di Silvio Sosio

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Immagino che la gran parte dei nostri lettori sia "troppo giovane", telematicamente parlando, per ricordarsi un fenomeno che ebbe enorme risonanza su internet qualche anno fa, intorno al 1995, quando la popolazione della rete era sì e no un centesimo di quella attuale. Sto parlando della blue ribbon campaign. Niente a che fare con la birra: la campagna del nastro blu (evitiamo di dire azzurro...) venne organizzata dall'EFF (Electronic Frontier Foundation) e fu una grande campagna di protesta contro alcune leggi varate dal governo Clinton che in qualche modo mettevano in pericolo la libertà di parola su internet. Per mesi un'enorme quantità di siti, amatoriali e professionali, americani e no - anche il sito di Delos, ricordo - esposero il simbolo della campagna, un nastrino azzurro simile a quello usato tuttora per la campagna anti-Aids.

Oggi in Italia sembra di rivivere un po' quei giorni, con la campagna contro la legge per l'editoria varata all'inizio di aprile dal governo Amato.

Ricapitoliamo i fatti: all'inizio di aprile viene pubblicato il testo della legge n. 62 del 7 marzo 2001, che introduce alcune nuove norme relative all'editoria. Il testo della legge inizia subito definendo il prodotto editoriale, allargandone la definizione anche ai prodotti elettronici e telematici. E quindi estendendo anche a questo tipo di prodotti alcune restrizioni e obblighi già presenti per la carta stampata, definiti dalla legge sulla stampa, n. 47 dell'8 febbraio 1948, basata in parte su leggi risalenti addirittura al risorgimento firmate dal re Carlo Alberto.

Questa legge prevede l'obbligo per ogni prodotto editoriale della dichiarazione del nome dell'editore (o del curatore se non si tratta di una casa editrice vera e propria), del nome dello stampatore e del luogo di stampa. Nel caso il prodotto sia a carattere periodico, è obbligatoria la registrazione in tribunale della testata e la presenza di un direttore responsabile regolarmente iscritto al cosiddetto "Albo dei comunicatori", meglio noto col nome di ordine dei giornalisti.

www.corriere.fantascienza.com/news/news20010406.html

L'articolo sul Corriere della Fantascienza

www.interlex.it/stampa/indice.htm

Il dossier sulla rivista online Interlex

punto-informatico.it/petizioneeditoria.asp

La nuova legge sull'editoria...

punto-informatico.it/petizionestampa.asp

... e la vecchia legge sulla stampa

punto-informatico.it/p.asp?i=35705

punto-informatico.it/p.asp?i=35795

Due ottimi articoli su Punto Informatico

punto-informatico.it/petizione.asp

La petizione online contro la legge. Firmatela!

In caso contrario, si incorre in un reato dal nome molto risorgimentale: stampa clandestina.

Il grande dibattito, fino a poco tempo fa, era proprio se questa legge poteva o no essere applicata all'editoria elettronica. Secondo alcuni - in particolare secondo l'Albo dei Giornalisti, che non tollera che si possa fare informazione senza essere regolarmente iscritti all'ordine professionale - la legge era da considerarsi automaticamente estendibile al web, secondo altri, e con solide motivazioni giuridiche, questa operazione non poteva essere fatta. La legge 62 sembrava quindi dirimere il dubbio a favore dell'Albo dei giornalisti, estendendo la definizione di prodotto editoriale anche alla rete e quindi, insieme con la definizione, le norme relative.

Se però nel 1948 capire cosa fosse un "giornale o altro periodico" era abbastanza semplice, nel mondo della rete le cose non stanno affatto così. In teoria ogni sito aggiornato periodicamente (tutti?) può essere considerato periodico: occorre una maggiore precisione nel definire cosa sia un giornale, e cosa significhi "periodico".

Ma non basta, perché sempre la legge del 1948 prevedeva non solo la condanna per stampa clandestina all'editore, ma anche allo stampatore. Che tradotto in termini telematici si traduceva in una minaccia ai provider che avessero ospitato sui propri server webzine o siti non registrati. Si profilava quindi all'orizzonte una periodo di oscurantismo per tutte quelle piccole riviste amatoriali che arricchiscono la rete anche in Italia. Se non fossero state chiuse dai responsabili per paura di ritorsioni legali, ci avrebbero pensato i provider a cancellarli per non correre rischi.

