Delos 23: Fantasia&Nuvole Fantasia & Nuvole

di Francesco Grasso

barbara

Secondo un luogo comune antico e consolidato, il fumetto di fantascienza è un universo chiuso e riservato agli uomini. Per lungo tempo, una legge non scritta ha decretato che per un pubblico quasi esclusivamente maschile si scrivessero storie "maschie", vicende muscolari e dense d'azione, in cui l'eroe fosse inevitabilmente macho e virile, ed in cui le rappresentanti del gentil sesso recitassero invariabilmente il ruolo di comparse, con pochi vestiti indosso ed ancor meno spazio e spessore.

Questa consuetudine sciovinista, in un circolo vizioso, allontanava il pubblico femminile, e rendeva quindi sempre più marcati gli stereotipi. Forse solo oggi, grazie a nuove eroine quali Legs, Cybersix o Nausicaa (tutte prima o poi sotto i riflettori della rubrica Fantasia&Nuvole) possiamo ritenere concluso un periodo che, se non proprio di discriminazione, è stato senza dubbio colpevole di poca attenzione.

Eppure, anche questa regola ha avuto le sue eccezioni. Una delle più importanti, forse la più importante, è figlia della prolifica scuola argentina: un fumetto di fantascienza purissima, una storia dall'impostazione robusta, tradizionale, ma resa allo stesso tempo originale anche grazie al punto di vista femminile della protagonista. Parlo di Barbara, di Ricardo Barreiro e Juan Zanotto.

la trama

Siamo in un futuro non troppo lontano. La Terra è sotto il dominio dagli Adri, una razza di umanoidi extraterrestri cinici e crudeli. La conquista non è avvenuta alla luce del sole, bensì con l'inganno. Gli Adri infatti, in millenni di guerre interplanetarie, hanno affinato una geniale tecnica di invasione, che consente loro di cogliere il massimo bottino col minimo rischio.

Qual'è la magica ricetta? Presto detto: anzitutto, si bombarda dallo spazio il pianeta da conquistare con raggi gravitazionali (?) provocando cataclismi, mutamenti climatici, glaciazioni e diluvi, e questo al fine di abbattere la civiltà dei nativi; quando i pochi sopravvissuti sono ridotti allo stato primitivo (e per questo basta attendere una generazione) si interrompono i cataclismi e si manda sul pianeta una fauna di robot assassini dalle sembianze animali (le Bestie) col compito di terrorizzare i nativi. Le Bestie sono invulnerabili, invincibili, onnipresenti e senza pietà. Dopo qualche anno di massacri, le Bestie scelgono opportuni esemplari tra i nativi (meglio se giovani, dalla mente adeguata) e parlano loro, affermando di essere divinità e di averli scelti come loro Profeti e Sacerdoti. Attraverso costoro le Bestie impongono leggi, una nuova lingua (quella degli Adri, naturalmente), dividono i nativi in tribù e fomentano l'odio ed il sospetto tra tribù diverse. Quando i nativi si saranno piegati ad obbedire a leggi di cui non comprendono il senso, gli Adri potranno finalmente prendere possesso del pianeta, e della docile razza di schiavi che adesso lo abita.

La Terra di Barbara è all'ultimo stadio di questo diabolico progetto. Tra le rovine di una Buenos Aires distrutta e ricoperta dalle acque, la tribù cui ella appartiene sopravvive a fatica, adorando la Bestia (a fianco) anche mediante sacrifici umani. Essi sono alla completa mercè degli Adri, che li trattano come animali, concedendosi piacevoli partite di caccia al nativo, ancor più piacevoli sollazzi sadici con le native. Cosa peggiore, Barbara ed i suoi non hanno coscienza della loro condizione di schiavi, perchè sono stati condizionati a pensare, attraverso un elaborato sistema di tabù, che gli orrori della loro vita rientrino nell'ordine naturale delle cose.

Ma Barbara non è come gli altri: in sè cova il germe della ribellione, un germe che si chiama voglia di risposte. Scacciata dalla tribù per essersi difesa da un tentativo di stupro da parte di un Sacerdote (i sacerdoti, in quanto oracoli della Bestia, possono fare ciò che vogliono), ella trova nel suo animo di giovane donna una forza ed un coraggio sorprendenti.

