Simian rinunciò a replicare, non era il momento. Risalì i ponti con ancora negli occhi il dramma dei coleotteri che si accavallavano furiosi, e nella testa la consapevolezza che lì in mezzo qualcuno di essi stava divorando i compagni, incapace di resistere a quell'ondata di frenesia negativa. Quando arrivò in coperta, fece appena in tempo a vedere il piper lanciarsi verso la prua della Mama Hermosa, e quindi staccarsi con indolenza per poi puntare il muso verso la terraferma.

Mentre l'aereo scompariva alla vista, Simian continuò a seguire il suo volo col pensiero, appoggiandosi al parapetto e godendo della brezza marina che contrastava il caldo umido di quella giornata.

Notò la ragnatela nel momento in cui questa si gonfiò fra le barre di ferro della balaustra. Simian percepì il proprio sangue sciogliersi, per poi diventare un blocco unico di ghiaccio che per qualche secondo gli inibì ogni azione. Strappò la trama di seta con un gesto rabbioso, maledicendosi, ma a quel punto il piper di Chiqi era già oltre le nuvole che tagliavano la vista di Mangueira.

* * *

Ian Jess e Pablo Casals avevano raggiunto con grande fatica la radura segnata sulla mappa.

Casals era stremato, le gambe e il respiro pesanti come il piombo. Jess adocchiò subito un pau mulato troppo grosso, ma girandogli intorno capì che si trattava della fusione precoce di più alberi.

Tutto brulicava di termiti.

- Eccola, è qui! - gridò poi al compagno.

Proprio alla base del fusto si era sviluppata un'enorme galla bilobata, atipica anch'essa, sia per le dimensioni che per la consistenza. Il tumore vegetale trasudava strani oli e resine, pulsava quasi, la corteccia al tatto sembrava sottile, la polpa interna morbida. A vederlo in penombra ricordava le gambe di Casals, solo che quelle adesso sudavano sangue.

Poi, fra i rami più bassi, Jess riconobbe dell'altro.

- Pablo, c'è anche una tela! - Prese subito a scarabocchiare uno dei suoi fogli. - Trasmissione a staffetta, da grande distanza. La prima tela sfrutta il vento, crea una frequenza, capisci? Sarà la terza del genere che vedo in vita mia, deve essere molto importante.

Casals non rispose nulla, mentre simboli e croci si inseguivano sulla carta senza un ordine apparente. Qualche cancellatura, la frenesia, l'ultimo enigma da risolvere il più in fretta possibile.

Sabotaggio.

Nello spazio angusto dell'abitacolo, Chiqi sbadigliò, gettando sul sedile a fianco il piano di volo. Ne aveva abbastanza di quei due, di essere trattato come uno scemo e di fare sempre il lavoro sporco. Simian era pericoloso, sì, ma si ripromise, al ritorno, di mostrare almeno a Yaara come avrebbe potuto utilizzare la sua altezzosità scientifica in modo più proficuo.

Controllò per l'ennesima volta gli indicatori, e per l'ennesima volta gli risposero che ogni particolare rientrava nella norma. Il fracasso del vecchio motore gli impedì di cogliere l'agitazione dello sciame di coleotteri rinchiusi nei comparti installati proprio sotto l'aereo, ma del resto lui non era mai stato troppo sensibile ai loro richiami, a parte il dolore.

Profondamente annoiato dal monotono tappeto verde che aveva sotto agli occhi, Chiqi sbadigliò ancora, rovesciando la testa all'indietro ed emettendo una sorta di ruggito liberatorio, nell'esatto istante in cui il ragno ancorato sul soffitto della cabina decise che era venuto il momento di agire, e si lasciò cadere nella bocca spalancata sotto di lui.

Casals riuscì solo a rotolare ai piedi dell'albero, che era in fondo a una leggera depressione erbosa. Ansimava pesantemente. Sollevò a malapena gli occhi verso la galla, rabbrividendo dall'orrore.