di Luigi Pachì e Silvio Sosio

 

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Come ogni anno - e per Delos quello che inizia è già l'ottavo - il numero di febbraio per noi è l'occasione di dare una rinfrescata alla grafica della rivista. Le novità che abbiamo introdotto per il 2001 sono più d'una, e non si limitano soltanto alla grafica.

Innanzitutto, abbiamo preferito eliminare la struttura a frame, che, sappiamo, dà molti problemi agli utenti, impedendo loro, ad esempio, di memorizzare facilmente il bookmark alla pagina. Per facilitare l'accesso alle altre pagine della rivista abbiamo allora introdotto un sistema di menu, che abbiamo testato su vari tipi di browser e non dovrebbero dare problemi.

Un'altra modifica importante riguarda lo "spezzettamento" in più pagine per gli articoli di una certa lunghezza. Riteniamo che questo possa favorire gli utenti che vogliono sfogliare rapidamente la rivista, rendendo più rapido il caricamento degli articoli. Questa modifica vale solo per la versione online: nella versione per il download ogni articolo è contenuto in una sola pagina.

Un'altra novità, lo avrete notato, riguarda il nostro logo, il piccolo alieno che ci ha accompagnato sin dagli anni ottanta, ancora prima di Delos. Per motivi legati ai diritti di utilizzo abbiamo dovuto abbandonare il "little green man", il simpatico personaggio creato dal grande illustratore Frank Kelly Freas come copertina del romanzo Marziani, andate a casa!.

Per sostituire questa icona che era diventata un po' il nostro logo abbiamo chiamato uno dei migliori disegnatori italiani, e quello che forse, ci sembrava, aveva spesso mostrato uno stile in sintonia con quello del grande maestro americano: Dino Marsan. E avevamo ragione: insieme a Dino abbiamo progettato un nuovo logo che riutilizzasse lo splendido alieno azzurro che sempre Marsan aveva disegnato per la copertina del volume I mondi di Delos (e per la copertina del numero 46 di Delos), ma che lo reinventasse nello spirito del disegno di Freas. Marsan ha risposto al nostro appello con entusiasmo e il risultato è stato davvero all'altezza delle nostre attese.

Non mancate, comunque, di farci sapere la vostra opinione su tutte queste novità, e soprattutto se riscontrate dei problemi.

In questo numero parliamo di tre persone che in modo molto diverso sono tutte e tre un po' dei portabandiera della fantascienza italiana. Innanzitutto Vittorio Curtoni, che è in edicola in questi giorni con una nuova antologia personale pubblicata da Urania: Ciao, Futuro. Di solito quanto vogliamo parlare di un libro di un autore italiano facciamo un'intervista all'autore, per permettere ai lettori di conoscerlo meglio. Ma con Curtoni non avrebbe avuto senso: che diamine, sono quattro anni che Vittorio ci racconta aneddoti ed episodi della sua vita nella sua gradevolissima rubrica Memories of green. Cos'altro restava da dire? Così, abbiamo fatto qualcosa di un po' più strano...

Poi Mariano Equizzi: regista d'avanguardia indipendente, "artigiano cyberpunk", come lo chiama Valerio Evangelisti, consacrato al Future Film Festival dove sono state proiettate tutte le sue opere.

E infine Antonio Margheriti, anche lui regista e forse anche lui artigiano, ma di tutt'altra scuola e di tutt'altra generazione.

Fra le rubriche, fa il suo esordio la nuova column di Giuseppe Lippi, Il pianeta della malora, una satira sugli aspetti più deleteri del mondo della fantascienza.

Prima di chiudere vi ricordiamo ancora il nostro piccolo concorso "Una vignetta per Delos", per il quale abbiamo dilazionato il termine fino alla fine di febbraio. Abbiamo già ricevuto diverse vignette molto carine. Ricordiamo a chi voglia partecipare che le vignette possono essere realizzate con qualsiasi tecnica, in bianco e nero o a colori, o volendo persino animate, e salvate in formato GIF o JPEG (o anche in Flash, volendo). L'importante è che il file sia il più piccolo possibile: massimo 100K. Possono essere inviate all'indirizzo delos@fantascienza.com entro il 28 febbraio 2001. Non ci sono premi in denaro, ma il vincitore sarà coperto di gloria... e la sua striscia sarà pubblicata, con tutti gli onori, sul prossimo numero.

Arrivederci alla prossima!


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