Tutto è cominciato il 30 aprile con il programma James Cameron's Story of Science Fiction, in cui il regista/produttore iniziava una serie di otto puntate in cui intervistava autori come Steven Spielberg, Guillermo del Toro, Ridley Scott e George Lucas per parlare dell'evoluzione della fantascienza dalle origini ai giorni nostri e la loro visione del genere. 

Ma il programma ha anche una sua estensione cartacea, inedita da noi e con lo stesso titolo, nel quale compare per la prima volta la descrizione fatta dallo stesso Lucas su come immaginava gli episodi sette, otto e nove della saga.

I Midi-chlorian

Nessuno sentiva in realtà il bisogno di una ulteriore spiegazione sul funzionamento della Forza nella galassia di Star Wars: era una forza che avvolgeva il tutto a cui gli Jedi erano collegati e potevano attingere, nel bene e nel male, i loro poteri. Insomma, era magia, cosa che però se al giovane Lucas andava benissimo, alla sua versione invecchiata improvvisamente non andava giù, così abbiamo avuto Han che non spara per primo (ma Ron Howard ha corretto la correzione in Solo: A Star Wars Story: Han spara per primo da sempre) e poi la trilogia prequel, già odiata di suo, ma con l'aggiunta della famigerata spiegazione sulla natura della Forza: microorganismi nel corpo degli Jedi, i Midi-chlorian, che conferivano loro i poteri. Batteri, in parole povere.

Viaggio allucinante

Così, il buon Lucas ha raccontato che all'epoca aveva richiamato l'intero cast originale per proseguire la saga con la sua idea per gli episodi dopo Star Wars: Il ritorno dello Jedi, cioè gli allora chiamati Episode VII, VIII, IX, ed ecco cosa ha testualmente dichiarato:

I tre seguenti film di Star Wars sarebbero stati ambientati in un mondo di forme di vita microscopiche, ma in cui ci sono creature che operano in modo diverso dal nostro. Io li chiamo i Whills.

E i Whills, conclude, sono coloro che controllano l'universo e alimentano la Forza.

Chi ricorda la storia delle primissime versioni della sceneggiatura di Star Wars: Una nuova speranza, sa che il titolo era in origine il lunghissimo Adventures of the Starkiller as taken from from the Journal of the Whills, Saga 1: The Star Wars. Il che potrebbe spiegare la necessità dei titoli a scorrimento semmai il titolo fosse diventato definitivo…

Poi i Whills scomparivano, salvo venire incarnati nei “guardiani dei Whills” in Rogue One: A Star Wars Story, nello specifico nel personaggio chiamato Chirrut Îmwe (Donnie Yen) dove si lasciava intendere che fosse l'ultimo custode della saggezza perduta degli Jedi e più avanti, in Star Wars: Gli ultimi Jedi (se uno volesse collegare i puntini) che i Whills fossero quei tomi conservati da Luke Skywalker (Mark Hamill).

Mezzi di trasporto

Lucas aggiunge che nella sua visione della saga, i protagonisti non erano altro che mezzi di trasporto, vessilli, con cui i Whills potevano viaggiare:

I Midi-clorian erano i loro i condotti. I Midi-chlorian comunicavano con i Whills e i Whills erano, in senso generale, la Forza.

Un'idea che ricorda un po' quella di Richard Dawking espressa nel famoso libro Il gene egoista, secondo cui uomini e animali non sono altro che veicoli che servono ai geni per andare in giro; libro uscito, guarda caso, l'anno prima di Star Wars.

Una storia diversa

Lucas aggiunge che se la Lucasfilm fosse ancora stata sua avrebbe effettivamente realizzato i film come li aveva concepiti, e che poi i fan li avrebbero odiati come avevano odiato Star Wars: La minaccia fantasma, ma almeno la storia sarebbe stata raccontata dall'inizio alla fine.

Ma conclude, non ha mai finito di scriverli e non ne aveva mai parlato prima.

Vi lasciamo con il teaser del programma di Cameron (e vi faremo sapere se e quando arriverà da noi) e con la domanda: avreste voluto vedere questa versione microscopica dei sequel di Star Wars?