La forza di un film come La Forma dell'Acqua di Guillermo del Toro è tutta nei personaggi del film, dalla creatura degli abissi alla solitaria e muta donna delle pulizie Eliza, fino ai personaggi di secondo piano come Giles, l'artista gay amico di Eliza, Zelda, la collega di Eliza, e al cattivo Strickland, addetto alla sicurezza nel centro di ricerca dove la creatura è tenuta prigioniera. E dietro ai personaggi ci sono degli attori, che nel caso della pellicola di Del Toro è davvero eccezionale.

La protagonista del film è Sally Hawkins, che interpreta Eliza Esposito, donna delle pulizie che s'innamora della creatura nel centro di ricerche in cui lavora. La Hawkins è stata tra i protagonisti della seconda stagione della serie The Hollow Crown, una storia basata sui scritti storici di Shakespeare, nelle vesti di Eleanor, Duchessa di Gloucester, insieme a Hugh Bonneville e con un cast che comprendeva Benedict Cumberbatch, Judi Dench, Keeley Hawes e Michael Gambon. Nel 2014, l'attrice ha preso parte del cast del film Paddington 2: il suo ruolo era quello di “Mrs Brown”. La prova dell'attrice in Blue Jasmine di Woody Allen, nel 2013, le ha fatto ricevere grandi lodi dalla critica e le è valsa le nomination come “Migliore attrice protagonista” agli Academy Awards (gli Oscar), ai premi BAFTA e ai Golden Globes; ha invece vinto l'Empire Award. Nel 2014, la Hawkins ha recitato, insieme a Aaron Taylor Johnson e Bryan Cranston, in Godzilla, mentre ha ottenuto il successo a livello internazionale con La felicità porta fortuna – Happy go lucky di Mike Leigh, con la sua interpretazione di “Poppy”m che le è valsa anche un Golden Globe.

Quando è stata contattata dal regista, l'attrice brittanica sapeva sin da subito che non c'era stato mai, e non ci sarebbe mai stato, un ruolo simile a quello di Eliza. “È così rara la possibilità di ricevere un ruolo che ti consenta di metterci tutta te stessa, dove si tratta di utilizzare espressione schiette e le parole non sono necessarie, inoltre hai la libertà di esprimere così tanto attraverso gli occhi, il respiro e il tuo stesso corpo. Alla prima lettura dello script mi sentivo come se Elisa fosse una parte sepolta in profondità dentro di me o come se l'avessi conosciuta in un'altra vita. L'ho anche percepita come se fosse la favola romantica assoluta. All'inizio ero convinta che Guillermo avesse pensato alla persona sbagliata per il ruolo. È il genere di ruolo romantico che non ho nemmeno pensato che avrei mai fatto, quindi è stato un regalo da sogno riceverlo.”

L'attrice si è trovata di fronte a una curva di apprendimento piuttosto ripida fin dall'inizio. Ha cominciato a prendere lezioni nel linguaggio dei segni e di ballo ben prima che le prove iniziassero. Ha anche iniziato a sentire il modo in cui Elisa si doveva muovere, la sua leggerezza d'animo. “A me da l'idea che sia sempre galleggiante, sempre presa in una specie di danza, quindi ho voluto trasportare quel tipo di sensazione da altro mondo nel suo aspetto fisico. – ha spiegato la Hawkins – Tutto ciò che riguarda Elisa è così delicato, che ho sentito che anche il suo modo di esprimersi nella lingua dei segni sarebbe dovuto essere delicato, perfetto e in sintonia con il suo essere.”

Il crollo del mondo di Elisa inizia quando per la prima volta spia la creatura durante il trasporto e si rende immediatamente conto che c'è qualcosa di vivo all'interno. Si conoscono poche cose sulla creatura, solo che probabilmente è l'ultimo della sua specie, che gli indigeni dell'Amazzonia lo adoravano, che ha una meravigliosa struttura polmonare che gli permette di respirare sulla terra, un potenziale aiuto per la corsa allo spazio, che l'esercito sovietico vorrebbe impossessarsene e che, sconvolto dalla sua intelligenza e dalla suo aspetto fisico. L'uomo che lo ha catturato crede che la creatura sia un grave pericolo per l'umanità. Ma Elisa non vede nulla di tutto questo, quando posa gli occhi sulla sua iridescente bellezza, seppur in catene, per lei è pura solitudine, il che lo rende immediatamente degno della sua attenzione.

