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Fantascienza in tv: la nuova stagione
Mentre lo spetattore italiano deve accontentarsi di qualche vecchio Star Trek a notte tarda e di un paio di cloni di X-Files, negli Stati Uniti già da settembre sono partite le nuove stagioni di una folta schiera di serial fantascientifici. Diamo un'occhiata alle meraviglie che noi, se saremo fortunati, vedremo solo fra vari anni...
LeggiSindrome di Nomoski
Racconto di Giovanni Burgio
Giovanni Burgio è relativamente nuovo dell'ambiente, ma in breve tempo ha dimostrato di saper crescere parecchio come autore, sfornando racconti sempre migliori, sempre più calibrati e sempre più vicini agli standard qualitativi che segnano il passaggio del confine tra amatorialità e professionismo. Un suo racconto ha vinto l'ultima edizione del premio Courmayeur, e nelle passate edizioni del premio Alien ha sempre fatto bene, come con il racconto che segue, che si è piazzato tra i finalisti. Sono sicuro che Giovanni continuerà a crescere, perché ha dalla sua due armi molto importanti: la modestia e la capacità di mettersi in discussione. Solo così si può continuamente migliorare.
LeggiThe Fifth Element
Ventitreesimo secolo, New York. Una porta che si apre ogni cinquemila anni sta per mettere in contatto due dimensioni. In una c'è la vita (quel famoso elemento, quinto rispetto ai quattro della cultura filosofica greca: aria, acqua, terra e fuoco), nell'altra la morte. C'è un eroe che può salvare il mondo e questo eroe è Bruce Willis.
Il film diretto da Luc Besson (Nikita, Leòn) è costato novanta milioni di dollari e - solo nelle prime settimane di programmazione negli USA - ha incassato circa il doppio.
Delos ha intervistato il regista e il protagonista del film.
La loca
Racconto di Emiliano Farinella
Be', Farinella ormai cominciamo a conoscerlo tutti. Il suo stile è incalzante e duro, sboccato come pretende la "moda" cyberpunk (ma solo per una questione di noia, di banalità, perché ormai essere cazzuti e scurrili vuol dire essere al passo coi tempi). La storia, ispirata al poeta La Loca, in sè quasi non esiste, lo so io per primo, ma mi piace il fatto che questo racconto sia lo stereotipo cyberpunk fatto persona. E poi il personaggio principale e alcuni flash d'ambientazione sono davvero tosti. A volte basta questo per fare di un insieme di parole una storia.
LeggiDaneel
Racconto di Alessandro Vietti
Okay, lo ammetto, non ho ancora avuto modo di leggere Cyberworld, il romanzo d'esordio di Vietti con cui si è aggiudicato un'edizione del Premio Cosmo della Nord. Del resto, che volete, seguire la parte della narrativa di Delos mi prende quasi tutto il mio tempo libero, e io... okay, okay, va bene, giù le spranghe, la smetto di dire boiate, è solo che quel titolo mi prendeva male, così ho deciso, prima di affrontare il romanzo, di leggere qualche racconto di Vietti. Uno mi è piaciuto abbastanza, è quello che segue, lo mettiamo in linea così potete servellarvi con commenti personali, critiche feroci, elogi spassionati, lacrimoni da coccodrillo. Io dico solo una cosa. Dopo aver letto questo racconto mi è venuta una certa voglia di andare a prendere dallo scaffale anche Cyberworld. Ma cavolo, quel titolo...
LeggiThe Prisoner - Il Prigioniero
Un uomo guida una macchina sportiva (una Lotus 7) per il centro di Londra. La scena cambia: ora egli è in un corridoio poco illuminato; l'espressione è tesa ed aggressiva. In pochi istanti irrompe in un ufficio dove, dopo un violento alterco con quello che sembra essere un funzionario, consegna una lettera di dimissioni e se ne va. Nuovamente in auto, questa volta l'uomo si dirige verso casa; in parallelo, assistiamo alla distruzione del suo dossier da parte dell'organizzazione per cui lavorava.
Ora l'uomo è nel suo alloggio, dove prepara in fretta le valigie; è chiara la sua intenzione di abbandonare tutto, forse per sempre. Non si accorge però di essere stato pedinato: qualcuno immette nella serratura della porta un gas narcotizzante, che tramortisce quasi istantaneamente il protagonista.
Al risveglio, l'uomo si trova ancora nel medesimo appartamento, solo l'esterno è cambiato. Londra è scomparsa, al suo posto un villaggio.
Il mondo di Zoe
Racconto di Riccardo Vigilante
Avevo letto altri racconti di Riccardo Vigilante, e avevo sempre notato il germe nascosto di qualcosa di oscuro, una capacità narrativa non indifferente e l'utilizzo di un linguaggio non casuale, lontano dagli stereotipi tipici degli esordienti quanto lo sono le sue trame complesse e spiraleggianti. Questo "Il mondo di Zoe" è una delle più belle cose che ho letto di recente, non solo di autori italiani, soprattutto per il coraggio di non voler spiegare, di non volersi rendere del tutto evidente al primo passaggio degli occhi del lettore. Provate a rileggerlo, dopo la prima volta. Scoprirete nuovi piani e nuove dimensioni in cui affondare il vostro interesse, come se vi trovaste di fronte a una sorta di universo escheriano fatto di prospettive ingannevoli e in continua trasformazione. Eppure Vigilante ci vede perfettamente chiaro, e alla fine tutti i nodi tornano al pettine, sciogliendosi con una semplicità che ha del miracoloso. Leggere per credere.
