I figli della Terra: tutto il ciclo

Ayla figlia della terra (The Clan of the Cave Bear, 1980) traduzione di Silvia Stefani, Tea 1991, pagg. 452, Euro 8,50

Un devastante terremoto ha lasciato la giovane Ayla sola, ferita e sperduta in una terra selvaggia e popolata da animali ostili. Raccolta e cresciuta dal Clan dell'Orso delle Caverne, ben presto Ayla si distingue per la sua diversità: è alta, bionda, con gli occhi azzurri e, soprattutto, è intelligente. Lo scontro con i paurosi e retrogradi Testapiatta del Clan è inevitabile. Ma in Ayla gli altri riconoscono la donna prescelta dal destino, l'eroina che li guiderà nella lotta per la sopravvivenza, perché nel suo sangue scorre il futuro dell'umanità.

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La valle dei cavalli (The Valley of Horses, 1982) traduzione di Paola Campioli, Tea 1990, Euro 8,50.

La sopravvivenza sarà la dura scuola di Ayla. In un mondo dominato da forze misteriose e popolato da animali terrificanti, la giovane donna, scacciata dal Clan dell'Orso delle Caverne e assetata di conoscenza, affronterà un lungo viaggio pieno di pericoli. I suoi unici amici saranno alcuni cavalli intelligenti, abitatori di una valle incantata, che la guideranno fino all'incontro con un giovane sconosciuto, Giondalar. Insieme scopriranno quel sentimento fino allora senza nome che impareranno a chiamare amore.

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Gli eletti di Mut (The Mammoth Hunters, 1985) traduzione di Annita Biasi, Tea 1992, pagg. 594, Euro 8,50

Attraverso gli spazi sconfinati dell'Europa preistorica, continua l'epico viaggio di Ayla. Non più sola, ma insieme con Giondalar, suo coraggioso compagno, Ayla si unisce ai cacciatori di Mammut. E'questa la sua gente? Il loro linguaggio è strano, i loro costumi sono diversi; Ayla è pronta a misurarsi con nuove situazioni ma deve ancora sopportare l'amaro sapore della diffidenza e dell'emarginazione. Il viaggio di Ayla non è ancora finito, la sua ansia di conoscenza la spinge verso luoghi sconosciuti dove si prepara il destino dell'umanità.

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Le pianure del passaggio (The Plains of Passage, 1990) traduzione di Roberta Rambelli, Tea 1993, pagg. 763, Euro 9

Lasciando i Cacciatori di Mammut, Ayla e Giondalar stanno per intraprendere un viaggio che nessuno ha mai tentato: attraversare un intero continente per raggiungere, forse, quell'insediamento dal quale anni prima Giondalar era partito... Li attendono lande desolate, abitate da tribù violente e animali feroci, solcate da fiumi tumultuosi, segnate da imponenti montagne e immani ghiacciai. Oltre tutto questo la promessa di un luogo che potrà essere la loro dimora. Riusciranno a giungervi?

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Focolari di pietra (The Shelters of Stone, 2002) traduzione di Lidia Perria, Tea 2003, pagg. 815, Euro 9

Era Glaciale. Dopo un lungo viaggio, durante il quale ha conosciuto la coraggiosa e affascinante Ayla, Giondalar torna al suo popolo, la Nona Caverna degli Zelandoni, che per cinque anni lo ha atteso. Ma la festosa accoglienza a lui riservata viene offuscata dal timore per la straniera al suo fianco. Mentre la Caverna la studia con apprensione e qualcuno la considera già una nemica, Ayla si rende conto che il suo futuro dipende da ciò che lei sarà in grado di offrire agli Zelandoni: la capacità di accendere il fuoco e di addomesticare gli animali, l'abilità di maneggiare le armi e di curare le ferite. Per Ayla comincia un viaggio ben più impegnativo di quello concluso: un viaggio verso la conoscenza di un popolo ostile che la considera "diversa".

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Intervista a Jean M. Auel, autrice della "Saga dei Figli della Terra" (TEA)

Cominciamo con una domanda alla quale senz'altro avrà già risposto decine di volte... Come le è venuta l'idea di scrivere su ominidi preistorici?

Quando mi è venuta l'idea di scrivere, pensavo ad un breve racconto incentrato su una ragazza che doveva interagire con persone diverse da lei. Ma non sapevo altro, così sono andata nella biblioteca di Portland e sono tornata a casa con tantissimi libri, su argomenti diversi: storie di avventura, archeologia, animali, scienze mediche e botaniche. Allora ho scoperto che c'era un periodo della preistoria che mi offriva tutto quello che cercavo, che le differenze che volevo mettere a confronto potevano essere incarnate dagli uomini di Neanderthal e quelli di Cro-Magnon.

Così il breve racconto è diventata una serie di successo, che va ancora avanti: prevede di scrivere altri libri su Ayla?

Adesso sto lavorando al sesto libro della saga, che, secondo il progetto iniziale, dovrebbe essere quello conclusivo. Ma non sono sicura che sia sufficiente per terminare la storia di Ayla: forse ce ne sarà un settimo.

Ha detto che è partita dall'idea di scrivere sul tema della diversità, e così ha scritto del conflitto tra Cro-Magnon e Neanderthal. Oggi viviamo quello che sembra un grande conflitto di culture tra Occidente e Islam, cosa ne pensa? Pensa che si possa dire o insegnare qualcosa anche scrivendo romanzi fantastici come i suoi?

Quello che ho scritto, l'ho pensato molto tempo prima dei conflitti attuali, che spero si risolvano, anche se la situazione è davvero difficile. Certo, credo e spero anche che i libri possano insegnare qualcosa, ma bisogna che siano letti con la giusta predisposizione d'animo per coglierne il significato.

Come lettrice, quali sono i suoi autori preferiti?

Il mio autore preferito, di solito, è quello che sto leggendo al momento. Perché leggo tantissimo e qualunque genere: narrativa, storia, fantasy, fantascienza, azione. In generale, tendo ad amare i libri che mi prendono, mi portano da qualche parte e mi insegnano qualcosa.

A proposito di fantascienza e fantasy, i suoi libri, che possono rientrare nella grande famiglia del fantastico, hanno qualcosa in comune con questi generi?

Leggo sia fantasy che fantascienza, e mi piacciono entrambe. Probabilmente i miei libri hanno più cose in comune con la fantascienza, se la si intende come estrapolazione dalla scienza e trasformazione in storia. Io, infatti, parto dall'archeologia e la proietto in una storia. Teniamo presente, infatti, che la fantascienza non è soltanto uno sguardo al futuro, ma anche al passato.

Ha scritto una cosa su un libro di cucina, le piace cucinare?

Sì, mi piace, ma quando scrivo cerco di non perdere tempo. Per il libro ho inventato una ricetta: pernice bianca, farcita delle sue stesse uova, e cotta su sassi roventi. Più o meno, credo che cucinassero in quel modo.

E poi ci sono le feste di Neanderthal, per le quali ho inventato un sacco di cose. Ma bisogna stare attenti e rispettare la verosimiglianza; ad esempio, non bisogna mettere prodotti caseari, come il formaggio, perché gli animali non erano ancora stati addomesticati.

Quando si parla di un mondo e lo si crea, bisogna stare attenti a tutti i dettagli.