Dall'altro lato della barricata sta l'agente Strickland, interpretato da Michal Shannon (il Generale Zod dell'Universo DC, tanto per citare uno solo dei suoi ruoli), che ha portato il personaggio fuori dall'archetipo del G-Man anni '60, duro e mai in discussione. “Penso che Strickland voglia essere forte, invulnerabile e a prova di errore, con quel tipico gung-ho americano (una locuzione mutuata dai marines che sta ad indicare la focalizzazione totale sull'obiettivo, ma che contiene oggi una nota ironica di eccessivamente zelante), ma è anche travolto da tutto questo. Il guscio esteriore che mantiene richiede molta energia, ma all'interno c'è ansia, dubbio, stress e paura, che vengono alla fine rivelati nel corso del film.”

Lo stress che Strickland sente trova una pericolosa catarsi nel suo approccio con Elisa, che vede come una sorta di servitù di classe inferiore. “Penso che Strickland sia attratto da Elisa a causa della sua vulnerabilità e del fatto che non possa parlare, ma anche perché è il suo esatto opposto. In una realtà alternativa Strickland pensa che forse potrebbe essere più simile a lei, piuttosto che a se stesso”, ha affermato Shannon.

La collaborazione con la Hawkins ha fatto scintille fin dall'inizio, con i due che modellavano i loro personaggi fino al punto che la tensione tra la leggerezza di Elisa e la paura di Strickland poteva essere tagliata con un coltello. "Sono stato un fan di Sally sin da quando l'ho vista in La Felicità porta fortuna – Happy Go Lucky, dove mi ha davvero travolto, quindi ero ansioso di lavorare con lei.” – racconta l'attore – “È così impegnativo fare una parte senza battute, eppure è in grado di comunicare ancora più profondamente in questo modo ed è stato incredibile a vedersi.”

Anche la Hawkins ha trovato nel contrasto, una sorta di yin e yang, tra i loro due personaggi una carica creativa. “Elisa riesce a vedere direttamente attraverso Strickland per quello che realmente è, ed è stato un aspetto elettrizzante nella recitazione, soprattutto perché Michael è così terrificante." – ha spiegato l'attrice – “È come una pentola a pressione che esplode, ma Elisa riesce sempre a tenergli testa e questo ti fa sentire potente.”

Ma senza il personaggio di Adam il film non esisterebbe e questo si deve a Doug Jones (ormai conosciutissimo come Saru di Star Trek Discovery, ma che è sempre stato presente nei film di Del Toro: era l'indimenticabile uomo pallido ne Il Labirino del Fauno, Abe Sapien nei due film su Hellboy e un antico vampiro in The Strain).

Non c'era mai stato il minimo dubbio nella mente di Del Toro, sul fatto che Jones sarebbe stata la creatura. “Abbiamo lavorato insieme per 20 anni – ha affarmato l'attore – e ha avuto alcuni dei ruoli più importanti dei miei film. È una delle poche persone in grado di impersonare una creatura che, allo stesso tempo, è anche un attore drammatico a tutto tondo; di solito queste due qualità sono separate, ma Doug le possiede entrambe. È un attore fantastico con o senza trucco.” Del Toro aggiunge: “Se non hai un attore all'interno del costume della creatura, non hai un film, e Doug non è un figurante, è un attore. Penso a quando la creatura entra nel cinema e ti rendi conto che non ha mai visto un film prima, questi sono momenti attoriali. Mi ricordo anche quando prima che Richard Jenkins facesse la scena nel bagno, dove stava cercando di capire la creatura, come fosse preoccupato di dover recitare parlando a un costume da mostro. Quando abbiamo finito Richard si è avvicinato a me e mi ha detto: «Nel momento in cui hai detto azione, mi sono trovato di fronte a un antico dio acquatico.» Riusciva a percepire tutto il dolore e la confusione della creatura attraverso Doug.”