Non solo Barbara riesce a sopravvivere da sola nella palude che una volta era la capitale dell'Argentina ma, introdottasi in una base Adria, ella scopre la verità sul suo mondo, vede coi suoi occhi l'orribile inganno perpretato dagli Adri, e decide di diventare la madrina della Grande Rivolta.

Si, perchè persino gli Adri, ed i loro fantocci meccanici che si dicono Dei, possono essere sconfitti. La razza umana ha reagito all'invasione come ad un'epidemia, ed ha prodotto degli anticorpi. Barbara è la prima di questi anticorpi, la prima a scoprirsi dotata di poteri mentali. In lei questi poteri sono latenti, e si mostrano sotto forma di una "voce" segreta, della capacità di comunicare con animali e piante. Ma negli ultimi nati della Terra, Barbara lo scopre dapprima con terrore, poi con eccitazione, questi poteri diventano terribili: i bambini, l'ultima generazione della razza umana, si rivelano dei giganti telecinetici, capaci di distruggere un incrociatore orbitale Adrio con la sola forza del pensiero.

Ed allora che la lotta contro l'invasore abbia inizio: la nostra razza ha ancora una speranza.

gli autori

Ricardo Barreiro, sceneggiatore di "Barbara", nasce nel 1949 nel quartiere Palermo di Buenos Aires. Giovanissimo, esordisce pubblicando articoli e racconti sulla rivista underground "Sancho". Passa poi alla sceneggiatura, debuttando con la serie Slot Bar, con disegni di Solano Lopez.; seguono poi la suggestiva serie di guerra Asso di picche, e lo straordinario fumetto di fantascienza La città, entrambi con disegno di Gimenez. Negli anni settanta si trasferisce in Europa, e vive tra Parigi e Roma per sei anni. In Francia il suo lavoro gli frutta grande notorietà: diventa membro della Società degli Autori e Compositori Drammatici, e da alcune sue opere vengono tratti lavori televisivi. Recententemente è tornato a vivere in Argentina.

Juan Zanotto, disegnatore dell'opera, nasce a Cucegno, in provincia di Torino, nel 1935. A soli tredici anni segue la sua famiglia a Buenos Aires. Sono gli anni della grande emigrazione italiana in Argentina, ed anche gli anni della nascita della grande scuola del fumetto sudamericano. Giovanni-Juan Zanotto assorbe gli insegnamenti dei maestri e li elabora in uno stile personalissimo. I suoi primi lavori sono "Rick della Frontiera", "Il mondo dell'uomo rosso"; poi giungono le saghe di Yor ed Hor (da cui viene tratto un film), su testi di Collins, che gli fruttano fama a livello mondiale, e premi come quello della Fondazione Interamericana Franklin.

Zanotto si è anche cimentato come sceneggiatore, firmando i testi della serie "Orizzonti perduti". In Italia quasi tutti i suoi lavori sono stati pubblicati dalla Eura Editoriale, sulle pagine dei settimanali "Skorpio" e "LancioStory". Uno degli ultimi suoi successi, Cronache del Tempo Medio, è già noto ai lettori di Delos.

curiosità e spunti

"La Terra invasa" è uno dei temi più classici della fantascienza, non solo di quella a fumetti. Sembrerebbe difficile trovare qualcosa di originale da dire sull'argomento, eppure Barreiro riesce nell'impresa, e firma in "Barbara" uno dei più plausibili ed agghiaccianti bollettini di guerra di un ipotetico attacco alieno (certo molto più convincente dei risibili attacchi extraterrestri di Visitors, Indipendence Day e consimili).

