticare Alessia.

Non può quindi passare inosservata la pubblicazione di Il quinto principio, romanzo che supera tranquillamente le cinquecento pagine, decisamente lontano dal concetto di racconto.

L'anno è il 2043, in poco più di trenta anni la Terra è enormemente cambiata, la tecnologia ha messo a disposizione chip cerebrali (la "pem", una protesi che permette comunicazioni quasi telepatiche), tute potenziate e aeromobili, ma la società si sta degradando sempre più, la schiavitù ha fatto ritorno anche nei paesi occidentali, una gran parte della popolazione vive un'esistenza miserevole, dominata da un'aristocrazia che si cela nell'ombra, manovrando enormi masse di denaro e decidendo il destino delle masse.

Moreno, detto Codino, non immagina che la sua giornata sarà molto diversa dalle altre, sperimenterà un nuovo, incredibile fenomeno, l'ultima esperienza della sua vita.

Anche per Alex Brandon Pantega, uno dei tanti, anonimi, abitanti di Uny, Underground New York, questa giornata sarà diversa: scopre che la sua identità potrebbe essere un falso, creato da lui stesso per sfuggire al governo, che considera una sua scoperta, l'enigmatico Quinto Principio, come potenzialmente molto pericolosa.

Yarin Radeanu è impegnato in una operazione finanziaria colossale, l'acquisto dell'Antartide, e decide di chiamare una sua vecchia fiamma, che ora è l'amante del suo principale avversario.

Anche Manu Ramondi riallaccia un vecchio rapporto, Laurì ritorna da lui, per chiedergli di risolvere uno strano problema e il giovane, che non ha mai smesso di amarla, cerca subito di indurla a lasciare il marito, mossa pericolosa, considerando che si tratta del ricchissimo e senza scrupoli Yarin.

Per vincere la noia Yanko e i suoi amici lasciano Norimberga per assistere da vicino al disastro che ha sconvolto l'Africa, in poche ore un potente skycar li porta a destinazione, ma il turismo della catastrofe sarà più pericoloso del previsto.

La missione di Mait Bruklenajs è pericolosa, ma quando si fa parte degli Irragionevoli, la composita e variegata galassia che si oppone al potere, la vita non è certo semplice,ma è una battaglia che vale la pena combattere.

I destini dei diversi personaggi si dipanano in una storia corale, un immenso arazzo deve i fili, apparentemente slegati, lentamente si riuniscono per dare il senso dell'inquietante futuro immaginato da Catani.

Inizialmente disastri grandi e piccoli, strani avvenimenti e fenomeni inspiegabili vengono nascosti o ignorati, dopotutto "strani fatti accadono altrove", ma poco a poco la portata della minaccia globale si fa evidente, quale sarà il destino del mondo?

E' evidente il lungo lavoro di preparazione che sta dietro a Il quinto principio, tuttavia qualche sforbiciata sarebbe stata benvenuta, un esempio per tutti la lunga parte dedicata a Bretton Woods.

Alcune parti tutto sommato inutili e la struttura corale scelta da Catani rendono la lettura abbastanza impegnativa: prima che tutti i fili si riuniscano bisogna infatti attendere parecchio, d'altra parte la grandiosità dello scenario giustifica la scelta compiuta.

La cosa che più mi è piaciuta di questo romanzo è proprio l'allargarsi della prospettiva, che da diverse vicende, più o meno banali, arriva a conclusioni che riguardano il futuro stesso dell'umanità, e sconvolgono tutto quello che si pensava di sapere sulla natura dell'universo.

Ho inoltre apprezzato il fatto che Catani abbia distribuito alcune gustose citazioni fantascientifiche, la città di Diaspar e il gruppo anarchico che si è dato il nome "Gli Irragionevoli" richiamano opere care al cuore degli appassionati.

Notevole la proiezione delle tendenze in atto nella nostra società, esasperate nei trenta e passa anni che ci dividono dal 2043, personalmente credo, o forse mi illudo, che nessuno vorrebbe mettersi una pem in testa, o che la schiavitù venga ufficializzata, ma queste e altre ipotesi danno a Il quinto principio un sapore particolare, come qualcosa che potrebbe accadere.

Un romanzo che non piacerà a tutti, un'opera granitica ma anche il parto di una mente eccezionale, un romanzo che potrebbe facilmente catturarvi e non lasciarvi sino all'ultima pagina.