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News (481) Approfondimenti (130) Gallerie (1)

Giochi di ruolo e fantascienza

di Francesco Grasso domenica 15 marzo 1998

Gli appassionati di narrativa del fantastico e gli amanti dei giochi di ruolo sono due categorie legate da un complesso (e a volte contraddittorio) rapporto di comunanza, da una singolare parentela non sempre riconosciuta, a volte persino ripudiata, ma dalla quale alla lunga è impossibile sottrarsi.
Come lontani cugini separati più dai reciproci sospetti che dalla distanza, il popolo della fantascienza e quello dei giochi di ruolo spesso ergono steccati a separare i rispettivi orticelli, disconoscendo le sorgenti comuni cui entrambi attingono linfa vitale. Questo articolo vuole essere una lancia spezzata a favore dell'incontro tra i due mondi. Lungi dal tentare una trattazione completa dell'argomento "Gioco di ruolo & Fantascienza" (per vastità, tale tema meriterebbe almeno un saggio), esso vuole semplicemente offrire una panoramica, un'istantanea dello stato attuale dell'arte, offrendo definizioni, chiarendo il significato di alcuni termini "da iniziati", elencando gli esempi più notevoli e interessanti provenienti dalla fusione tra i due mondi. Offrendo, in definitiva, l'unico elemento in grado di unire due realtà orgogliose della propria identità e sospettose l'una dell'altra, quando non addirittura in competizione: la conoscenza reciproca.

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800A 1

Racconto di Davide Ficarra

domenica 15 febbraio 1998

Da qualche tempo, qui a Delos, eravamo in crisi di astinenza da materiale narrativo di una certa qualità (a proposito, vorrei dire ai molti che ci hanno mandato racconti e che ancora non hanno ricevuto risposta che purtroppo la loro roba non era granché, e così abbiamo dovuto rifiutarla. Certo, è un po' squallido cavarsela con un'uscita estemporanea del genere, ma non abbiamo proprio il tempo per rispondere personalmente a tutti), quando all'improvviso Silvio Sosio mi manda questo "800A" e mi dice: Leggi un po'. Che ne pensi? Io rispondo: Niente male. Lo definirei ludico-paranoico. Adatto a Delos. E infatti eccolo qui, pronto per il vostro ingordo palato. Non so chi sia l'autore, ma credo che se continua così ce lo troveremo ancora tra i piedi.

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Starship Troopers tra fantascienza e realtà

di Marco Costantini sabato 15 novembre 1997

Dai Fanti Spaziali, che Robert A. Heinlein immaginò nel 1959 per difendere il mondo dagli alieni di turno, ai Guerrieri di terra che l'esercito degli Stati Uniti d'America vorrebbe realizzare per dominare nel ventunesimo secolo ogni altro esercito del pianeta. Leggiamo cosa succede quando fantascienza e realtà mescolano le carte, in attesa di scoprire al cinema quali effetti speciali sorreggono il film che la Sony e Paul Verhoeven hanno tratto dal romanzo-culto di Robert A. Heinlein.

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Burton & Cyb

di Francesco Grasso sabato 15 novembre 1997

I fumetti di fantascienza, come obbedendo a una legge non scritta, assumono quasi invariabilmente toni drammatici (quando non addirittura tragici). Desolati scenari post-catastrofe, truculente ambientazioni belliche, oscuri e cupi paesaggi cyberpunk... Il pessimismo sembra regnare ovunque sovrano. Ma non è sempre così: la fantascienza a fumetti può anche essere solare, scanzonata, ottimista, goliardica. E questo mese la rubrica Fantasia&Nuvole, concedendosi una divagazione spensierata ma tutt'altro che "leggera", ci porta a conoscere l'opera che forse più di ogni altra rappresenta l'eccezione alla regola. Signori, via i musi lunghi: è l'ora di sorridere (anzi, di ridere a crepapelle) con Burton & Cyb di José Ortiz e Antonio Segura.

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Chiedete di Bierkovitz

Racconto di Giovanni Burgio

martedì 15 luglio 1997

Giovanni Burgio sta crescendo. A passi sempre più veloci e decisi si sta guadagnando un posto di rispetto tra gli autori italiani del fantastico nazionale. Personalmente lo conosco bene per aver letto alcuni dei suoi migliori racconti che hanno partecipato ai premi Lovecraft e Alien, ma ormai il suo nome ha cominciato a girare da quando, all'ultima Italcon di San Marino, l'abbiamo visto salire sul palco a ritirare la palma d'onore del "Premio Courmayeur", che ha vinto con il racconto BabyLight. Ma non e' tutto qui. Perche' molte altre sue opere usciranno presto in antologie prestigiose, dando a Burgio il merito che si è guadagnato scrivendo racconti piacevoli e ricchi d'inventiva come questo che segue.

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Raumspatrouille - Guida agli episodi

di Michael Höfler martedì 15 luglio 1997

Siamo nel settembre del 1966, quando una nuova serie di fantascienza raggiunge gli schermi televisivi, raccontando le avventure di un'astronave che viaggia in lungo e in largo per la galassia... la coincidenza sembra quasi incredibile, ma non stiamo parlando di Star Trek...