L'unico modo per Jones di calarsi nella parte, era trovare una specie di empatia alimentata dall'immaginazione, cercando di intuire nel suo intimo come potrebbe essere la vita per una creatura anfibia molto intelligente, a cui hanno dato la caccia, per poi trascinarla via dalla sua casa per essere studiata da una specie aliena. “È molto, molto, solo perché è l'ultimo della sua specie. – ha spiegato l'attore – “Non è mai stato fuori dal suo fiume, quindi non capisce dove sia o perché. È stato sottoposto a test e biopsie solo perché il governo pensa: potremmo usarlo a nostro vantaggio in qualche modo.”

Ma c'è molto di più nella creatura di ciò che gli agenti governativi riescono a vedere. Jones percepisce questo personaggio enigmatico come un essere con il potere unico di riflettere i desideri delle persone. “Anche se è uno scherzo della natura, ha una sorta di qualità angelica.” – ha osservato – “Arriva nelle vite delle persone e sembra esporre e amplificare tutto i tumulti interiori degli esseri umani.”

Mentre entra nella vita di Elisa, le emozioni emergono per entrambi. “La loro comunicazione è necessariamente senza parole, interamente basata sulla vista e le sensazioni.” – ha raccontato Jones – “Entrambi i personaggi sono fuori dal loro elemento, in un mondo più grande di loro, ma quando sono insieme tutto scompare.” Per i movimenti fisici, Jones ha usato un'immagine che Del Toro gli aveva dato su cui basarsi: “Ha detto che la creatura avrebbe dovuto avere il portamento sexy e pericoloso di un toreador, ma con la fluidità di Silver Surfer.”

Una volta che ha iniziato a lavorare con la Hawkins, provando per un mese prima dell'inizio delle riprese, i loro personaggi si sono trasformati da astratti in reali. “È stato meraviglioso esplorare con Sally quanto ci si possa dire l'un l'altro senza alcun dialogo.” – ha detto Jones – “E poi ti rendi conto di come la potenza del loro amore ispiri Elisa a combattere il sistema, uscendo dalla sua zona di comfort.”

La loro scena d’amore ha portato anche Jones fuori dalla sua zona di comfort, infatti ammette che non avrebbe mai immaginato di fare una simile scena, non importa quanto artificiale, con indosso un costume da mostro, lo ha comunque portato in un contesto di pura comunicazione fisica. “In quella scena, sto pensando come un essere che non ha mai sperimentato prima il toccarsi o l'intimità. Sia lui che Elisa stanno vivendo questa esperienza per la prima volta, quindi si tratta di un'innocenza unica.”

Una volta definito chi avrebbe indossato il costume andava definita la creatura, e Del Toro è sempre stato consapevole dell'importanza di questo tanto che tre anni prima di iniziare a girare negli studi di Toronto, Del Toro assunse Guy Davis e Vincent Proce per iniziare il lavoro di progettazione del laboratorio e del cilindro dell'acqua. L'anno seguente ha assunto, a sue spese, due scultori, David Meng e Dave Grosso, per iniziare a lavorare alla progettazione della sua creatura e del laboratorio Bleak House. Del Toro era così determinato nel realizzare la creatura nel modo giusto, cha ha ne ha finanziato lo studio preparatorio di tasca sua, spendendo centinaia di migliaia di dollari in un processo che ha richiesto circa 9 mesi di lavoro. “Sapevo di volere una creatura realistica, ma allo stesso tempo bellissima, un accoppiamento piuttosto difficile da ottenere.” – ha confessato il regista Del Toro – “Sapevo che ci sarebbe voluto molto tempo, quindi non l'avevo nemmeno inserito nel bilancio del film. Questo è stato veramente il progetto creativo più difficile che abbia mai fatto.”

