La cosa da un altro mondo, versione 2012. No, non parliamo dell'ennesima trasposizione cinematografica del celebre racconto di John W. Campbell, che sarebbe nel caso la terza, dopo quella del 1951 accreditata a Howard Hawks, quella del 1982 di John Carpenter e il recentissimo prequel dello scorso anno. Parliamo invece di un progetto di ricerca di un team di ricercatori russi che stanno cercando possibili indizi di vita nelle profondità del Lago Vostok, situato nell'Antartide orientale a una profondità di circa 3,7 chilometri sotto la superficie ghiacciata.

Il Vostok è il più grande, nonché uno dei numerosi, laghi subglaciali (cioé sotterranei) scoperti sotto la superficie dell'Antartide a partire dagli anni novanta, grazie alle rilevazioni dei satelliti. Un lago subglaciale è a tutti gli effetti un lago d'acqua dolce, mantenuto nello stato liquido nonostante le basse temperature di superficie grazie sia al calore geotermico che proviene dagli strati inferiori della crosta terrestre, sia alla pressione delle migliaia di tonnellate di ghiaccio sovrastanti che abbassano la temperatura di congelamento sotto gli zero gradi. Secondo i ricercatori, le condizioni del lago, isolato dall'atmosfera terrestre da un tempo, si stima, pari a circa quattordici milioni di anni, presenterebbero condizioni analoghe agli oceani che si presume si nascondano sotto le superfici ghiacciate di alcune delle lune di Giove e Saturno. La possibilità di trovare tracce di vita nei campioni di acqua prelevati dal lago, pertanto, potrebbero aprire nuovi scenari riguardo possibilità analoghe rispetto alla scoperta di tracce di vita al di fuori della Terra.

La notizia ha suscitato subito i commenti da parte degli specialisti della materia. "Se si dovessero trovare forme di vita, e io penso che se ne troveranno - ha dichiarato Dale Andersen, astrobiologo che da anni lavora al programma SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) presso il Carl Sagan Center - dovrebbero trattarsi di forme di vita di tipo terrestre. Cioé del tipo di vita che si trova dovunque. Può essere che abbia avuto un'evoluzione diversa, ma la struttura del DNA su cui si basa è la stessa. Il valore reale del progetto è che ci permette di imparare il modo più efficiente per esplorare quel tipo di ambienti, sia sulla Terra che, un domani, su Europa (quarto satellite di Giove)." D'accordo sul punto si è detto anche Chris McKay, astrobiologo della NASA: "È noto che il ghiaccio sopra il lago ha una bassa concentrazione di microrganismi vivi ma congelati. Lo scioglimento di strati di ghiaccio nel Lago Vostok porterebbe con se i microrganismi che contiene, e che non dovrebbero essere sterili. Naturalmente questo non vuol dire che queste forme di vita si siano riprodotte: l'ambiente del lago potrebbe non avere energia e fonti nutrienti a sufficienza, per cui potrebbe esserci vita ma non un'ecologia".

I ricercatori sospettano che l'acqua del lago possa essere satura di ossigeno e altri gas, rendendo quindi difficoltoso lo sviluppo di vita al di fuori di semplici organismi unicellulari come gli archei. In effetti l'operazione di trivellazione del ghiaccio ha importanza soprattutto per lo sviluppo delle tecniche utilizzate, utili per futuri programmi spaziali, visto che i primi campioni di acqua verranno riportati in superficie non prima di un anno. Certo, l'idea di trovare una cosa a forma di disco con un alettone che spunta dalla crosta non ha nemmeno sfiorato i ricercatori (che sono tutti russi, con qualche americano e inglese; niente norvegesi), ma il fascino dell'esplorazione resta. Come dice ancora Andersen: "Aprite l'immaginazione sull'esplorazione di questo tipo di ambienti". E si sa che l'immaginazione spesso fa molto.