Le “novelizzazioni” dei film – pratica in uso a Hollywood già dagli anni Venti, in particolare con i generi poliziesco, western e fantascienza – sono in genere poco più di una curiosità per appassionati, anche se in qualche caso l’intervento di scrittori di rango ha portato a ottimi risultati (basti citare Isaac Asimov per Viaggio allucinante e Dan O’Bannon per Alien), dando modo di approfondire aspetti appena accennati su grande schermo e – soprattutto – rimanendo per decenni l’unico modo di prolungare le emozioni della sala cinematografica, prima che l’avvento dell’home video e il mare magnum di Internet rendessero possibile scandagliare in ogni dettaglio l’oggetto della propria passione.

Pur essendo quindi non di rado interessanti, anche se a latere delle produzioni di celluloide, la fretta con cui molti adattamenti vengono realizzati (a partire da una sceneggiatura che magari viene poi ampiamente modificata in “corso d’opera” durante le riprese, rendendoli a volte una sorta di reimmaginazione della pellicola) spiega tuttavia la loro qualità spesso trascurabile, in un curioso contraltare con l’opinione corrente della superiorità della pagina scritta quando un film è tratto da un romanzo preesistente.

Non è comunque questo il caso degli adattamenti della quadrilogia cinematografica su cui poggia la saga multimediale (film, romanzi, fumetti, videogiochi, attrazioni e altro ancora, vedi su Delos www.fantascienza.com/magazine/speciali/indiana_jones_e_il_regno_del_teschio_di_cristallo) dell’archeologo-avventuriero-insegnante Indiana Jones, a tutti gli effetti prodotti dignitosi che, pur senza infamia e senza lode, contribuiscono a restituirne il fascino a chi ama il personaggio.

Il volume che qui segnaliamo ripropone quanto edito già all’epoca dei primi tre film dalla Sperling & Kupfer (addiritura con i medesimi impianti di stampa del 1981, 1984 e 1989 e le copertine in b/n meritoriamente riportate nell’interno) come del resto avvenuto nei Paesi anglosassoni, da cui riprende la “nuova” cover (in realtà già teaser per L’ultima Crociata).

Le avventure sono com’è noto rispettivamente ambientate nel 1936, 1935 e 1938: com’è noto Il tempio maledetto è un antefatto (o prequel, se volete atteggiarvi a esperti) dei Predatori e L’ultima Crociata l’omaggio al “vero” padre del personaggio.

Delle tre riduzioni delle sceneggiature originali, la migliore risulta la prima: per la sua origine pressoché perfetta, per l’abilità di Campbell Black (autore ben più prolifico ed esperto degli altri due) nell’adattarla alla pagina scritta e probabilmente anche dal fascino dei personaggi che emerge anche dalle “aggiunte” come il primo incontro tra Indy e Belloq all’università e nel 1934 in Arabia Saudita, la discussione tra Abner Ravenwood e Indiana sulla sua relazione con la figlia Marion, la fascinazione e l’allenamento di Indy con la frusta dopo l’incontro con un circo itinerante a 7 anni...

Il lavoro di James Kahn è solido ma più canonico, come si conviene a un medico che non disdegna di scrivere romanzi pubblicati anche su Urania ma celebre soprattutto per le novelizzazioni per Star Wars - Episodio VI: Il ritorno dello Jedi (1983), I Goonies (1985) e i primi due Poltergeist (1982, 1986), nonché diverse sceneggiature per Melrose Place (di cui è stato produttore nel 1996-98) e Star Trek: The Next Generation.

Anche qui rispetto a quello che è considerato il film meno riuscito della saga trovano spazio digressioni in più: sulle vite di Willie Scott e Short Round, un incomprensibile cappello grigio (anziché il solito marrone), una manciata di scene inedite e la morte di Chattar Lal (primo ministro della provincia indiana di Pankot) che invece nel film sopravvive.

A Rob MacGregor, altro scrittore sporadico di romanzi fantastici e del soprannaturale, tocca forse la novelizzazione più piatta per quella che forse è l’avventura di Indy più divertente (grazie soprattutto alla caratterizzazione operata da Sean Connery): l’autore ha poi proseguito il rapporto con il personaggio con i primi 6 romanzi della dozzina di avventure originali pubblicate dalla Bantam Books con copertine del fido illustratore Drew Struzan. Naturalmente queste hanno goduto di qualità ancor più altalenante, vedendo Indy alle prese con mago Merlino, re Artù e perfino un matrimonio con la sua migliore allieva, tale Deirdre Campbell... Le prime tre sono state anche pubblicate in Italia: Pericolo a Delfi (Granata Press 1992), La danza dei giganti (Granata Press 1992), I sette veli (Granata Press 1993).