Ma in Barbara c'è qualcosa di più. Nell'imperialismo degli Adri è dipinta a lettere enormi la minaccia di un altro imperialismo, questo molto più vicino e preoccupante per un sudamericano come Barreiro. Descrivere la spietata tattica di guerra degli Alieni è un pretesto per puntare il dito in un monito chiarissimo. - Attenzione - dice Barreiro - Chi ci vuol togliere la libertà agisce nell'ombra. Il nostro nemico prima distrugge la nostra civiltà, la nostra cultura, cancella le nostre tradizioni; poi le sostituisce con i propri modelli, con la propria lingua e la propria ideologia, colonzzandoci culturalmente; poi ci fa vivere nel terrore, fomentando ed armando la violenza omicida; ed infine ci regala una pace da schiavi, sotto dei capi "forti" che non sono altro che delle maschere vuote, burattini nelle mani dei veri padroni. L'unico modo che abbiamo per combatterli è restare uniti: il nostro nemico farà di tutto per metterci l'uno contro l'altro, per suscitare contrasti ed odio tra fratelli. Se gli consentiremo di farlo, per noi ci sarà solo un futuro da schiavi.

Altro piatto forte di Barbara, il femminismo. Il mondo regredito alla barbarie ove Barbara vive è per forza di cose ancora più maschilista del nostro. Le donne sono degli oggetti di proprietà dello sposo o del padre. Gli stessi Adri hanno una cultura militarista e "machista": per loro è assolutamente inconcepibile che a capo della rivolta terrestre ci sia una donna. E sarà proprio questo atteggiamento sciovinista a portarli a sottovalutare la minaccia di Barbara finchè non sarà troppo tardi.

Barbara è un'eroina d'azione, ma non per questo è priva di femminilità, di un romanticismo a volte anche passionale. Ella vive con pari intensità le drammatiche vicende della guerra contro gli Adri e le sue personali storie d'amore, che si chiudono tutte invariabilmente con tragici epiloghi. Sul capo di Barbara sembra gravare una maledizione: ogni uomo di cui si innamora (e tra questi vi è anche un alto ufficiale Adrio) è destinato a fare una brutta fine. Forse il destino vuole ammonirla, spingendola a consacrare la sua vita alla causa della Libertà. Perchè se c'è un messaggio chiaro nella vicenda di Barbara, questo messaggio è che la vittoria si paga con il sacrificio, e ciò che si ottiene senza soffrire non ha alcun valore.

Barreiro farcisce la storia di Barbara di alcuni spunti veramente geniali. Tale è ad esempio l'invenzione dello Sdrial, la droga adria che, somministrata in dosi minime, porta il cervello a ricevere segnali su una determinata frequenza da ogni punto della Galassia. Su tale frequenza gli Adri trasmettono un programma onirico chiamato "Folletto Arpedes", in grado di sintonizzarsi sulla mente del soggetto drogato e di fargli vivere esperienze irreali a suo piacere, ma anche in grado di fornire qualunque informazione il soggetto desideri (una specie di Internet degli stupefacenti?).

Barreiro commette anche qualche ingenuità, clamorosa per un lettore smaliziato, ma tutto sommato veniale nel complesso dell'opera. Esempio lampante, Barreiro si compiace di citare "Il pianeta delle scimmie", mostrandoci un astronauta umano proveniente dalla Terra pre-invasione che, partito in ibernazione per Alfa-Centauri, ritorna sul nostro pianeta e lo ritrova devastato, col clima capovolto ed in piena dominazione Adria. L'astronauta all'inizio si chiede su quale mondo sia finito, e comprende di essere giunto di nuovo sulla Terra solo alla vista del rudere di un famoso monumento di Buenos Aires (parallelo con la Statua della Libertà nel film suddetto).

Dove sta l'ingenuità? Presto detto: ci era stato spiegato che ai terresti era stata imposta la lingua degli Adri... Eppure Barbara e l'astronauta pre-invasione si comprendono benissimo (anche troppo, visto che finiscono a letto insieme). Barreiro si contraddice da solo!

Il tratto di Zanotto è di una bellezza sconvolgente. Si tratti di mostrarci astronavi o futuristiche armi Adrie, caimani o Bestie, immense paludi o pallide galassie, il disegnatore italo-argentino lascia sulla carta tavole memorabili. Ma è soprattutto (com'è suo costume) nelle figure umane che il suo tocco mostra (perchè non dirlo?) un vero e proprio piacere sensuale. Le donne di Zanotto, come quelle di Manara, o quelle di Crepax, sono la vera firma dell'artista. Ci si può innamorare dell'eroina di un fumetto? Prima di rispondere di no, o di sorridere con aria vissuta, specchiatevi negli occhi di Barbara.