I robot sono uno dei temi classici della fantascienza, anche senza scomodare Mary Shelley e il suo Frankenstein, meccanismi intelligenti, più o meno antropomorfi, e androidi di ogni tipo sono stati protagonisti di innumerevoli storie.

Spesso minaccia per il genere umano, anche dopo l’enunciazione delle Tre Leggi, i robot sono stati visti anche come i salvatori dell’umanità, e a volte come i suoi eredi, come in City di Simak e Mia è la vendetta di Del Rey.

Harry Harrison è un autore che ha scritto memorabili storie di robot, molte delle quali raccolte nella serie di Jim DiGriz, il “ratto d’acciaio inossidabile”, altre slegate da qualunque ciclo.

Nell’antologia La guerra dei robot si trovano quattro racconti che affrontano questo argomento da diverse angolazioni, immaginando futuri differenti ma nei quali l’umanità deve necessariamente confrontarsi con la sua più intrigante creazione.

Il primo racconto, L’uomo dei R.O.B.O.T., è una storia che unisce al tema dei robot quello, altrettanto classico, del pianeta con un mistero.

E Slagter misterioso lo è davvero, si tratta di un posto simile al vecchio West, dove un inviato incaricato del censimento può sparire nel nulla e la sua astronave finire sotterrata, e dove gli stranieri non sono ben accetti.

Del resto gli slagteriani non si fidano, letteralmente, di nessuno, al punto da far assaggiare il cibo alle mogli per accertarsi che non sia avvelenato.

Ma per Henry Venn, agente decisamente speciale, non ci sono compiti impossibili, dato che può utilizzare le enormi capacità del computer di bordo e dei differenti robot che questo controlla. Certo, a volte ci sono incomprensioni e piccoli problemi, alcune ipotesi iniziali si dimostreranno sbagliate e Venn correrà qualche rischio serio, ma alla fine il mistero sarà risolto.

Jim DiGriz che incontra la nipote di Susan Calvin, stesso nome, stessa logica stringente ma aspetto decisamente diverso, non me lo sarei proprio aspettato, ma è proprio quello che succede in La quarta legge della robotica. Si tratta di un’indagine nella migliore tradizione asimoviana che, a partire da una rapina in banca, porta a una scoperta sconvolgente. Anche se, a ben pensarci, certi istinti sono legati indissolubilmente alla vita, e non si può negare che i robot siano esseri viventi.

Lo sciopero dei robot è il racconto, dalla viva voce di uno dei protagonisti, del primo sciopero organizzato dai robot per ottenere l’uguaglianza e i diritti civili. Tuttavia, per quanto dotati di una mente perfetta, neppure i robot sono in grado di programmare tutto, e una serie di circostanze fortuite scatena una violenza inaspettata.

Nel corso della guerra eterna, combattuta grazie a menti robotiche in grado di calcolare tutti i mutevoli fattori che influenzano il campo di battaglia, gli alti comandi si sono rifugiati sotto decine di metri di terreno, per evitare di essere eliminati e lasciare l’esercito senza guida.

Una serie di attacchi sempre più insidiosi e letali costringe un manipolo di uomini, guidati da un giovane e valoroso generale, a risalire alla superficie, dove li aspetta una grossa sorpresa.

Questa la vicenda narrata da La guerra dei robot, l’ultimo racconto dell’antologia, dove si dimostra che non solo l’uomo prova un’irresistibile attrazione per la guerra.

Quattro racconti affascinanti, preceduti da un’interessante prefazione dell’autore, che forse non riusciranno a farci capire come sarà la nostra vita quando i robot prenderanno coscienza, ma che sono in grado di farci assaporare qualche ora di buona lettura. La guerra dei robot è la prima antologia pubblicata dalla collana Odissea, e si tratta di un ottimo esordio.

Il nome di Harry Harrison non ha certo bisogno di presentazioni tra gli appassionati di fantascienza, attivo sin dagli anni cinquanta, ha pubblicato romanzi e racconti famosissimi, tra le serie di Jim DiGriz (1961-1994), quella degli Ylané (1984-1987) e la trilogia del Pianeta impossibile (1960-1968). La sua opera più famosa resta comunque il romanzo Largo! Largo! (Make room! make room!, 1966), dal quale venne tratto il film 2022 I sopravvissuti.

Harry Harrison è nato nel 1925 a Stamford (Connecticut) e vive a Brighton, in Inghilterra.