Il regista statunitense Peyton Reed  torna a dirigere dopo il primo film Ant-Man del 2015, sul supereroe in grado di cambiare le sue dimensioni.

Maschera inventata dalla penna di Stan Lee e Jack Kirby nel 1962, portata con fatica dal primo possessore, divenne popolare  grazie al suo successore, il personaggio creato da David Michelinie e John Byrne per il numero #181 di The Avengers del 1979.

Ant-Man (o meglio Ant-Man II), l'uomo formica, il ladro gentiluomo Scott Lang (Paul Rudd) in grado di rimpicciolirsi e diventare un gigante fuori scala, è agli arresti domiciliari per aver aiutato il suo amico  'Cap' o meglio Captain America durante la "civil war" contro gli Avengers. Si è ritirato, accontentandosi di vedere sua figlia, il centro della sua vita, nella sua abitazione. Ha gettato via il costume.

Il Dottor Hank Pym (Michael Douglas), pioniere responsabile della creazione della sensazionale tuta e scopritore delle cellule rinominate "Pym", che ne permettono il suo funzionamento, e sua figlia Hope (Evangeline Lilly), hanno continuato la ricerca sulla dimensione quantica convinti che Janet Van Dyne, moglie dell'inventore e madre della ragazza, sia ancora viva dopo 30 anni in quell'universo fatto di luci al neon e tardigradi fluttuanti. A complicare le cose c'è Sonny Burch (Walton Goggins), un riccone senza scrupoli boss di un giro malavitoso e il Fantasma (Hannah John-Kamen, Killjoys), un'anima in pena, una figura  avvolta nel mistero capace di attraversare i muri.

Entrambi vogliono entrare in possesso delle tecnologie di Pym e sfruttarle a loro vantaggio. Ma la compassione per il prossimo e i legami familiari rappresentano la chiave per superare (letteralmente) ogni barriera.

Il Marvel MCU si distanzia dal fumetto drasticamente. Ripercorrendo la storia cartacea, Hank Pym, si macchiò di un crimine senza precedenti nella storia della 'Casa Delle Idee'. Divenuto per esigenze editoriali il villain Calabrone, fu oltraggiosa  la vignetta del 1979 (Avengers #213) in cui lo si vide perdere le staffe e picchiare sua moglie. Bob Hall, il disegnatore responsabile per questa decisione, anni dopo si scusò dicendo che il gesto era stato travisato: quello che sembrava uno schiaffo violento era soltanto un gesto intimidatorio che stava a significare 'stai lontana da me'.

Complice la fretta e l'impossibilità di modificare la vignetta, il personaggio si ritrovò il nomigliolo di wife beater, poco di buono tanto da essere considerato tale anche nella sua versione gemella nell'universo alternativo Ultimate. Resta ancora un dibattito acceso tra gli appassionati.

Dietro alla scelta di avere Scott Lang come protagonista delle due pellicole c'è anche questa vicenda. Ora il dottore ha un alter ego cinematografico interpretato da Michael Douglas, che è il suo opposto, innamorato di sua moglie e disposto a tutto per ritrovarla.

Durante la conferenza stampa tenutasi a Roma abbiamo chiesto a Paul Rudd, che interpreta Lang, come si è approcciato al ruolo. Ha risposto: Il mio, il nostro compito è semplicemente quello di portare sul grande schermo l’essenza di questo mondo, entrare nei personaggi, e quindi sono stato onorato di aver interpretato questo ruolo, e di aver condiviso questa avventura con Wasp, Evangeline Lilly.

Il taglio del film scanzonato con l'ironia di una commedia, lontana dal dramma del recente Avengers: Infinity War, lo rende godibile, intrattenendo ogni tipo di pubblico. La prima scena dopo i titoli di coda però non può essere ignorata. Il film sarà nelle sale italiane dal 14 agosto.