Delos 32: Fantasia&Nuvole Fantasia & Nuvole

di Francesco Grasso

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nausicaa

Ci risiamo. A dispetto di chi denuncia il presunto maschilismo del fumetto di fantascienza, Fantasia&Nuvole torna ad eleggere a protagonista un'eroina in gonnella. Sotto i riflettori della vostra rubrica preferita, questo mese, un personaggio femminile forse non avvenente quanto la Barbara di Zanotto, forse non carnale come la Druuna di Serpieri, magari non conturbante quanto la Cybersix di Trillo o il maggiore Motoko di Ghost in the shell, ma che incarna un concentrato di quelle virtù (sensibilità, comprensione, dolcezza e un sano pragmatismo) che avvertiamo distintamente come qualità femminili, di quelle virtù che, anche se non appariscenti, riescono da sole a rendere una persona interessante e intimamente affascinante. Tale è, senza dubbio, Nausicaa, eroina d'un fascino discreto, quasi sommesso, eterea principessa della delicata favola ecologista e pacifista di Hayao Miyazaki.

la storia

Lo scenario di Nausicaa è un medioevo prossimo venturo, un'era oscura che vede il nostro pianeta semidistrutto da una catastrofe ecologica. La maggior parte delle terre emerse è ricoperto dalla mortale giungla tossica, un complesso ecosistema basato sulla simbiosi tra specie vegetali (spore, funghi giganti, piante ameboidi) e animali (insetti giganti, mostri-tarlo, vermi). Gli uomini non hanno posto nello schema della giungla (neppure possono entrarvi, se non con l'ausilio di speciali maschere filtranti): essi sono costretti a vivere nelle poche zone del pianeta ancora coltivabili, piccole oasi che si riducono sempre più sotto l'avanzata della giungla. Una di queste isole felici è la Valle del Vento, governata dal vecchio re Gil e da sua figlia Nausicaa. La giovane principessa è una "domatrice del vento", abilissima pilota di qualunque veicolo provvisto di ali; ella, inoltre, possiede un dono segreto, la capacità di comunicare con ogni essere vivente, dagli animali domestici della valle sino alle spaventose fiere della giungla tossica.

Nausicaa cresce felice nel suo piccolo regno, ma la sua serenità non è destinata a durare. Come i famosi capponi di Renzo, incuranti della minaccia tossica che incombe su di loro, gli uomini non pensano che a beccarsi tra loro. Le due principali nazioni del nuovo medioevo (il regno di Tolmekia e l'impero di Dork) si affrontano in una guerra totale, uno scontro senza esclusione di colpi: l'obiettivo di entrambi i contendenti è l'assicurarsi il controllo delle terribili armi pre-catastrofe, la più potente delle quali è il Gigantesco Soldato Invincibile, un titano bionico in grado di resistere persino a un'esplosione nucleare.

Le nazioni indipendenti, come la Valle del Vento, non possono permettersi di restare neutrali. Così Nausicaa, a capo di un piccolo contingente, si unisce all'armata della principessa Kushana, erede al trono di Tolmekia, e parte per la guerra.

Il coraggio non le manca; le virtù di condottiero neppure. Ma Nausicaa comprende presto che combattere è un terribile errore, che il rischio è distruggere per sempre anche i miseri lembi di terra ancora adatti all'Uomo. Anche perché il leader nemico, il Sacro Imperatore di Dork (un essere pluricentenario dai poteri più che umani), non ha scrupoli a servirsi di armi chimiche e biologiche, le stesse che già una volta hanno sconvolto il mondo.

Gli insetti della giungla tossica sono migliori di noi! grida Nausicaa, sconvolta dalle atrocità del conflitto. Eppure, la repulsione per gli orrori della guerra non le impedisce di balzare in primo piano e di cambiare in modo clamoroso il corso degli eventi. E' lei stessa, infatti, a intervenire nello scontro finale tra Kushana e il Sacro Imperatore; è lei a uccidere quest'ultimo; è lei a prendere il controllo del Gigantesco Soldato Invincibile (non trattandolo come un'arma vivente, ma adottandolo come un figlio). E' lei, in definitiva, a risolvere il rebus della giungla tossica ed a comprendere il ruolo degli uomini nella nuova era oscura. Al termine di una lunga peregrinazione, durante la quale ella vedrà morire tanti amici (dall'inseparabile scoiattolo-volpe Teto all'amato maestro Lord Yupa) Nausicaa giunge a Shuwa, la capitale santa di Dork, ove incontrerà il vero signore del pianeta, un'entità oscura di cui il Sacro Imperatore non era che un burattino. Dalle sue labbra Nausicaa apprenderà la verità sul passato della Terra e i piani per il suo futuro. Piani terribili cui lei, in un apice di grandezza eroica, riuscirà a opporsi.

gli autori

Hayao Miyazaki è un autore prolifico, le cui opere sono ben conosciute in tutto il mondo, persino in questo nostro infimo e marginale Stivale. Tra i suoi lavori, ricordiamo il travolgente Conan, il serioso Laputa: Castle in the sky e il buffo Tonari No Totoro (il mio vicino Totoro). Miyazaki è anche tra gli autori del notissimo Lupin III, animé puritrasmesso dalle reti televisive nazionali.

