Black Widow, primo film della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe, è l'ottavo film (anche se potremmo considerarlo il nono visto anche il cameo in Captain Marvel del 2019) in cui Scarlett Johansson interpreta il personaggio di Natasha Romanoff, alias Black Widow.

Nel 2011 (un anno dopo dalla prima comparsa di Black Widow in Iron Man 2), la sceneggiatrice Nicole Perlman cominciò a lavorare sul trattamento di un film assolo del personaggio. C’erano già stati tentativi precedenti, come nel 2004, prima che i Marvel Studios fossero indipendenti e la Disney acquistasse la “Casa delle idee”, quando David Hayter aveva scritto un copione dedicato al personaggio, ma il progetto non partì perché nello stesso periodo uscirono alcune pellicole che si rivelarono un flop con eroine donne: BloodRayne, Ultraviolet ed Æon Flux.

Negli ultimi dieci anni il progetto è stato fortemente voluto dalla stessa Scarlett Johansson, che dall'inizio del 2018 ha lavorato a stretto contatto con la prima sceneggiatrice ufficiale, Jac Schaeffer, e nonostante si prevedesse l’uscita di scena del personaggio in Avengers Endgame, questo non è stata mai considerato un impedimento alla realizzazione del film. Black Widow, infatti, è un prequel ambientato dopo Captain America Civil War, e come film introduttivo della Fase 4 dell'MCU sposa perfettamente le strategie creative e commerciali della casa madre: nessuno muore mai davvero, tutti i personaggi possono essere rivisitati da altre angolazioni.

In una intervista concessa a Collider, Scarlett Johanson ha confermato che era almeno dal 2018 che si stava immaginando un film su Vedova Nera.

Abbiamo iniziato a parlare concretamente di questo film nel 2018 quando stavamo girando Infinity War, quindi sapevo del destino del personaggio, è sempre stato nei programmi, ma immagino di non aver mai veramente saputo come sarebbe stato finché non abbiamo iniziato a lavorarci sul serio. Ovviamente il film sarebbe stato così diverso se l'avessimo fatto 10 anni fa. Molte persone mi chiedono perché non l'abbiamo fatto prima d'ora, ma in un certo senso sono davvero molto grata che sia successo ora perché abbiamo potuto fare un film che parla di emozioni reali nel mondo dei supereroi e al pubblico piace. Penso che lo abbiano sempre voluto.

Ci siamo presi il tempo che volevamo. Non c'era alcuna urgenza per farlo, quindi l'abbiamo fatto perché lo avevamo desiderato in un certo modo, che è molto meglio che fare qualcosa perché devi farlo.

Il regista inglese Neil Marshall, esperto di action/horror e di recente dietro al nuovo Hellboy, si era offerto per dirigere Black Widow, così come aveva fatto Joss Whedon poco dopo, ma la Marvel e Scarlett hanno sempre puntato su una regia al femminile. La regista designata è stata alla fine Cate Shortland con al suo attivo Lore (2012, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale) e Berlin Syndrome (2017, con Teresa Palmer).

Ci mancherà la Black Widow pose.
Ci mancherà la Black Widow pose.

Non è la prima volta che la Marvel catapulta nel mondo dei blockbuster e dei grandi budget un autore del cinema indipendente (come sarà per Chloe Zao in Eternals). Nel cast, comunque, è rimasta “traccia di Hellboy”, visto che David Harbour, sceriffo di Stranger Things e nuovo volto di Hellboy in questo film interpreta Alexei. Più complesso è stato trovare l'attrice giusta per Yelena: prima che la scelta cadesse su Florence Pugh, sono state provinate Saoirse Ronan, Alice Englert, Dar Zuzovsky ed Emma Watson, che addirittura sembrava essere la favorita.

Su Yelena Belova la “nuova Black Widow”, la Johanson ha dichiarato:

Sapevamo di voler includere il personaggio di Yelena fin dall'inizio, ma quel personaggio si è davvero trasformato durante i mesi di preparazione e sviluppo mostrandosi, per così dire, molto più complesso ed esigente. Potrebbe sembrare la classica storia di due donne in competizione l'una contro l'altra e che cercano di rubarsi la scena a vicenda, ma più si procedeva nello sviluppo e più questo approccio sembrava poco interessante. Semplicemente non mi sembrava quello che volevo esplorare e, penso anche, a quello che il pubblico voleva vedere. Sembrava molto classico e antiquato, quindi tenendo ben presente questa sensazione abbiamo fatto in modo che la storia si sviluppasse come potrete vedere : una relazione fondata su un'esperienza condivisa che porta ad una conoscenza profonda molto simile ad una vera sorellanza. È una relazione molto speciale. Ho molta empatia per la storia e il trauma di entrambi i personaggi, e la loro storia condivisa, per quanto oscura sia, le unisce generando molto amore tra loro. Ma come per tutte le sorelle la loro relazione è controversa e complessa.

