La vita del detective Brett Hopper sta per diventare un infinito inferno: come tutte le mattine si alza alle 6,17, saluta la fidanzata, esce a fare colazione. Mentre raggiunge il distretto salva una ragazza da un catastrofico incidente. Poi torna a casa e la trova devastata. È stato il cane? Come no, tant’è che subito dopo i suoi stessi colleghi fanno irruzione e lo arrestano senza tanti complimenti. È accusato dell’omicidio di un procuratore distrettuale che nemmeno conosce. Ha un alibi, ma non gli crede nessuno, ci sono le sue impronte sull’arma del delitto.

L’inferno è iniziato. Viene avvicinato da strani personaggi che sembrano volerlo incastrare, tenta la fuga, si ritrova in una cava abbandonata dove viene costretto ad assistere, via video, a una scena terribile: l’omicidio della sua ragazza.

Subito dopo suona la radio sveglia: sono le 6,17, la sua ragazza dorme accanto a lui. E tutto ricomincia da dove era partito. Cade di nuovo un piatto, salva di nuovo la ragazza, trova di nuovo la casa devastata. Il tempo di dire “ma stai scherzando?” e la scena si ripete: arresto, tentata fuga, omicidio.

La giornata più terrificante nella vita di Hopper è destinata a ripetersi all’inifinito, almeno finchè lui non riuscirà a capire come risolvere il mistero dell’omicidio in cui è coinvolto ed impedire la morte della sua ragazza. L’unica sua arma a disposizione: ricorda tutte le giornata che sta rivivendo mentre per gli altri è semplicemente un giorno come un altro.

Il riferimento cinematografico è così ovvio che la ABC ha preferito dichiararlo apertamente: Day Break è la versione thriller di quel Ricomincio daccapo (1993) che rimane uno dei film più intriganti di tutti i tempi, anche se l'idea era già comparsa, pari pari, in un episodio di Star Trek The Next Generation (Cause and Effect). La stessa idea è comparsa anche in un episodio di Stargate SG-1 (Window of Opportunity) e in uno di Farscape (Back and Back and Back to the Futue).

Ma lungi dall’essere una assurda copia (come lo era Tru Calling, che lo accettiate o no), questo telefilm rischia di tenere il pubblico in fibrillazione per tutta la sua durata.

Il protagonista è Taye Diggs (Equilibrium, Chicago), inseguito dall’ambiguo Adam Balwin (Firefly, X-Files - che, non ci crederete, ma non è uno dei seimila fratelli omonimi), mentre regia e sceneggiatura sono di uno che di situazioni strane ed inquietanti se ne intende: Rob Bowman, che si è fatto una pelle con la veneranda serie X-Files.

Previsto a settembre sulla rete americana ABC, questo film ha un’altra peculiarità nella sua collocazione, ovvero in mezzo alla terza stagione di Lost.

L’idea è venuta per evitare il calo di ascolti inevitabile nel periodo in cui le emittenti cominciano a trasmettere periodicamente le repliche delle puntate precedenti di varie serie (per motivi che mi sono ignoti), così dopo aver trasmesso sette episodi di Lost la serie si fermerà fino a gennaio e al suo posto verrà trasmessa Day Break.

Come dire, aggiungere angoscia all’angoscia, ma ehi, non è proprio questo l’intento, tenerci tutti col fiato sospeso?