Con riferimento a Nausicaa, il principale tratto (e merito) di Miyazaki appare essere un'esposizione armonica della vicenda e un ritmo calibrato della sceneggiatura. Nausicaa coinvolge, incolla il lettore alle sue pagine, offre una fruizione semplice restando al contempo un fumetto tutt'altro che "leggero". Temi profondi e spunti "commerciali" sono perfettamente bilanciati, e concorrono a formare una struttura solida ed efficiente: il messaggio dell'autore giapponese, il suo j'accuse ecologico e pacifista, corre come un fiume in piena nel robusto alveo della narrazione, e non appare mai pretestuoso, mai "didattico" o supponente.

Non altrettanto bene si può parlare del disegno. Le tavole di Miyazaki, qualitativamente, mantengono un livello discontinuo. Se a volte impressionano per la grandiosità (pensiamo al terrificante mostro-tarlo, alle corazzate volanti di Dork, agli incrociatori da battaglia tolmekiani), troppo spesso risultano confuse, affollate, approssimative, quasi appena abbozzate. Di certo l'eccessiva riduzione del formato della pagina penalizza il tratto di Miyazaki, e può essere citata come valida attenuante (in effetti le tavole più grandi sono anche le più valide dal punto di vista estetico). Restano comunque da sottolineare le pecche "classiche" dei disegnatori giapponesi, che in Miyazaki trovano quasi un archetipo: volti standardizzati, lineamenti in fotocopia, espressioni che troppo facilmente tracimano dal buffo al ridicolo, cadute di stile che, tollerabili in un fumetto scanzonato e goliardico come Lupen III, diventano grottesche in un'opera dal tema impegnativo quale Nausicaa.

Gli albi di Nausicaa sono pubblicati in Italia dalla Granata Press, e reperibili con sforzi (ed esborsi) tutto sommato accettabili: l'intera saga comprende 23 numeri. Altro discorso per il relativo animé, che è praticamente introvabile (l'unica è richiederlo per posta). Ma non si deve disperare: le ultime notizie parlano di un accordo i produttori giapponesi e la Disney. La casa americana si sarebbe (il condizionale è ancora d'obbligo) impegnata a distribuire il film d'animazione in tutto il mondo. Una notizia eccellente, che stupisce meno di quanto dovrebbe: in effetti, Nausicaa è il più "disneyano" dei manga, ricco com'è di buoni sentimenti, di tenerezza, di "buonismo", di spunti commoventi, di un animalismo ed ecologismo più da Bambi che da WWF.

curiosità e spunti

La caratteristica più notevole di Nausicaa è la cura con cui viene delineato lo scenario storico, sociale ed ecologico del medioevo prossimo venturo. Miyazaki, pazientemente, pennellata dopo pennellata, affresca davanti ai nostri occhi l'intero quadro, non tralasciando alcun dettaglio, e riuscendo nel contempo a non appesantire la narrazione. Dalle regole di corte ai metodi di coltivazione, dagli schemi di battaglia ai riti religiosi, dagli abiti quotidiani alle pietanze, ogni cosa viene presentata all'occhio del lettore con una perizia da far invidia a qualunque cronista storico, con una noncuranza da ammutolire qualsivoglia pennivendolo. Con aria quasi distratta, mentre seguiamo le vicende di Nausicaa, veniamo ad esempio a sapere che il nuovo medioevo viene definito "L'era della ceramica" in quanto la metallurgia è stata quasi del tutto dimenticata e ogni attrezzo (spade e corazze comprese) viene realizzato appunto in ceramica; ci viene detto che la Valle del Vento deve il suo nome alla brezza marina, che rappresenta la vita stessa degli abitanti, in quanto tiene lontane dai campi coltivati le spore della giungla tossica; ci viene spiegato che del mostro-tarlo non si butta via niente: il suo carapace è un ottimo materiale da costruzione, i suoi occhi sono perfetti oblò per gli aerei, nei suoi umori si tingono i tessuti... Tonnellate di nozioni che cadono sul lettore con la leggerezza di una piuma.

Non tutto, naturalmente, è originale, né potrebbe esserlo. Il complesso rapporto tra Nausicaa e il vento, che ella domina con la sua "Meve" (una sorta di monoala ultraleggero) richiama alla mente le gesta di Maris, la "volatrice" protagonista del romanzo Il pianeta dei venti di George R.R. Martin e Lisa Tuttle. Ancora, lo schema ecologico della giungla tossica ha numerosi punti in comune con lo scenario di Dune (il più vistoso, probabilmente, è il parallelo tra i Freemen di Herbert e il Popolo del Bosco di Miyazaki, o il fatto che Nausicaa, come Paul Atreides, incarna un'antica profezia), ma richiama anche il pianeta Lusitania di Orson Scott Card.

