L'astronomia è una scienza unica per svariati motivi, non ultimo il fatto che non sono rari i casi in cui grandi scoperte posso essere fatte anche da non professionisti. E' il caso della Nebulosa di McNeil, scoperta il 23 gennaio scorso da un semplice appassionato del Kentucky, chiamato appunto, Jay McNeil. E per quel colpo di fortuna, Mr. McNeil non solo è entrato nell'olimpo dell'astronomia con un oggetto celeste intitolato al suo nome, ma rischia di essere ancora più famoso perché ciò che per primo ha individuato non è un oggetto qualunque, ma una stella che sta nascendo e nessuno aveva mai osservato una stella a questo stadio della vita. Il punto è che, naturalmente non si deve pensare che nessuno avesse mai puntato il telescopio nella direzione in cui l'aveva puntato McNeil, ma piuttosto che qualcosa improvvisamente si fosse "acceso" in quella regione di spazio laggiù. Uno studio comparato di fotografie della stessa regione di cielo scattate dal 1951 al 1991 non ha mostrato alcun oggetto, mentre una foto del 1966 ha rivelato in effetti la presenza di qualcosa. Naturalmente, dopo la scoperta di McNeil, sono partite le osservazioni professionali sia nello spettro visibile che nell'infrarosso e quello che hanno evidenziato è stato il fatto che l'oggetto stellare era apparso nel cielo a causa di un'improvvisa crescita della radiazione emessa dalla stella, probabilmente in relazione a un invisibile disco di plvere che circonda la stella. E' probabile che i gas e le polveri che circondano la stella stiano cadendo verso la stella, generando un'energia sempre maggiore. Anche il telescopio spaziale a raggi-X Chandra ha tenuto d'occhio la stella nascente, notando una grande variabilità. La stessa zona nel 2002 non mostrava quasi alcuna attività, mentre nel marzo di quest'anno l'emissione di raggi X era aumentata di quasi 100 volte, segno che qualcosa di nuovo sta avvenendo. In particolare le emissioni luminose e radioattive sembrano regolate da un ciclo coincidente, cosa che suffraga l'ipotesi dell'energia causata dalla caduta di polveri e gas del disco protoplanetario. A testimonianza della rarità e quindi dell'importanza scientifica dell'evento, questa è solo la terza volta nella storia dell'astronomia che sono state notate fenomeni del genere in stelle nascenti simili al Sole, una nel 1936 e una negli anni '50, ma nessuna di queste era mai stata osservata ai raggi-X.