Chiunque abbia visto il film all'epoca lo ricorda certamente come uno dei più spettacolari e visivamente straordinari film che si fossero mai visti, tant'è che ottenne la candidatura al Premio Oscar per i Migliori Effetti Speciali. La Industrial Light and Magic poteva già a quel tempo contare sul più avanzato supporto tecnologico a disposizione nell'industria degli effetti speciali ma certamente gran parte dell'impatto visivo, che il film conserva ancora oggi, è dovuto al lavoro e al talento di Richard Edlund. Nato nel Nord Dakota, a Fargo, nel 1940 Edlund collabora nel 1977 con John Dykstra in qualità di primo cameraman dell'unità delle miniature ed effetti ottici speciali per Guerre Stellari. L'anno dopo ricopre lo stesso ruolo per Battaglie nella Galassia (Battlestar Galactica), sempre realizzato in tandem con Dykstra. Dopo L'Impero colpisce ancora (1980) si vede assegnato il ruolo di Supervisore degli Effetti Visivi per I predatori dell'arca perduta e quindi per Poltergeist. Quest'ultimo era un progetto estremamente più impegnativo, infatti se ne I predatori erano presenti una quarantina di scene che richiedevano effetti ottici in Poltergeist il numero era più che raddoppiato, un centinaio. Il pubblico si trovò di fronte a diavolerie visive che non si erano mai viste prima, una delle più spettacolari certamente quella finale, della casa risucchiata in una specie di buco nero, che fu realizzata con una tecnica insolita ed ingegnosa. Fu costruito un modello in scala della casa piuttosto dettagliato, per cui ci vollero diverse settimane per completarlo. La camera da presa era piazzata verticalmente sopra il modello, che era montato su un potente aspirapolvere industriale di quelli utilizzati per creare il sottovuoto. Un centinaio di sottili fili erano collegati ad altrettanti punti della struttura, passavano attraverso l'interno di essa e finivano nel sacco contenitore dell'aspiratore. La ripresa fu effettuata alla velocità di 300 fotogrammi al secondo, invece dei consueti 24, tecnica utilizzata quando si usano modelli in scala per aumentarne il senso delle dimensioni dell'oggetto ripreso. Attivato il superaspirapolvere il fili vennero risucchiati trascinandosi dietro il modello, che scomparve al suo interno. L'intera sequenza venne girata in appena un paio di secondi ed è ovviamente molto più lunga vedendola nel film finito, in quanto risulta rallentata. I responsabili degli effetti dovettero aspettare che il girato venisse sviluppato e stampato prima di sapere se avevano ottenuto quello che speravano, oppure se avrebbero dovuto rifare tutto da capo. La scena ultimata venne mandata a Spielberg che a quel punto stava già girando E.T. e venne consegnata al protezionista che suppose si trattasse di un altro dei giornalieri di quel film e rimase a bocca aperta vedendola, esclamando: "Accidenti! ma che cavolo era quello?". Edlund ideo e sviluppò anche molte altre splendide idee per il film e certamente il suo apporto alla riuscita spettacolare del film è di gran peso. Al pari di altri nomi mito in questo settore (Ray Harryhausen, Douglas Trumbull) Edlund ha sempre apportato ai film nei quali ha lavorato non solo la sua competenza strettamente tecnica ma anche un contributo artistico che diventava parte dello stile del film stesso. In seguito avrebbe continuato a stupire realizzando sempre creazioni di altissimo livello in film come Il ritorno dello Jedi (1983), Ghostbusters (1984), 2010 l'anno del contatto (1984), Trappola di cristallo (1988), Alien 3 (1992), Specie mortale (1995) e Air Force One (1997), vincendo 7 Premi Oscar. Adesso è impegnato come produttore esecutivo nella miniserie TV Guerra eterna, realizzata da Alliance Atlantis (CSI - Scena del Crimine) e tratta dal famoso romanzo di fantascienza di Joe Haldeman (Premio Hugo e Nebula).
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