Tra il 2010 e il 2011 uscirono a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro un paio di film dalla trama molto simile: Los Angeles è al centro di un’aggressione aliena e degli umani si trovano a dover fronteggiare spietati invasori extraterrestri. I due film erano World Invasion (Battle: Los Angeles), diretto da Jonathan Liebesman, e Skyline, diretto dai fratelli Greg e Colin Strause. Il primo era una grossa produzione Columbia/Sony con un budget di 70 milioni di dollari mentre il secondo era una produzione indipendente costata appena 10 milioni di dollari. I fratelli Strause avevano collaborato agli effetti visivi del film della Sony reinvestendo subito i soldi guadagnati nel loro piccolo film a basso costo, riuscendo mirabilmente a competere e da vari punti di vista anche superare la produzione ad alto budget: il film di Liebesman era pesante, tronfio e retorico mentre quello dei fratelli Strause era un agile e tenso thriller fantascientifico che oltretutto esibiva un estro visionario superiore all’altro. (La Sony intentò una causa contro gli Strause per plagio, ma in seguito la ritirò.)

A sette anni di distanza gli Strause hanno rivisitato quello scenario, questa volta però dedicandosi esclusivamente alla realizzazione degli effetti speciali, loro vera passione, affidando la regia allo sceneggiatore Liam O’Donnell. La storia inizia esattamente dove iniziava il primo film, la mattina in cui gli abitanti di Los Angeles si rendono conto che la città è sotto attacco da parte di astronavi aliene che risucchiano la gente al loro interno. Il poliziotto Mark (Frank Grillo La Notte del Giudizio – Election Year) e suo figlio Trent (Jonny Weston) riescono a uscire dalla metropolitana, cercando riparo insieme a un altro gruppetto di persone. Vengono però tutti catturati e portati a bordo della nave madre, dove scoprono che gli alieni sono ghiotti di cervelli umani, e ne mangiano in gran quantità! Niente paura: Mark il poliziotto è una pellaccia, nonostante gliene capitino di tutti i colori, e riesce non solo a liberare altri umani catturati ma aiuta anche una donna a partorire e riesce persino a sabotare la nave spaziale, che precipita…nella giungla del Laos, nel sud est asiatico…

Beyond Skyline è un divertissement pulp-scifi che non si prende per niente sul serio (basti vedere i titoli di coda) e gioca con l’uso e abuso di situazioni classiche in questo tipo di film, spingendole fino ai limiti e infischiandosene bellamente di ogni possibile criterio di plausibilità e realismo. Di fatto è un sequel/reboot che ben presto rimescola le carte, spostando l’ambientazione da Los Angeles al sud est asiatico e affiancando ai protagonisti americani dei comprimari asiatici, tra i quali figura Iko Uwais, popolare attore indonesiano e coreografo delle arti marziali apparso in Star Wars VII – Il risveglio della forza.  

Siamo in piena Guerra dei mondi con incursioni di mostri kaijū mescolate col cinema fantasy orientale e quello d’azione di arti marziali, quel tipo di film che si guardano sgranocchiando popcorn e sghignazzando per le situazioni e trovate assurde che la storia propone, un po’ come nelle produzioni della Asylum (quelli di Sharknado) ma di fattura decisamente migliore: la fotografia (di Christopher Probst) valorizza le scenografie dell’interno della nave aliene, che sono comunque estremamente curate, il design delle creature rievoca e omaggia i mostri del cinema fantascientifico americano anni ’50, gli effetti visivi della Hydraulx (X-Men Apocalypse, Spectral) efficaci e funzionali. Insomma, non siamo certo di fronte a un capolavoro, ma Beyond Skyline alla fine risulta per essere molto più divertente del – per versi certi simile – molto più costoso Independence Day: Rigenerazione.