Al fandom non è piaciuta affatto la notizia della cancellazione di Enterprise, benché sia stata una morte annunciata da quasi un anno; la notizia ha avuto una ripercussione ulteriormente negativa in quanto sembrava che l’ultima stagione della serie avesse preso un corso nuovo, con storie migliori e più intriganti, in concomitanza con l’arrivo di Manny Coto nel ruolo di produttore esecutivo. Non è stato difficile per nessuno stabilire un rapporto di causalità tra l’arrivo del nuovo produttore, che ha portato a bordo anche nuovi scrittori, e il cambiamento della qualità e della godibilità delle storie.

Causalità che non è mai stata messa in discussione da nessuno fino a pochi giorni fa, quando, a una settimana dalla trasmissione di un già controverso episodio finale, Rick Berman esce allo scoperto esponendo il suo punto di vista.

La prima affermazione di Berman è abbastanza curiosa per un manager che ha guidato il franchise di Star Trek per oltre tre lustri: la sua opinione è che quando c’è la percezione che una persona sia a capo di qualcosa, la gente pensa (evidentemente sbagliando) che questa sia anche la persona che si prende le colpe quando qualcosa va male.

Siamo sinceramente illuminati da questa rivelazione, che descrive esattamente il ruolo di un manager o di una persona a capo di un’organizzazione e nulla aggiunge alla nostra conoscenza. Il concetto “Non è colpa mia” può andare anche bene, ma solamente se è seguito da un indicazione chiara e precisa di chi abbia la colpa, cosa che non è avvenuta; differentemente da quanto aveva detto in merito al relativo flop di Star Trek: La Nemesi, questa volta Berman si è fortunatamente astenuto dal dar la colpa al pubblico che non ha capito il capolavoro.

L’intervista prosegue con la puntualizzazione del fatto che Manny Coto faceva già parte del gruppo dei produttori anche nella terza stagione e che il coinvolgimento suo e di Brannon Braga non è mutato dalla terza alla quarta stagione.

L’affermazione è quantomeno opinabile, visto che è un fatto che lo scorso settembre Manny Coto sia diventato produttore esecutivo e nei credit degli episodi di Enterprise trasmessi finora in questa stagione televisiva Berman e Braga non compaiono mai nello staff creativo. Anche in questo caso Berman evita di spiegare chi siano stati i creativi artefici di un così netto ed evidente cambiamento nello stile e nella qualità delle storie; benché il processo creativo degli episodi di Star Trek sia spesso un’attività corale, in base alle ferree regole delle associazioni di categoria di Hollywood, gli ideatori della storia di un telefilm devono essere citati espressamente nei titoli di testa. Sfogliando le pagine di una qualsiasi guida degli episodi di Enterprise si vede che Coto era sì impegnato come autore anche nella terza stagione, ma Berman e Braga non lo sono più nella quarta, con l’eccezione dell’ultimo episodio.

In merito all’ingerenza di una storia e di due personaggi, Riker e Troi, di The Next Generation nell’ultimo episodio, Berman dice che questa è stata un’idea sua e spiega che non c’è alcuna volontà di mettere in secondo piano gli attori di Enterprise; l'idea di introdurre Riker e Troi servirebbe a porre la serie in una giusta prospettiva storica. Onestamente, se dopo quattro stagioni televisive e quasi 100 episodi non è ancora chiara la prospettiva storica di Enterprise, non saranno certo sufficienti 44 minuti per spiegarlo al pubblico che, ancora una volta, sembra non aver capito nulla agli occhi di Berman.

Parlando della Serie Classica, un commentatore televisivo aveva detto che uno dei meriti di Star Trek era quello di trattare il pubblico come degli esseri senzienti. Speriamo che se ne ricordino i produttori esecutivi di un’eventuale futura nuova serie della saga.