È arrivato sugli scaffali delle librerie italiane il terzo volume di Horizon, una delle serie di fantascienza a fumetti di maggior successo degli ultimi anni, fuoriuscita dalla fucina Skybound di Robert “The Walking Dead” Kirkman.

Si narra di un avanzatissimo gruppo di ex-militari e specialisti, che hanno una missione apparentemente suicida: infiltrarsi su un pianeta con l'obiettivo di prevenire l’espansione della razza che lo abita. Sul pianeta dove il team si è nascosto, la maggioranza della popolazione autoctona non si rende conto di avere le ore contate; il mondo che calpestano è destinato a una rapida fine, non dettata da un imprevedibile evento naturale ma causata dalla razza stessa che lo popola, egoista e terribile, senza rispetto della flora e della fauna che li circonda: i terrestri. La società segreta Keplero, però, ha pianificato il trasferimento della popolazione umana sul pianeta Valius, da cui provengono i militari alieni giunti nel nostro mondo in un futuro prossimo.

I Valiani hanno una fisiologia simile a quella dei terrestri e con sofisticati sistemi di occultamento passano indifferenti agli occhi degli umani. La storia inizia con l’arrivo sul nostro pianeta del comandante Zhia Malen. Zhia è l’ultima arrivata e deve ricongiungersi con gli altri tre elementi del team: Finnegus Toppa, detto Finn, esperto di comunicazioni legato anche sentimentalmente al comandante, Jaycel “Sherrie” Davix, esperta nel combattimento e negli armamenti, Madame Mariol Coza, scienziata e medico del gruppo. Fin dall'inizio, la storia ruota intorno al recupero di uno dei suoi uomini, Finn, catturato dal nemico Keplero. Sulla strada della sporca pattuglia Valiana, Keplero metterà una pletora di nemici agguerriti, primo dei quali Lincoln, personaggio che sembra venuto fuori da un classico della Blackexploitation anni '70, ma combattente spietato e mortale.

Un primo grave colpo sarà inferto alla Terra, mentre i cambiamenti climatici portano il pianeta verso una nuova glaciazione. Questo non fermerà Zhia dall’assaltare la fortezza principale di Keplero, anche se un dubbio comincerà a insinuarsi nella sua mente.

Uno dei punti che rende interesante Horizon, nel panorama dei suoi concorrenti, è il capovolgimento di uno dei topos della fantascienza classica, dove non abbiamo più la terra invasa dai perfidi alieni, ma terrestri che hanno il ruolo dei cattivi con una morale ecologista degna delle opere di Miyazaki. Il racconto si svolge, però, come una spy story ricca d’azione, degna dei romanzi dedicati a Jason Bourne di Robert Ludlum.

La trama ha dei punti di contatto con altre opere di science fiction, tra cui alla lontana possiamo ricordare classici come gli Invasati di Jack Finney o Camminavano Tra Noi di Clifford D. Simak, ma ancora più calzante possiamo citare il carpenteriano Essi vivono (a sua volta tratto da Eight O'Clock in the Morning di Ray Nelson), dove sulla terra perfettamente mimetizzati da terrestri vivono numerosi alieni, o La sentinella di Frediric Brown, in cui il ruolo del cattivo e spaventoso è svolto da un umano o, ancora, le Cronache Marziane di Ray Bradbury, dove il Pianeta Rosso è vittima di un invasione umana.

Sceneggiatore e co-creatore della serie è Brandon Thomas, scrittore acclamato dalla critica che sempre per Skybound/Image ha realizzato anche The Many Adventures di Miranda Mercury. I lavori precedenti includono la serie pluripremiata Noble (Lion Forge) e Voltron (Dynamite). 

Alle matite invece ritroviamo Juan Gedeon, ex enfant prodige che iniziò a disegnare gli storyboard per spot pubblicitari subito dopo la scuola superiore, per poi dedicarsi ad altro per quasi dieci anni. Recentemente è stato scelto dalla Marvel per disegnare Ghost Racers.

Lo stile di Juan Gedeon è semplice e di immediato approccio visivo. Il disegnatore racconta, in un’intervista rilasciata all’Image Comics all’atto del lancio dell’opera sul suolo americano, di non andare alla ricerca di riprese folli che mandano in tilt il senso di orientamento spaziale dei suoi lettori, ma di preferire piani più classici ma molto ben definiti, al fine di evidenziare il linguaggio del corpo e che poi si trasformano in splendidi quadri nelle scene d’azione, con l’aggiunta di linee cinetiche, variazioni e stravolgimenti del punto di vista e tanto altro, grazie anche agli splendide colori di Frank Martin e Mike Spicer.

Le copertine dei vari numeri sono di un altro mostro sacro della Skybound, Jason Howard, che, oltre ad avere realizzato titoli come Super Dinosaur e Wolf-man (spin-off di Invincible, una delle serie supereroistiche lodate dalla critica) lo abbiamo già visto disegnare uno dei migliori titoli fantascientifici degli ultimi anni: Trees su testi del mostro sacro Warren Ellis.

L’etichetta Skybound, che ha prodotto Horizon, è l’ultimo studio editoriale entrato a far parte di Image Comics. Il suo fondatore è Robert Kirkman (Oblivion Song, Outcast), il Re Mida del fumetto capace di trasformare in successo ogni ciclo da lui sfornato.

Col terzo volume di Horizon, l’epopea di Zhia Malen si chiude e con essa uno dei cicli di fantascienza più rappresentativi degli ultimi anni.