"Un perfetto film da drive-in. Peccato che non esistano più i drive-in." "Fa sembrare un film appesantito di cliché come Independence Day il degno ritorno di 2001: Odissea nello spazio." "Si contende con The Last Airbender il titolo di peggior film dell'anno." E così via. Inutile negarlo: Skyline, l'ultimo thriller a base di invasioni aliene, è stato subissato dalle critiche alla sua uscita oltreoceano. Accostato variamente a District 9 e altri classici del genere come War of the Worlds, rispetto a cui viene bollato (nel migliore dei casi) come un'operazione copia-incolla senza capo né coda. Ecco il commento poco gentile del Boston Herald: "Come avviene nel caso di Cloverfield, in Skyline ci sono mostri enormi per le strade, solo che questa volta sono arrivati su grandi astronavi per collezionare cervelli umani. Peccato che nessuno dei protagonisti del film sembra averne uno".
Tale pioggia di critiche non ha lasciato indifferenti i produttori, come comprensibile vista l'imminente uscita della pellicola su altri mercati. Così Liam O'Donnell e Joshua Cordes hanno affidato l'arringa difensiva a un blog americano. “Quando è uscita la prima recensione di Hollywood Reporter siamo rimasti scioccati,” spiega O'Donnell. “Pensavamo sarebbe stato accolto più che altro dalla comunità di fan del genere. Siamo una produzione indie e siamo innamorati di queste storie, penso che la sincerità traspaia nel film.” Per la cronaca, Hollywood Reporter è uscito con una critica devastante (“visivamente sarà anche spettacolare, ma non c'è segno di intelligenza in questa pellicola”). “Abbiamo privilegiato il ritmo sulla definizione dei caratteri – si difende Cordes – e forse alla fine ci siamo trovati in mano con personaggi stereotipati, ma è stata fatta la scelta di non rallentare la trama.”
Per quanto riguarda l'accanimento della critica, anche in questo caso c'è stato un errore: “Skyline è stato presentato con un accostamento marketing a Independence Day, mentre sarebbe stato meglio mostrarlo per quel che è: La notte dei morti viventi con alieni al posto degli zombie”. “Forse il film non è piaciuto a prescindere dal marketing, ma è sempre dannoso presentare qualcosa per quello che non è,” prosegue Cordes. “Non era nostro obiettivo realizzare un film alla District 9 – prosegue O'Donnell – e penso che ogni progetto debba essere giudicato su un unico parametro: riesce o meno a portare a compimento le proprie premesse? Noi volevamo girare un 'popcorn film' a base di alieni che risucchiano essere umani. E l'abbiamo fatto.”
E faranno anche un seguito, c'è da scommetterci. Questo perché il film ha già recuperato abbondantemente i costi (dieci milioni di dollari, già quasi trenta gli incassi), ma anche perché c'è voglia di riscatto: “Abbiamo un'idea di sequel molto ambiziosa – racconta O'Donnell – in cui daremo risposte anche ai problemi evidenziati dal primo film. I personaggi hanno maggior spessore, l'ambientazione non è limitata a una città, l'intreccio è pieno d'azione. Vediamo intanto come si comporta il primo. Riteniamo che otterrà un buon riscontro anche in edizione DVD e sulle tv a pagamento. Quasi tutti ci dicono che vorrebbero vedere il seguito.” Sarà. Di certo Hollywood Reporter non figura nella lista: “A peggiorare le cose, oltre a dialoghi da canale televisivo di serie c e una prova attoriale pessima, c'è il finale: incredibile ma vero, sembra suggerire la possibilità di un sequel”. Il film uscirà in Italia il 14 gennaio. Vedremo a chi dare ragione.
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