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Raumspatrouille - Le avventure dell'astronave Orion 1

di Michael Höfler martedì 15 luglio 1997

Siamo nel settembre del 1966, quando una nuova serie di fantascienza raggiunge gli schermi televisivi, raccontando le avventure di un'astronave che viaggia in lungo e in largo per la galassia... la coincidenza sembra quasi incredibile, ma non stiamo parlando di Star Trek...

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Amici

Racconto di Roberto Sturm

domenica 15 giugno 1997

Questo racconto è stato segnalato a un'edizione del premio Alien (perdonatemi ma non ricordo più quale), ma da quello che so ha ottenuto anche altri riconoscimenti, per cui qualche pregio "oggettivo" deve necessariamente averlo. Se decido di pubblicarlo su Delos è perché a me personalmente è piaciuto, ha rievocato emozioni che credevo sopite da tempo, forse anche dolorose, eppure estremamente vivide e reali. Quando un'opera di narrativa riesce a toccare certe corde del nostro intimo, allora vuol dire che almeno in parte ha raggiunto il suo scopo. "Amici" di Sturm, per quanto mi riguarda, c'è riuscito perfettamente, anche se non saprei oggettivare in alcun modo quello che ha suscitato dentro di me.

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Notte in città

Racconto di Matteo Scaldaferri

domenica 15 giugno 1997

Francamente devo dire che ultimamente mi ero un po' stufato di certe stereotipaggini del cybervillage, ma Matteo Scaldaferri, in questo suo brevissimo racconto, riesce a coniugare con una certa abilità una velata malinconia di fondo con un finale intelligente, simpatico per la sua semplicità eppure accattivante, che se da una parte non ci dice niente di nuovo dall'altra è riuscito, fino a un certo punto, a mitigare la noia che generalmente provo quando affronto racconti tendenti al cyberpunk. Come dire che qualsiasi minestra, se ha quel qualcosa in più, può cambiare radicalmente sapore.

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Scacco doppio

Racconto di Lino Aldani

giovedì 15 maggio 1997

Lino Aldani, da molti, è considerato il padre della fantascienza italiana, eppure io, che indubbiamente sotto molti aspetti sono un suo "figlio" narrativo (nel senso che ho potuto beneficiare dei suoi preziosissimi consigli per aggiungere pepe e sale al mio modo di scrivere), credo che Lino non sia affatto uno scrittore di fantascienza. No, non voglio ricominciare con quelle sterili discussioni sul fatto che "Quando le radici" (il più bel romanzo di Aldani) o "Visita al padre" (il suo più bel racconto), secondo alcuni sono di fs mentre secondo altri no; voglio solo fare notare che quando le storie di Lino parlavano della nostra terra, con personaggi estremamente vicini a noi, al nostro presente umano e sociale (come nel romanzo e nel racconto citati prima), sono riuscite a intaccare la sensibilità del lettore, a trascinarlo in un universo evocativo di grande scrittura, a dargli insomma tutto quello che giustifica l'appellativo di scrittore. Lo stesso, a mio avviso, non è avvenuto quando Aldani si è cimentato in prove più specificatamente fantascientifiche. Alcuni dei suoi più applauditi racconti sono in realtà abbastanza approssimativi e mediocri, come se Lino fosse stato costretto a distrarre la sua ispirazione umanistica verso questi percorsi della narrativa di genere, che in definitiva non gli erano poi molto congeniali. Non mi riferisco solo a "Buonanotte Sofia", a "Trentasette centigradi" o ai piu' recenti "In attesa del cargo" e "Mochuelo", ma in generale a tutta la produzione di Lino che ha contribuito a classificarlo come uno scrittore di fs. Ebbene, se non fosse stata per questa "etichetta", Aldani avrebbe potuto conquistarsi uno spazio di rilievo come scrittore mainstream, producendo opere del livello di "Quando le radici" senza essere costretto a inventarsi mezzucci di second'ordine per farle apparire come appartenenti all'universo fantascienza. Potrebbe sembrare un paradosso, ma non lo è. Aldani ha sempre cercato di appiccicare un'etichetta fantascientifica alle sue opere, anche quando non lo erano affatto o potevano farne a meno (forse perché credeva di non avere alcuna speranza nell'acido mondo del mainstream, e che fosse più semplice affermarsi nello scantinato della narrativa di genere), e quando ha scritto fs pura, non so sotto quali stimoli, ha dato il peggio di sé, perché accade spesso che uno scrittore, quando deve sottostare a imposizioni di carattere "tecnico", anziche' "creativo", non riesca a dare il meglio. Anche se i racconti che seguono ci dimostrano che Lino era bravo comunque, conosceva il mestiere e sapeva imbastire un racconto come dio comanda. Eppure una cosa è la fredda operazione d'imbastitura di un racconto, un'altra è il processo creativo dettato dall'ispirazione e dalla musa interna che ogni vero scrittore porta dentro di sé. Musa che Lino ha consultato a fondo, quando si è messo a scrivere alcune opere che sono delle pietre miliari della narrativa italiana. Certo non di fantascienza.

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