Le citazioni, naturalmente, non sono mai a senso unico: il mondo di Nausicaa è stato omaggiato ad esempio sulle pagine di Nathan Never nell'albo doppio Terre Bruciate / I predoni del deserto (la carica dei Centozampe nel fumetto bonelliano è un richiamo persino troppo esplicito alla scena dell'attacco dei mostri-tarlo alle truppe di Kushana).

E' interessante esaminare più in dettaglio il meccanismo biologico della giungla tossica, così come ipotizzato da Miyazaki. Alla base di tutto c'è la spora, un organismo semplice, minuscolo, in grado di attecchire praticamente su ogni terreno (polmoni umani compresi). Trasportata dal vento, dagli insetti, dalle acque dei fiumi, immune a tutto fuorché al fuoco, la spora si diffonde con facilità, e una volta messe radici si sviluppa in un pollone, poi in una giovane pianta, infine in uno dei colossali alberi della giungla tossica. Durante la sua vita millenaria, l'albero cresce, emette a sua volta spore perpetuando il ciclo, concede cibo e ospitalità agli insetti, eleva in altezza la sua "superficie attiva", lasciando in basso un tronco cavo che si va rapidamente cristallizzando. Gli insetti, a loro volta, diffondono le spore e offrono i loro corpi come semenzai in un contratto di mutua assistenza. Finché, dopo secoli, l'albero e la sua corte muoiono, crollando su loro stessi e riducendosi in minutissimi cristalli. I quali cristalli, sorprendentemente, non sono velenosi, ma al contrario risultano chimicamente inerti. Sì, perché il compito della giungla tossica è proprio ripulire la Terra dai veleni chimici sparsi dall'uomo: le piante della giungla non sono letali di per sé, ma solo perché assorbono le tossine dal terreno inquinato. Laddove la giungla ha esaurito il suo ciclo vitale (circa in un migliaio di anni), l'aria, l'acqua e la terra sono di nuovo puri, incontaminati: il trionfo della Natura sulla follia umana.

Tra i numerosi personaggi del fumetto, merita davvero un Oscar quale attore non protagonista la spia tolmekiana Krotowa, inviata segretamente da re Vu a sorvegliare l'irrequieta figlia Kushana. Krotowa è una figura tridimensionale, umanissima, in cui identificarsi è immediato. Di fronte alla grandezza oscura del Sacro Imperatore di Dork, all'epicità di Kushana, al "buonismo" in fondo un po' palloso di Nausicaa, lui è l'unico a rappresentare le dimensioni della quotidianità, a incarnare i valori della gente comune, del "vaso di coccio tra i vasi di ferro". Krotowa è cinico, non crede a nulla, tira a campare, è arrivista, si vende al migliore offerente (Franza o Spagna, purché se magna), in definitiva è l'unico personaggio "vero" della vicenda. Deliziose le scenette in cui, sospinto dall'esempio di Nausicaa e dall'onda emotiva che ella produce in chi le sta intorno, Krotowa si ritrova a compiere gesti indiscutibilmente eroici. Al termine dei quali, tornando in sé, imbarazzato, stenta a riconoscersi, e balbetta un irresistibile "Ma... che sto facendo?".

Abbiamo accennato all'onda emotiva. Non c'è altro modo per definire l'effetto che Nausicaa provoca sulle persone, sugli animali, sulle fiere della giungla tossica, persino sul vento. Nausicaa ammalia tutti e tutto grazie alla sua immediata comprensione, al suo sentirsi partecipe e vicina ad ogni essere che soffre. Il suo dono è ben più profondo della semplice telepatia: è qualcosa di immenso, di magico, e nel contempo espressione di una semplicità di carattere assoluta. Nausicaa è adorata dal suo popolo, amata dai mostri-tarlo, apprezzata e invidiata da Kushana, rispettata dai nemici... Eppure non è altro che una ragazzina che vuole la pace per sé e per ogni essere vivente, non è che una giovane donna che agisce per istinto, non seguendo altro che i valori più profondamente femminili. Come l'istinto materno, ad esempio, che le consente di tenere sotto controllo finanche il terribile Gigantesco Soldato Invincibile, un titano radioattivo alto trenta metri in grado di volare e di distruggere nazioni, che pure la segue scodinzolando chiamandola "mamma".

Non resta che chiedersi, di fronte alle donne-Rambo, alle Demi Moore culturiste e in carriera, alle virago che ostinatamente vogliono i pantaloni, se la femminilità tradizionale, nel fumetto come nella vita, in fondo non paghi.

Alla prossima.