L'ondata di proteste è nata grazie alla rivista online Punto Informatico, che ha pubblicato un articolo sdegnato, alla quale sono seguiti articoli su altre riviste, incluso il Corriere della Fantascienza. La petizione promossa da Punto Informatico ha raccolto in breve tempo decine di migliaia di firme e la solidarietà di migliaia di siti.

La cosa ha finito per arrivare all'orecchio del governo. Dopo una scomposta dichiarazione del sottosegretario con mandato per l'editoria Vannino Chiti, il quale, mostrando una preoccupante incompetenza in materia, tentava di rassicurare affermando che la legge non valeva per tutti ma solo per i giornali, salvo poi affermare che il principio per distinguere i "giornali" dagli altri siti era semplicemente che si vedeva a occhio, arrivava la dichiarazione del più preparato Claudio Masi, commissario straordinario della SIAE, che specificava subito che la definizione di prodotto editoriale dato dalla legge contestata valeva solo ed esclusivamente per i fini di quella legge, cioè la concessione di facilitazioni fiscali per alcuni tipi di prodotti editoriali. La legge quindi, secondo Masi, non dirimeva la questione che era destinata a restare nel dubbio come lo era prima, in attesa di una normativa che prima o poi sarebbe arrivata.

Un gran pasticcio, dunque. Comunque sia, molti in rete hanno maledetto questa legge varata da un governo prossimo allo scioglimento.

Io personalmente, invece, sono molto contento che sia stata varata. Ne sono contento perché è stata la scintilla che ha fatto esplodere una situazione di nervosismo che da anni cova in rete, che tormenta migliaia di gestori di siti che non sanno se il lavoro o l'hobby che svolgono in rete sia legale o meno, se da un momento all'altro possa arrivare qualcuno a dir loro che devono chiudere. Grazie alla legge 62 si è sollevata nella rete italiana un'ondata di protesta che non potrà essere ignorata: la speranza è che il nuovo governo metta mano al problema dando finalmente una regolamentazione. Che certamente non sarà quella generale liberatoria che qualcuno si augura; ma che almeno metta tutti in grado di sapere cosa si può fare e cosa no.

La mia più intima speranza, ma so che sconfina nell'illusione, è che dal movimento per la libertà di stampa su internet si arrivi a un più generale movimento per la libertà di stampa su ogni mezzo, lasciando libero chiunque ne abbia la volontà e la possibilità di pubblicare qualunque cosa, dalla fanzine al quotidiano, se lo desidera, senza essere obbligato a chiedere il permesso al governo e senza doversi iscrivere ad associazioni sindacali di categoria.

Bene! Dopo questo comizio in piena regola torniamo a noi per una breve introduzione ai contenuti del numero.

Gli scrittori italiani di fantascienza hanno deciso di riempirci tutte le edizioni: se una volta la pubblicazione di un libro d'autore nostrano era un evento, ormai pare che ne abbiamo tre o quattro da presentare per ogni uscita. Questo mese scende in campo proprio il "numero uno" in persona: Valerio Evangelisti, con il nuovo attesissimo - e appassionantissimo, ve lo dice uno che se l'è letto appena arrivato fresco di stampa - romanzo della serie dell'inquisitore, Il castello di Eymerich. Lo abbiamo intervistato. Altri due pezzi da novanta della sf italiana: Ugo Malaguti e Lino Aldani, dei quali è appena uscita un'antologia di racconti che raccoglie le migliori cose di entrambi, Millennium. Zac, intervistato Malaguti. E poi parliamo di un romanzo che ha fatto molto discutere, ma che senza dubbio è un romanzo molto bello e avvincente: Occidente di Mario Farneti. E via, intervistato anche Farneti.

Un po' di foto ci anticipano nel pezzo di Iannozzi il film che correremo a vedere il prossimo autunno, o magari già questa estate: Il pianeta delle scimmie, ispirato al classico degli anni sessanta e diretto da Tim Burton.

E poi continua il viaggio nel sistema solare di Vanni Mongini tra scienza e fantascienza, ritornano i Fantaiku con le loro preziose gemme di poesia giapponese, Fabriani ci presenta uno dei maggiori autori degli ultimi anni, Dan Simmons, mentre Valla racconta la storia dei robot nella fantascienza, partendo da lontano e arrivando ai giorni nostri. Tante recensioni, tante notizie, tante cose nuove per questo numero del vostro mensile di fantascienza preferito. Se non ci vediamo di persona all'Italcon di Torino, noi vi diamo appuntamento a maggio!


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