Delos 22: Speciale Clarke di Francesco Grasso

SPECIALE

ARTHUR C. CLARKE

Bibliografia | 2001: Odissea nello spazio

Scrittore di fantascienza e scienziato, fra i grandi dell'età d'oro della fantascienza, Arthur C. Clarke rivaleggia con Isaac Asimov nella classifica degli autori più famosi. Anche grazie al film 2001 Odissea nello Spazio.

Presentare Arthur Clarke al pubblico è un autentico problema. Che qualifica assegnargli, come inquadrarlo? Definirlo un grande della fantascienza mondiale non basta a rendergli giustizia. Chi è Arthur Clarke, infatti? E' lo scrittore di fantascienza tecnologica che riesce mirabilmente a riversare in narrativa le idee scientifiche alla base dei suoi studi, l'autore di oltre 50 libri, tradotti in 30 lingue diverse, stampati in decine di milioni di copie? E' viceversa lo studioso, il geniale ideatore dei satelliti geostazionari, il teorico degli ascensori orbitali, delle coltivazioni sottomarine, del cavo cristallino monomolecolare, che si diletta a scrivere romanzi per puro godimento intellettuale?
In realtà egli è entrambe le cose, ed anche più di questo. Arthur Clarke è l'archetipo vivente dello scienziato-scrittore. Forse non è il solo, nel campo della fantascienza, ad impersonare questo doppio ruolo. Fred Hoyle, David Brin, Carl Sagan, Gregory Benford, lo stesso Isaac Asimov sono stati fior di narratori ed allo stesso tempo cervelli di prim'ordine della ricerca. Arthur Clarke, però, oltre ad aver raggiunto risultati invidiabili in entrambi i campi (Premi Hugo, Nebula e Premio John W. Campbell in campo letterario, numerosissimi riconoscimenti di primo piano in quello accademico), è stato l'unico autore realmente a scrivere come uno scienziato, lasciando precisa traccia, nel suo stile e nei suoi intrecci, del suo profilo di indagatore del Sapere. L'entusiasmante senso del "marvel", della scoperta, dell'esplorazione dell'ignoto, l'anelito alla conoscenza dell'Ulisse dantesco, senza il quale la ricerca scientifica non riuscirebbe a diventare passione, ci vengono trasmessi dal Clarke scrittore, attraverso le pagine dei suoi romanzi, in tutta la loro potenza, e divengono essi stessi personaggi ed interpreti principali delle sue straordinarie storie.
Il concetto stesso di fantascienza "hard" è nato in Inghilterra, ed è figlio di Arthur Charles Clarke.