Del Toro aveva il suo modo di verificare se il design fosse abbastanza attraente. “Ogni notte l'ho portato a casa e mi sono fatto dare un giudizio al femminile: abbastanza culo o non abbastanza culo, abbastanza tartaruga o più tartaruga, spalle più grandi o più sottili? Doveva solo essere una creatura di cui ti potessi innamorare.”

Volendo qualcuno in grado di riuscire a portare in porto l'intero processo, Del Toro ha reclutato Mike Hill, appena reduce dal pauroso successo della sua personale di sculture di mostri a una convention di film horror. “Mike ha una connessione con i mostri che è sconcertante e ho pensato che avremmo avuto bisogno di quel livello di intuizione.” – ha detto il regista – “La difficoltà con questo progetto è che non stavamo semplicemente scolpendo una creatura, ma stavamo dando forma a un protagonista.”

Hill ricorda la missione che Del Toro gli aveva affidato: “Ha detto che voleva che io dessi un'anima alla creatura. Voleva che fosse qualcosa per cui una donna potesse perdere la testa assolutamente. Così ho iniziato a disegnare una versione di un uomo di pesce molto attraente, dandogli delle labbra da baciare, una mascella squadrata e uno sguardo tenero, sono partito da lì.”

Anche con i modelli in argilla completati, eravamo solo a metà del lavoro. Il passo successivo era altrettanto difficile: trasformare i modelli in una serie di vestiti in lattice in cui un essere umano poteva muoversi liberamente. La Legacy ha trasformato le maquette di Hill in un'immagine digitale ingrandita, che poi abbiamo scolpito ulteriormente, definendo di più muscoli e vene. Abbiamo iniziato anche a lavorare sugli elementi del viso della creatura, in particolare sugli occhi. Sono stati i particolari apparentemente più insignificanti, come ad esempio creare un set di branchie funzionanti, che hanno richiesto un'enorme quantità di tempo e pianificazione. Hill ha ricordato che: “Le branchie sono state particolarmente impegnative, perché in alcune scene avevamo a che fare con molta acqua, ma sono state anche entusiasmanti, perché danno alla creatura un ulteriore modo di reagire senza le parole e abbiamo potuto usare il respiro di Doug per valorizzare emozioni come eccitazione, rabbia o affetto.”

Alla fine sono stati realizzati quattro spettacolari vestiti particolarmente complessi, ognuno in grado di lavorare in acqua. Ha spiegato Del Toro: “I componenti della squadra Legacy sono stati dei partner incredibili nel design. Sono stati fondamentali per sviluppare il colore, risolvere i problemi logistici e conciliare il tutto con la bellezza del design che Mike e io abbiamo realizzato, producendo qualcosa che sarebbe stato veramente funzionale.”

Meticolosamente costruito, il costume si è dimostrato una sfida quotidiana per Jones, che doveva non solo imparare a viverci, ma si sarebbe dovuto anche innamorare indossandolo. La Legacy lo ha reso il più flessibile possibile, anche se restava ancora una sorta di morsa costrittiva. “Il costume è strettissimo e dentro ci sono dei veri corsetti per renderlo ancora più aderente. Ma abbiamo segmentato le piastre addominali in modo da farle spostare e consentire un po' di movimento. Non è un pezzo unico, quindi permette i leggeri movimenti che la storia richiede a Doug.”

La vestibilità a pelle e la natura atletica dei movimenti con il vestito indosso, hanno spinto Jones a “ottenere la migliore forma della mia vita” all'età di 56 anni. “Sapevo che questo sarebbe stato il mio ruolo più impegnativo fisicamente, ed è stata la molla che mi ha spinto. Solo indossare la tuta, che è in schiuma di gomma e silicone, ed è progettata per ritornare sempre nella posizione in cui è stata creata, è stato un lavoro faticosissimo. Ogni movimento è come fare una seduta di push-up o pull-up.”

Tutto il lavoro preparatorio del film, di progettazione e interpretazione degli attori, scompare in un attimo quando scende il buio in sala e ci facciamo trasportare della storia dell'uomo pesce e del suo amore per una donna delle pulizie muta.