Penso che Natasha mostri molta compassione e non è esattamente quello che mi sarei aspettato quando stavamo girando Iron Man 2 o Avengers. In ogni film in cui l’abbiamo vista è stato possibile intravedere degli scorci di questa sensibilità fino a portarla al sacrificio finale di Endgame. Questa compassione è in realtà ciò che guida molte delle sue decisioni. Certo, è anche pratica e pragmatica e non penso che queste due cose debbano necessariamente funzionare l'una contro l'altra ma quella parte di lei è ciò che mi tocca davvero.

Il film racconta le origini di Natasha Romanoff, ripercorrendo i momenti che hanno portato la giovane ad aderire al programma sovietico Black Widow degli anni '80, volto a creare delle super agenti. Una Natasha alle “prime armi” viene affidata al KGB, l'agenzia di sicurezza sovietica, per fare di lei una delle sue migliori allieve. Il film è ambientato nel lasso di tempo che intercorre tra Civil War e Infinity War ed è la stessa Vedova Nera a ricordare il suo passato, che torna a tormentarla. È così che Natasha si distacca momentaneamente dagli Avengers per raggiungere la sua vecchia famiglia, formata da Yelena Belova (Florence Pugh), Melina Vostokoff (Rachel Weisz) e Alexei Shostakov (David Harbour), e tornare là dove tutto è iniziato.

E questo è solo l'inizio...
E questo è solo l'inizio...

Sulla sessualizzazione degli eroi femminili l’attrice ha precisato:

Di sicuro è un argomento sul quale abbiamo assistito a grandi cambiamenti e penso che una piccola parte di quel cambiamento sia probabilmente anche merito mio. Ho 35 anni e sono una mamma e la mia vita è diversa. Ovviamente dalla mia prima Black Widow sono passati 10 anni, sono successe diverse cose e ho una comprensione di me stessa molto diversa e più evoluta. Ho imparato ad accettare cosa significa crescere e cambiare. Tutto questo mi ha portato progressivamente all'allontanamento dalla iper-sessualizzazione di questo personaggio. Insomma, guardando Iron Man 2 non nego che sia stato davvero divertente recitarlo e anche che ho avuto molti bei momenti, perfino con un personaggio così sessualizzato. Quando entro in scena è difficile non pensare al personaggio come un bell’oggetto. E Tony Stark si riferisce a lei come qualcosa del genere quando a un certo punto dice "Ne voglio un po'." Ma già in quel momento il mio pensiero ha iniziato a cambiare. E, come molte giovani donne, ho lavorato su me stessa e sulla mia autostima. Dopo dieci anni le ragazze, stanno ricevendo un messaggio molto più positivo, ma è stato incredibile far parte di quel cambiamento ed essere in grado di uscire dall'altra parte ed essere parte di quella vecchia storia. Evolvere.

La Johansson ha le idee chiare anche sull’ambientazione temporale del film:

Il momento narrativo appena dopo Civil War sembrava un buon momento per la storia. Non abbiamo mai avuto intenzione di fare una classica storia delle origini. Mi è sembrato un buon momento perché Natasha ha sempre fatto parte di qualche operazione. È sempre stata un'agente e in realtà non ha mai dovuto, nel bene e nel male, prendere decisioni da sola. Ha preso delle decisioni, ma sempre in un insieme più grande – che fosse la Red Room o lo SHIELD o gli Avengers, – e poi dopo Civil War è tutto finito. E lei per la prima volta in assoluto è da sola. Potrebbe scomparire completamente nell'etere. Non deve tornare a nulla. È una situazione piuttosto terrificante in cui trovarsi quando sei stato attaccato a qualcosa per così tanto tempo e ora stai improvvisamente fluttuando senza legami. Ovviamente è molto autosufficiente. Ha contatti ovunque, ma si sente una fuggitiva ed è un punto di partenza davvero interessante. Quando la trovi all'inizio del film, è semplicemente distrutta. Entro la fine del film l'obiettivo è rimetterla insieme in modo diverso da prima. E noi, Kevin Feige ed io, all'inizio, abbiamo concordato che era chiaro che quello era il momento migliore per iniziare la storia nella timeline. Ci ha dato un sacco di possibilità e abbiamo sempre detto che Natasha può muoversi dagli eroi ai cattivi senza soluzione di continuità e la sua fedeltà non è sempre così chiara. Non opera con la stessa bussola morale e ha sempre pensato che l'area grigia è un bel posto in cui vivere.