LeggiAldo Carotenuto: la nostra ossessione preferita
Aldo Carotenuto è uno dei maggiori conoscitori e studiosi del pensiero di Jung. Autore di numerosi saggi (I sotterranei dell'anima, La strategia di Peter Pan, La chiamata del Daimon, sono solo alcuni titoli) su svariate tematiche presenti all'interno della psicanalisi. Carotenuto ha pubblicato, recentemente, presso Bompiani Il fascino discreto dell'orrore (pagine 377, lire 16.000) saggio dedicato all'arte, al cinema e alla letteratura fantastica. Un viaggio e uno studio del fantastico e dell' horror da Poe a Stephen King, da Kafka a Bosch.
LeggiScacco doppio
Racconto di Lino Aldani
Lino Aldani, da molti, è considerato il padre della fantascienza italiana, eppure io, che indubbiamente sotto molti aspetti sono un suo "figlio" narrativo (nel senso che ho potuto beneficiare dei suoi preziosissimi consigli per aggiungere pepe e sale al mio modo di scrivere), credo che Lino non sia affatto uno scrittore di fantascienza. No, non voglio ricominciare con quelle sterili discussioni sul fatto che "Quando le radici" (il più bel romanzo di Aldani) o "Visita al padre" (il suo più bel racconto), secondo alcuni sono di fs mentre secondo altri no; voglio solo fare notare che quando le storie di Lino parlavano della nostra terra, con personaggi estremamente vicini a noi, al nostro presente umano e sociale (come nel romanzo e nel racconto citati prima), sono riuscite a intaccare la sensibilità del lettore, a trascinarlo in un universo evocativo di grande scrittura, a dargli insomma tutto quello che giustifica l'appellativo di scrittore. Lo stesso, a mio avviso, non è avvenuto quando Aldani si è cimentato in prove più specificatamente fantascientifiche. Alcuni dei suoi più applauditi racconti sono in realtà abbastanza approssimativi e mediocri, come se Lino fosse stato costretto a distrarre la sua ispirazione umanistica verso questi percorsi della narrativa di genere, che in definitiva non gli erano poi molto congeniali. Non mi riferisco solo a "Buonanotte Sofia", a "Trentasette centigradi" o ai piu' recenti "In attesa del cargo" e "Mochuelo", ma in generale a tutta la produzione di Lino che ha contribuito a classificarlo come uno scrittore di fs. Ebbene, se non fosse stata per questa "etichetta", Aldani avrebbe potuto conquistarsi uno spazio di rilievo come scrittore mainstream, producendo opere del livello di "Quando le radici" senza essere costretto a inventarsi mezzucci di second'ordine per farle apparire come appartenenti all'universo fantascienza. Potrebbe sembrare un paradosso, ma non lo è. Aldani ha sempre cercato di appiccicare un'etichetta fantascientifica alle sue opere, anche quando non lo erano affatto o potevano farne a meno (forse perché credeva di non avere alcuna speranza nell'acido mondo del mainstream, e che fosse più semplice affermarsi nello scantinato della narrativa di genere), e quando ha scritto fs pura, non so sotto quali stimoli, ha dato il peggio di sé, perché accade spesso che uno scrittore, quando deve sottostare a imposizioni di carattere "tecnico", anziche' "creativo", non riesca a dare il meglio. Anche se i racconti che seguono ci dimostrano che Lino era bravo comunque, conosceva il mestiere e sapeva imbastire un racconto come dio comanda. Eppure una cosa è la fredda operazione d'imbastitura di un racconto, un'altra è il processo creativo dettato dall'ispirazione e dalla musa interna che ogni vero scrittore porta dentro di sé. Musa che Lino ha consultato a fondo, quando si è messo a scrivere alcune opere che sono delle pietre miliari della narrativa italiana. Certo non di fantascienza.
LeggiLino Aldani: commenti e testimonianze
Ho chiesto a tredici noti personaggi della SF italiana di intervenire con qualche parola a proposito di Aldani. Volevo sentire la voce di chi è stato ed è legato a lui da amicizia o rapporti professionali, e di chi l'ha conosciuto solo come autore. La richiesta è stata accolta con molto favore e soprattutto responsabilità. Sono molto grato agli intervenuti. Sono presenti, nell'ordine, interventi di: Vittorio Curtoni , Vittorio Catani, Domenico Gallo, Antonio Caronia, Eugenio Ragone, Renato Pestriniero, Ugo Malaguti, Ernesto Vegetti, Franco Ricciardiello, Enrico Rulli, Marco Calvo, Gian Filippo Pizzo, Mirko Tavosanis.
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