ARTHUR C. CLARKE: VITA E OPERE

Arthur Charles Clarke nasce il 16 Dicembre 1917 a Minehead, una cittadina balneare del Somerset, Inghilterra. A 21 anni si trasferisce a Londra, viene assunto dalla British Interplanetary Society, e comincia ad interessarsi delle nascenti ricerche aereospaziali.
Durante la Seconda Guerra Mondiale combatte nelle fila della RAF, l'aereonautica inglese, con i gradi da ufficiale. Partecipa anche agli esperimenti con i primi radar ed i pionieristici sistemi di atterraggio cieco. Racconta in seguito quest'esperienza nel suo libro (non fantascientifico) Sentiero di discesa, e la ricorda anche più tardi, forse inconsciamente, nella stesura del romanzo Ombre sulla Luna.
Al termine della guerra pubblica l'articolo tecnico Extra-terrestrial Relays, discutendo della possibilità di posizionare satelliti in orbita geostazionaria per le comunicazioni. Per l'epoca si tratta di un'intuizione assolutamente straordinaria. Passano infatti venticinque anni prima che essa venga realizzata, e Clarke rimpiange ancora che, se solo avesse brevettato la sua idea, sarebbe diventato miliardario. Comunque, essa gli frutta in seguito grandi riconoscimenti nel mondo della ricerca scientifica (medaglia d'oro del Franklin Institute, Premio Lindbergh, Borsa di Studio del King's College di Londra). Ma la massima gratificazione gli viene concessa dall'Associazione Astronomica Internazionale, che battezza ufficialmente l'orbita geostazionaria a 42.000 chilometri Orbita di Clarke.
Curiosamente, la carriera di scrittore del nostro procede di pari passo con quella di scienziato. Infatti, nello stesso 1945, egli pubblica anche il suo primo racconto di fantascienza. Si tratta di Rescue Party, scritta nel marzo di quell'anno ed apparsa nel maggio dell'anno successivo su Astounding Science.
Nel 1948 Clarke ottiene il First Class Honor (importante titolo accademico inglese) in Matematica e Fisica presso il King's College di Londra.
Il 15 Giugno 1953 sposa l'americana Marilyn Mayfield, da cui divorzia appena sei mesi dopo. Interrogato a tale proposito, lo scrittore confessa: "Sapevo già di non essere tipo da matrimonio, ma pensavo che ogni uomo dovesse sposarsi almeno una volta nella vita."
Negli anni successivi Clarke-scienziato si interessa di meterologia (profetizzando come i satelliti ed i razzi meterologici siano destinati a rivoluzionare questa branca della scienza) e di esplorazione oceanica.
Clarke-scrittore, invece, in questo periodo scrive i suoi più importanti romanzi di fantascienza, nonchè opere di saggistica e di divulgazione. Nel 1962 termina il libro Profiles of the Future", in cui si sforza di estrapolare con precisione e rigore scientifico le principali caratteristiche del mondo di domani.
Nel 1964 egli inizia la collaborazione con il regista Stanley Kubrick per la realizzazione di una pellicola liberamente tratta dal suo racconto The sentinel. Da questa collaborazione nascerà il capolavoro 2001: Odissea nello Spazio.
Nel 1969 Clarke, insieme con Walter Cronkite e Wally Schirra, partecipa alla radiocronaca delle missioni dell'Apollo 11, 12 e 13 per la rete televisiva americana CBS.
Negli anni '80 realizza due serie televisive, trasmesse in numerosi paesi, tra cui anche l'Italia: si tratta di Arthur C. Clarke's Mysterious World (1981) e Arthur C. Clarke's World of strange Powers (1984). Prende parte anche ad altre trasmissioni televisive con tema lo Spazio, ad esempo la serie Universo di Walter Cronkite nel 1981.
Il successo del film 2001: Odissea nello Spazio produce una fioritura di sequel letterari. Nel 1985 Clarke pubblica 2010: Odyssey Two, e collabora con Peter Hyams per la versione cinematografica del romanzo. Poichè già da tempo Clarke si è stabilito a Sri Lanka, lui e Hyams (che invece vive a Los Angeles) lavorano insieme esclusivamente via modem. Clarke trova il modo di raccontare persino quest'esperienza scrivendo un ennesimo libro: The Odyssey File - The Making of 2010.
Arthur Clarke vive tutt'ora a Colombo, isola di Sri Lanka. Il suo indirizzo postale (quello "pubblico", ovviamente), per ammiratori e chiunque volesse contattarlo, è: Dr. Arthur C. Clarke CBE - Leslie's House - 25, Barnes Place - Colombo 7 - Sri Lanka.

Chi ha provato assicura che Clarke risponde a tutte le lettere, e qualche volta verga le risposta addirittura di suo pugno. (il che ci porta a chiedere: dove troverà il tempo di scrivere i suoi romanzi?).

