Non erano passati nemmeno quattro anni dall’uscita nelle sale del celebre film Terminator di James Cameron che lo scenario apocalittico ivi prospettato prendeva vita e cominciava ad essere sfruttato come opportunità dal mondo dei fumetti.
Nel 1988, infatti, la NOW Comics cominciò a pubblicare una serie regolare sulle vicende e la vita di John Connor, il capo della resistenza umana, dopo il fatidico momento in cui aveva deciso di inviare Kyle Reese, migliore amico e futuro/passato padre, indietro nel tempo per salvare la propria madre dalla furia omicida delle macchine. Si stava probabilmente solo parlando di un sequel dell’originale ed all’infuori di un libro che rendeva su carta la storia del film, Terminator non si era ancora ampliato all’esterno dell’ambito puramente cinematografico. Il fumetto della NOW diventa quindi un nuovo canale di espansione, qualcosa di sperimentale, che per questo si mantiene distante dalla storia principale e altrettanto distante da quella, che avrebbe potuto essere al tempo la trama probabile di un successivo seguito, focalizzandosi sul grande assente del film, il salvatore della razza umana che con le sue azioni mette in moto la vicenda, John Connor appunto. Una scelta spesso utilizzata nei fumetti d’ambientazione cinematografica per salvare entrambi i media dal sovrapporre trame e possibili scenari. In diciassette numeri e due miniserie l’avventura della NOW Comics si sarebbe conclusa per lasciar il passo all’editore che per più di un decennio avrebbe tenuto vivo il mito di Terminator a fumetti: la Dark Horse Comics.
Proprio nel momento in cui la NOW si applicava al come proseguire la storia di Terminator a fumetti, la Dark Horse si cimentava in un’esperienza analoga con un altro mito cinematografico e fantascientifico: il capolavoro di Ridley Scott, Alien. La Dark Horse era quindi pronta e già rodata per il passaggio forzato del testimone da parte della NOW Comics, in bancarotta agli inizi degli anni Novanta: con poca fatica riuscì, nel 1990, ad aggiungere i diritti su Terminator a quelli su Alien. La fortuna di Terminator con la Dark Horse sarà di lunga durata ed il sodalizio produrrà, nel panorama commerciale, alcuni validi fumetti firmati da autori del calibro di Matt Wagner, John Arcudi e Paul Gulacy che la casa editrice di Portland riuscì a coinvolgere nei vari progetti sul mondo del cyborg assassino sviluppati fino agli inizi di questo decennio.
Il 25° anniversario (2009) dell’uscita del primo film di Terminator e la prevista distribuzione nelle sale (maggio 2009) dell’ultimo capitolo della saga (Terminator Salvation) hanno messo in fermento già da questo anno tanto il mondo dei fumetti d’oltreoceano come quello italiano. La IDW Publishing e la Dynamite Entertainement hanno in programma rispettivamente il prequel alla pellicola cinematografica e il prosieguo, su diversi piani temporali, di Terminator: Infinity, miniserie, sempre Dynamite, che si ricollegava al terzo, meno riuscito, lungometraggio. Terminator Omnibus è la risposta Dark Horse alle case editrici con cui condivide i diritti sul personaggio e consiste in una ristampa di tutte le storie sul tema (niente crossover però) della casa editrice raccolte in due capienti volumi. Non vedremo quindi nella raccolta americana Robocop versus The Terminator, Superman vs The Terminator e nemmeno Alien versus Predator versus The Terminator ma soltanto materiale in continuity o almeno non in contraddizione con l’universo “espanso” cui venticinque anni fa James Cameron ha dato i natali.
In Italia gli onori di casa li fa la Magic Press che ha pubblicato, in due paperback dal titolo The Terminator, proprio il primo dei volumi Omnibus della Dark Horse, una summa di materiale già edito, con in aggiunta qualche chicca inedita molto interessante. Copertine ad effetto del famoso Paul Gulacy (Batman, Shang Chi, Star Wars: Crimson Empire), grafica curatissima e storie che ci riportano, a volte con un sospiro, ad atmosfere che credevamo da un pezzo sepolte sotto alle salve di effetti speciali del moderno cinema di fantascienza. La filosofia delle trame non si discosta da quella che abbiamo visto applicata già negli anni ottanta dalla NOW Comics: nessun legame eccessivo con il filone principale della vicenda, niente che possa stravolgere eventuali sviluppi futuri, massima libertà per tutto il resto ed infine l’obbligatoria presenza di almeno un cyborg assassino proveniente dal futuro.
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