di Vittorio Catani

Il suo primo racconto apparve nel 1962 sull'edizione italiana di "Galaxy". Ha vinto la prima edizione del Premio Urania (1980). Ancora non sa cosa farà da grande, sa solo che per lui non ha piu' senso chiederselo.

quando le radici

Gianluigi Pilu: un nome ricorrente sulle pubblicazioni di fantascienza, professionali e amatoriali, tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta. Coloro che ebbero modo di leggere i suoi racconti certamente lo ricordano con grande piacere, ma anche con il rammarico che Gianluigi abbia dovuto abbandonare presto la scrittura. Da tempo Pilu è molto coinvolto nella sua professione; chi fosse interessato può andare a dare uno sguardo al sito http://www.thefethus.net, riguardante la medicina fetale.

E proprio dal suo precoce interesse per questa materia - c'è da ritenere - nacque Gioco di specchi, il racconto che stavolta vi propone la nostra rubrica; esso è certamente fra i più significativi dell'Autore e apparve su Galassia n. 234 (gestione Montanari) del settembre 1978. Ma Pilu a quel tempo era già noto al lettore più attento: il suo esordio ufficiale era avvenuto nel marzo dell'anno precedente sul n. 12 della mitica Robot, dove Curtoni gli aveva pubblicato Otto significa per sempre?, storia che già dava una misura delle potenzialità dello scrittore.

Vox Futura speciale Gianluigi Pilu. La copertina era di Festino. Altri suoi racconti apparvero sparsi qua e là: in un ulteriore fascicolo di Galassia, e su alcune pubblicazioni amatoriali di notevole interesse: Lucifero (fanzine nella quale erano coinvolti anche Daniele Ganapini e Daniele Brolli, nome quest'ultimo oggi ben noto a chi segua la collana Stile libero della Einaudi), Vox futura (curata da Angelo De Ceglie, e che a Gianluigi Pilu dedicò un raro fascicolo speciale) e The Time Machine. Su questa fanzine apparve nel 1981 Margine d'esilio, romanzo breve a firma congiunta di Pilu e del già citato Ganapini, e che certamente resta una delle cose migliori prodotte dalla fantascienza italiana. D'altronde proprio in quel periodo - anni Ottanta - il famoso "riflusso" aveva ulteriormente ridotto gli spazi editoriali, e The Time Machine restò per vari anni il più concreto punto di riferimento per chi volesse scrivere fantascienza (ne accennavamo in Quando le radici del settembre '99, presentando un racconto di Giorgio Placereani). Un'ultima storia del Nostro apparve su Urania Millemondi del 1989, ma quanto a data di stesura essa risaliva a vari anni prima.

La fantascienza è stata un'esperienza molto significativa per Pilu: ad affermarlo ultimamente è stato lo stesso autore, il quale ha anche manifestato l'intenzione di riprendere a scrivere... Chissà! Gioco di specchi è basato su un tema oggi ancora più attuale di quando il racconto fu scritto. Da parte nostra, non possiamo quindi che invitare i lettori a immergersi nell'atmosfera un po' crepuscolare tipica di questo autore, e ricca non solo di idee quanto soprattutto capace di delineare, con pochi tratti, le psicologie dei suoi semplici eppure intensi personaggi.

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