I TEMI DI ARTHUR CLARKE

Nonostante sia uno scrittore estremamente prolifico, Clarke usa affrontare nei suoi romanzi tematiche facilmente riconducibili a pochi punti ben definiti. Anzitutto, le sue storie si ambientano nel nostro immediato futuro, mai a più di qualche centinaio di anni da oggi. E' questa una precisa scelta, frutto del rigore scientifico, della precisione (se vogliamo della pignoleria maniacale) di Clarke, cui non interessa lanciarsi in estrapolazioni in assenza di basi chiare e definite. Clamoroso, a questo proposito, il motivo della lentezza con cui Clarke sta ultimando l'ultimo romanzo della saga di 2001. 3001: Odissea finale, questo il nome previsto, avrebbe già dovuto essere pronto da anni, ma lo scrittore tergiversa da molto tempo, giustificando il ritardo con l'esigenza di avere dati precisi su cui basare le sue estrapolazioni: egli aspettava che la sonda Galileo fornisse osservazioni dettagliate sul sistema gioviano, ma il programma Galileo fu interrotto dalla NASA dopo il disastro del Challenger.
Come dice lui stesso nella prefazione de Le fontane del paradiso: "Lo scrittore ha il dovere di separare, nelle sue opere, ciò che è reale da ciò che è frutto di fantasia. Lo scrittore di fantascienza ha questo stesso dovere, elevato al quadrato."
Alla base di ogni romanzo di Clarke c'è sempre e comunque, sotto una forma o l'altra, un problema scientifico, che i protagonisti sono obbligati a risolvere usando tutto il loro ingegno. Questo problema si presenta quasi sempre in veste critica: un incidente (la follia di HAL in 2001, il naufragio del traghetto lunare in Polvere di Luna), un sabotaggio (Rama II, Terra Imperiale), o una semplice sfida alle possibilità umane (la terraformazione in Le sabbie di Marte, la costruzione dell'ascensore spaziale in Le fontane del paradiso).
Ogni storia di Clarke, in definitiva, racconta di come l'Uomo, usando gli strumenti della Scienza, possa costringere l'Universo ed il Caso a piegarsi ai suoi desideri. Clarke è un inguaribile positivista; la sua visione della vita è quella dell'ingegnere che affronta il mondo a testa alta, usando come arma il suo fidato regolo calcolatore.
Difficilmente nei libri di Clarke si troveranno drammi umani, tormenti interiori, grandi passioni, introspezioni psicologiche. In compenso, nelle pagine delle sue opere si potrà capire la Fisica, l'Astronomia, la Meterologia, l'Astronomia e la Meccanica Celeste meglio che in qualunque libro di testo. Mirabile, a questo proposito, la dimostrazione "dal vero" della Legge di Coriolis presente in "Incontro con Rama", romanzo che dovrebbe essere consigliato agli studenti universitari di ogni facoltà di Fisica.
Altra caratteristica/curiosità presente nei romanzi di Clarke, l'inglesità dei personaggi. Clarke assegna ai suoi eroi patrie diverse (Stati Uniti, Russia, Cina, India), ma nel profondo egli finisce invariabilmente per dipingere in loro il classico gentleman britannico, razionale, imperturbabile, compìto, dai nervi d'acciaio, mai passionale, cortese ma in definitiva freddo nei rapporti interpersonali.
Conseguenza di tutto ciò, nei romanzi di Clarke non si assiste mai o quasi a un ortodosso scontro Buono-Cattivo. Il "cattivo" della vicenda, ovvero colui che si oppone ai piani dell'eroe di turno, in definitiva è sempre il Cosmo, il Fato, comunque la forza cieca della Natura che solo con la Scienza sarà possibile domare.
Unica eccezione a questa regola, Rama II, scritto a quattro mani con Gentry Lee. In quest'opera, caso più unico che raro nella narrativa clarkiana, vediamo per la prima volta in azione personaggi malvagi, cinici, addirittura spietati. La figura più negativa dell'opera, casualmente (?), è una giornalista italiana, una donna tanto bella quanto crudele, di facili costumi, priva di scrupoli, capace di usare gli uomini per i suoi scopi (Fama e Potere), e di gettarli via quando non le servono più. Che Clarke o Lee abbiano avuto qualche esperienza negativa con rappresentanti femminili della nostra Stampa?
Le descrizioni sono un altro punto di forza della narrativa clarkiana. Gli scenari, le ambientazioni delle vicende vengono dipinti da Clarke con cura estrema: egli non lascia nulla al caso, e le immagini che riesce a creare sono di quanto più vivido e concreto possa esistere nella fantascienza. Complice in ciò, il suo stile asciutto, l'accessibilità del linguaggio, pulito senza essere scarno, che fa di Clarke anche un ottimo divulgatore. A volte, addirittura, la preminenza della descrizione finisce per capovolgere il classico impianto narrativo: l'ambientazione allora assurge a protagonista, e la vicenda vera e propria diventa funzionale all'illustrazione del background.
Ma l'elemento che forse colpisce maggiormente in Clarke è la grandiosità delle sue trame. Da 2001 a Le guide del tramonto, da "Le sabbie di Marte" a "Le fontane del paradiso", Clarke non si accontenta mai di raccontare le vicende di un uomo, il destino di un singolo individuo: egli narra il futuro di tutta l'Umanità. Ed è per questo che non si può fare a meno, al termine della lettura di uno dei suoi romanzi, di provare la sensazione di aver assaporato qualcosa di epico.

Bibliografia | 2001: Odissea nello spazio