Nella fantascienza le gravidanze non sono quasi mai dei momenti particolarmente felici.

Quando le cose vanno male si assiste alla nascita di bambini causata da alieni, collettiva (I figli dell’invasione di Wyndham), gemellare (La moglie dell’astronauta di Robert Tine) o singola (L’anomalia di Jerry Solh), di solito foriera di sciagure immani.

Un po’ meglio, ma solo un po', alcune nascite più normali, come la gravidanza travagliatissima di Cordelia Naismith, narrata in Barrayar.

Anche Catherine Asaro, in Un ponte sull'abisso, ci racconta la storia di una gestante, e anche in questo caso non tutto sembra andare per il meglio.

Jess Fernandez, tenente colonnello e comandante dell’astronave Silver Tide si ritrova inaspettatamente in attesa di un bambino che non dovrebbe esserci, dato che non ha avuto rapporti sessuali da molto tempo.

Jess e la dottoressa dell’astronave iniziano ad avanzare varie ipotesi su quello che può essere successo, ricercando nel contempo le tracce del DNA del feto, e a poco a poco la verità, per quanto improbabile, inizia a farsi strada.

In effetti la comandante aveva avuto un unico rapporto sessuale, con un ambasciatore cefeano, Ghar Ko, discendente da un gruppo di umani trasportato da una razza aliena su un lontano pianeta millenni prima.

Le pratiche di ingegneria genetica con le quali gli abitanti di Cefeo erano riusciti ad adattarsi al pianeta, oltre a modificarne l’aspetto, avevano eliminato la possibilità che le unioni tra umani e cefeani risultassero fertili.

A questo punto il mistero, invece di chiarirsi, si infittisce, dato che qualcosa deve aver permesso una nascita nascita impossibile, e Jess decide di chiedere un incontro con Ghar Ko.

Mentre si reca all’appuntamento accade un imprevisto che, oltre a mettere in pericolo la vita di Jess, causa un incidente diplomatico, e che rivela l’esistenza di un pericolo terribile che minaccia i cefeani, la situazione si complica ulteriormente.

I rapporti tra umani e cefeani, già tesi, rischiano di sfociare in conflitto aperto, dato che i discendenti degli esuli hanno fondato un impero stellare e sono diventati una potenza temibile e bellicosa.

Riusciranno Ghar Ko e Jess a risolvere il loro problema e a evitare lo scoppio di un conflitto?

Un ponte sull'abisso è una proposta interessante, la seconda opera pubblicata in Italia di un'autrice molto popolare negli Stati Uniti, conosciuta in particolare per la serie dell'Impero Skoliano, un grande affresco di un lontano futuro.

Il romanzo in sé è piacevole, un riuscito connubio tra azione e indagine, con una soluzione del mistero iniziale soddisfacente e plausibile.

Sfortunatamente, essendo parte di un ciclo che ormai comprende una decina di romanzi, si avverte che la vicenda, pur perfettamente leggibile da sola, sarebbe ben più godibile se si conoscesse meglio la cornice in cui agiscono i personaggi.

L'augurio è che si incominci a colmare il vuoto, Catherine Asaro merita di essere conosciuta meglio anche nel nostro paese.

Catherine Asaro è nata a Oakland, in California, nel 1955, stato dove ha vissuto e conpletato gli studi.

Laureata in chimica e fisica ha lavorato come insegnante di fisica per poi dedicarsi alla ricerca.

E' comparsa sulla scena fantascientifica nel 1994, e in breve tempo ha conquistato una buona popolarità, sugellata nel 2001 dalla vittoria nel premio Nebula, con The quantum rose, opera che fa parte del ciclo dell'Impero Skoliano.

Alla passione per la fantascienza unisce quella per la danza classica, che ha praticato esibendosi sia negli Stati uniti che in Inghilterra.

E' sposata con un dipendente della NASA e ha una figlia.