Sembra strano, ma Fahrenheit 451, il capolavoro di Ray Bradbury, ha avuto un solo adattamento cinematografico. D'autore, aggiungiamo, visto che il regista è stato François Truffaut, novello alfiere di quella Nouvelle Vague che dalla Francia portò nuova linfa vitale al cinema alla fine degli anni Cinquanta.

Il romanzo dello scrittore americano venne pubblicato nel 1953, anche se apparve in forma breve nel 1951, sulla rivista Galaxy Science Fiction con il titolo Fireman. L'opera s'inserisce nel filone della cosiddetta fantascienza sociologica, di cui proprio Galaxy si fece portavoce con le sue pagine. Pare che la storia sia stata ispirata sia dalla passione per i libri dello scrittore sia dal rogo di libri che i nazisti perpetuarono in più occasioni in Germania. Bradbury rimase colpito anche da altri due fatti: le purghe di Stalin nell'Unione Sovietica che vennero operate nei confronti di scrittori e poeti dissidenti che vennero arrestati o assassinati, sia quello che accadeva sul suolo americano, ossia i primi interrogatori e le accuse contro i comunisti che, secondo il senatore Joseph McCarthy, operavano a Hollywood all'inizio degli anni Cinquanta.

Bradbury considerava con orrore queste intromissioni della politica nel mondo artistico, da qui l'idea di base di Fahrenheit 451.

A dare una nuova veste cinematografica al capolavoro di Bradbury ci ha pensato il regista Ramin Bahrani (che ha scritto la sceneggiatura insieme ad Amir Naderi), con HBO nella parte di produttore (il film da noi è andato in onda recentemente su SKY Cinema).

Siamo lontani, decisamente, dalle algide atmosfere di Truffaut, e proiettati in un futuro più spinto di quello rappresentato dal regista francese (è noto che non amasse molto la fantascienza). Nella nuova versione siamo in un futuro alla Blade Runner. Guy Montag (interpretato da Michael B. Jordan) è un vigile del fuoco che in un futuro prossimo ha il compito di mantenere l’ordine e l’armonia bruciando ogni libro, fisico o in formato elettronico, foto, documento storico e notizie, oppure rimpiazzando le parole con semplici emojis. I “Nativi” o cittadini, vivono prevalentemente nelle loro case, interagendo con un’intelligenza artificiale in grado di fornire loro tutto ciò di cui hanno bisogno, di nome Yuxie. L’ordine pubblico è disturbato dagli Eels, un gruppo di ribelli che vivono nel sottosuolo e combattono per salvaguardare i libri, la conoscenza e la cultura. Le certezze di Montag vanno in fumo quando conosce Clarisse (Sofia Boutella), una informatrice degli Eels che inizia a fargli conoscere quella cultura proibita. Montag inizia così un viaggio verso il cambiamento e la redenzione che lo porterà ad affrontare il suo mentore e migliore amico, il Capitano Beatty (Michael Shannon), fanatico convinto della pericolosità del sapere, per restituire la libertà e la cultura al popolo.

“Il romanzo è stato scritto agli inizi degli anni Cinquanta, non molto dopo che i nazisti hanno fatto con i libri quello che poi hanno ripetuto con gli esseri umani” ha spiegato il regista Bahrani dopo la proiezione del film. “L’America viveva sotto una nuvola di paura creata dal maccartismo, che ha portato repressione politica con le blacklist e la censura di letteratura e arte, e queste ansie si percepiscono nel libro”.

Se nel film di Truffaut il mass-media opposto ai libri è la televisione, mostrata nella forma di enormi pannelli disposti in casa, Bahrani sposta quest'aspetto su un livello più alto. Da un lato, non ci sono solo i libri che vengono distrutti, ma anche pellicole, spartiti musicali, opere d'arte, fotografie che una volta bruciate vengono in qualche modo sostituite dagli emoji che i cittadini rilasciano quando il rogo viene trasmesso su enormi schermi sparsi nella metropoli, dall'altro lato, il bersaglio principale sembra essere la società della sorveglianza, laddove tutti i cittadini sono controllati da un'intelligenza artificiale, denominata Yuxie, che apparentemente si prende cura di ognuno.

Il regista Ramin Bahrani
Il regista Ramin Bahrani

Il vero punto di forza della pellicola, tuttavia, è nei personaggi, che vivono tutti sul filo del rasoio, che si presentano con tutta l'ambiguità di cui sono capaci. Se Montag compie il suo percorso da vigile diligente, pronto ad incendiare i libri e qualsiasi opera d'arte con il suo lanciafiamme sputafuoco, ambiguo è il suo superiore, il capitano Beatty, splendidamente interpretato da Michael Shannon. L'uomo è il più determinato a distruggere qualsiasi prodotto culturale, ma è anche incontestabilmente attratto da loro, tanto da conservarne alcuni reperti (così come fa anche Montag) e replicare frasi di libri su dei foglietti.

Per non parlare, poi, del personaggio di Clarisse (la Sofia Boutella de La Mummia), che sarà fondamentale per la redenzione di Montag, ma è anche un'informatrice di Beatty, che segnala case infestate da libri e dagli Eels, coloro che cercano di preservare la cultura.

E la svolta nella storia si ha proprio quando una donna si fa bruciare fra i suoi libri nella sua casa, segnalata da Clarisse, e prima di perire fra le fiamme pronuncia la parola “Omnis”. Qui, Montag non visto da nessuno, ruba un libro e comincia, con l'aiuto di Clarisse, a capire quanto sia sbagliato il suo lavoro e la società in cui vive.

A proposito proprio degli incendi dei libri, sempre il regista del film ha sottolineato che:

Purtroppo alla fine del mio film non apparirà la scritta «i libri che vedete non sono stati davvero danneggiatiÅ. Abbiamo disegnato idranti che sputassero molto fuoco e incendiassero bene le masse di tomi. Per me non è stato facile, mi è stato insegnato un grande rispetto per i libri, anche appoggiarci sopra una tazza di tè era considerato un sacrilegio. In casa dei miei c’era un volume in particolare, Il canzoniere, un libro di poesia persiana di Hafiz, era riverito come un testo religioso.

Il film si muove sulla giusta linea, tra intrattenimento contemporaneo e riflessione sulla postmodernità, ed in questo è attualissimo se si pensa alla pervasività dei social media, con un presidente degli Stati Uniti che minaccia gli altri paesi attraverso Twitter, e una cappa di controllo sociale che trova sempre più spazio e sta diventando sempre più realtà e meno fantascienza.